Regno Unito: alla Difesa favorito Tugendhat, falco anti Russia e Cina
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Regno Unito: alla Difesa favorito Tugendhat, falco anti Russia e Cina

Il candidato favorito per sostituire Wallace is Ton Tungendhat: attuale numero due del dicastero dell'Interno e viceministro per la Sicurezza Nazionale.

Regno Unito: alla Difesa favorito  Tugendhat, falco anti Russia e Cina
Tom Tugendhat
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17 Luglio 2023 - 13.00


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Secondo quanto confermato da Ben Wallace in un’intervista pubblicata ieri dal Sunday Times, il Regno Unito sta affrontando un potenziale rimpasto ministeriale, con la sua esplicita intenzione di lasciare la carica di responsabile della Difesa dopo oltre 4 anni. Se confermato, questo segnerebbe un record di longevità per tale posizione dal tempo di Winston Churchill, e potrebbe portare a nuove nomine nel governo Tory.

L’addio si consumerà in occasione di un prossimo rimpasto a cui il premier in carica, Rishi Sunak, dovrebbe metter mano a settembre, stando ai media. Al posto di Wallace, il quale ha fatto sapere di voler restare deputato sino alla fine della legislatura, ma poi di non avere intenzione di ricandidarsi nemmeno in Parlamento, e di voler lasciare la politica attiva per dedicarsi di più «alla famiglia», il candidato favorito è – a quanto scrive oggi il Telegraph – Ton Tungendhat: attuale numero due del dicastero dell’Interno e viceministro per la Sicurezza Nazionale.

Tugendhat è un ex militare di carriera esattamente come Wallace e, come lui, appare un ferreo garante della linea dura di Londra sulla guerra in Ucraina. Già presidente della commissione Esteri della Camera dei Comuni, è anzi per certi versi considerato ancor più falco del collega uscente, vicino alle posizioni anti-Russia e anti-Cina dei neoconservatori americani.

Le uniche due alternative ipotetiche a lui – riferisce ancora il Telegraph – potrebbero essere la ministra Penny Mordaunt, attuale Leader of the House ai Comuni, dopo essere stata la prima e unica donna britannica alla testa della Difesa per un breve periodo nella compagine guidata da Theresa May; o il veterano Brandon Lewis, ex titolare fra l’altro della Giustizia, uscito temporaneamente dalle file del governo con l’ascesa di Sunak dopo averne fatto parte sotto May, Boris Johnson e Liz Truss. 

Il rimpasto di settembre rischia di essere del resto una delle ultime chance per Sunak per provare a rilanciare un consenso popolare tuttora in caduta libera per i conservatori prima delle elezioni politiche previste entro fine 2024. Ma l’addio di Wallace appare un colpo non facile da parare, visto che si tratta del ministro forse più popolare al momento dell’intero schieramento Tory: una figura che lo stesso premier avrebbe voluto promuovere come candidato britannico a segretario generale della Nato, salvo rinunciare a causa del mancato appoggio di Usa e Francia. E del quale tuttavia ha di recente sconfessato un irritato rimprovero a sorpresa verso Kiev sfuggito a margine del vertice di Vilnius: dove Wallace – sostenitore chiave dell’escalation di aiuti militari a Kiev – era sbottato sollecitando la leadership ucraina a mostrarsi più grata verso i vitali alleati occidentali e a non considerare il Regno solo alla stregua di «un magazzino Amazon» di armi.

A complicare le cose per Sunak e il suo partito è d’altronde l’impatto che questo annuncio anticipato potrebbe avere sulla fiducia già logorata degli elettori in vista di tre delicate consultazioni suppletive in programma giovedì per il rinnovo di altrettanti seggi della Camera dei Comuni: seggi lasciati liberi niente meno che dalle dimissioni dell’ex premier Johnson (investito dallo scandalo Partygate) e da quelle del suo fedelissimo ex ministro Nigel Adams, oltre che di un terzo deputato accusato invece per una presunta vicenda di molestie sessuali, che i Tories – sondaggi alla mano – temono di perdere tutti e 3.

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