Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha riconosciuto che negli Stati Uniti esiste una dose di scetticismo riguardo alla possibilità di continuare a sostenere l’Ucraina che si oppone all’invasione russa. Tuttavia, ha enfatizzato che questa è una questione di “interesse nazionale”.
«Gli americani sono un po’ frustrati dal fatto che sembra che noi ci stiamo accollando gran parte del peso, ma il resto del mondo sta facendo un lavoro straordinario», ha detto in un discorso al Baker Institute della Rice University a Houston, in Texas.
Le osservazioni di Blinken sono giunte poche ore dopo che la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha estromesso il suo speaker, il repubblicano Kevin McCarthy, a seguito di una ribellione interna dei membri più estremisti del Congresso.
L’incertezza del Congresso lascia ora in sospeso, tra le altre questioni, il futuro degli aiuti militari all’Ucraina, che i repubblicani più allineati con l’ex presidente Donald Trump hanno messo in discussione.
Con oltre 40 miliardi di dollari (circa 38,21 miliardi di euro), gli Stati Uniti forniscono più di tutti assistenza militare all’Ucraina dall’inizio della guerra. Il capo della diplomazia statunitense ha insistito sul fatto che gli Stati Uniti non sono soli, poiché dall’inizio dell’invasione nel 2022 si è formata una «straordinaria coalizione» di circa 50 Paesi che si sono impegnati a sostenere l’Ucraina nella guerra.
Blinken ha sottolineato che la Russia di Vladimir Putin ha violato i «principi dell’ordine internazionale» e ha affermato la necessità di difenderli ora per evitare che Mosca invada altri Paesi in seguito. «Non si tratta solo di sostenere gli ucraini. Se non difendiamo i principi fondamentali del sistema internazionale, apriremo il vaso di Pandora e non sarà un bene per noi. Questa è la posta in gioco», ha avvertito. E Biden, ha aggiunto Blinken nel suo intervento, sta «facendo la cosa giusta» sostenendo l’Ucraina.(
