Xi agli Usa: "Collaboriamo sulla base del reciproco rispetto"
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Xi agli Usa: "Collaboriamo sulla base del reciproco rispetto"

Il presidente cinese Xi Jinping in un incontro con il segretario di Stato americano Antony Blinken ha espresso la speranza che la sua visita contribuisca positivamente alla stabilizzazione delle relazioni tra i due paesi.

Xi agli Usa: "Collaboriamo sulla base del reciproco rispetto"
Blinken e Xi Jnping
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19 Giugno 2023 - 14.11


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Il presidente cinese Xi Jinping in un incontro con il segretario di Stato americano Antony Blinken ha espresso la speranza che la sua visita contribuisca positivamente alla stabilizzazione delle relazioni tra i due paesi.

Lo ha detto lunedì la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying.

“Il presidente Xi Jinping si incontrerà con il segretario di Stato americano Antony Blinken”, ha scritto su Twitter. “Il presidente Xi ha affermato che le interazioni tra stato e stato dovrebbero sempre essere basate sul rispetto reciproco e sulla sincerità. Spero che questa visita del segretario Blinken possa dare un contributo positivo alla stabilizzazione delle relazioni [Cina-USA]”, ha aggiunto il diplomatico.

Il breve faccia a faccia tra il presidente cinese e l’inviato di Joe Biden segnala che le due superpotenze stanno cercando di mettere un fondo alla spirale di inimicizia e provocazioni che fanno temere uno scontro aperto, anche militare. La prima dichiarazione sul colloquio è arrivata due minuti dopo l’inizio (segno che era già pronta), dalla signora Hua Chunying, dinamica direttrice della comunicazione degli Esteri per la Cina: «Il presidente Xi ha detto che le interazioni tra Stati dovrebbero essere sempre basate su mutuo rispetto e sincerità. Spera che questa visita americana possa dare un contributo positivo alla stabilizzazione dei rapporti». 

Nel video mandato in onda dalla tv statale si è sentito che Xi diceva «… abbiamo concordato di proseguire sull’intesa raggiunta a Bali con il presidente Biden, sono stati fatti progressi, questo è molto bene». Nel breve colloquio, secondo il resoconto cinese, Xi ha osservato che Wang Yi e Qin Gang, i due alti diplomatici che hanno parlato in questa missione con Blinken gli hanno riferito di «discussioni franche e costruttive». «La Cina ha chiarito la sua posizione». Xi ha detto a Blinken di sperare che dalla visita di quest’ultimo a Pechino possa arrivare un «contributo positivo» al miglioramento dei rapporti tra Pechino e Washington. «Le interazioni tra Stati dovrebbero basarsi sempre su rispetto reciproco e sincerità. Spero che il segretario Blinken, con questa visita, possa dare un contributo positivo alla stabilizzazione delle relazioni Cina-Usa».

Il cerimoniale di Pechino ha tenuto sulle spine gli americani fino a un’ora prima dell’incontro con Xi, facendo risalire a Blinken la scala gerarchica. Sarebbe quasi normale, in base al protocollo: non è mai sicuro che un presidente della Repubblica riceva un ministro in visita, per quanto Blinken sia il braccio destro di Joe Biden per la politica internazionale. La Repubblica popolare cinese ci ha aggiunto un tocco di vecchia procedura imperiale: i sovrani dinastici amavano farsi pregare e lasciavano aspettare i dignitari stranieri per giorni e anche mesi prima di accettare la loro genuflessione rituale e discutere di affari. 

Però, venerdì scorso Xi è andato nella bella residenza statale di Diaoyutai (la stessa dove si sono svolti i colloqui di Blinken) per salutare il vecchio amico Bill Gates, miliardario e filantropo. La foto dell’evento ha aperto la prima pagina del “Quotidiano del Popolo”. Voltare le spalle a Blinken, negandogli un colloquio, sarebbe stato uno schiaffo sonoro. 

Comunque, oggi nessun titolo in prima oggi per lo sbarco di Blinken a Pechino, che pure è un evento memorabile, perché era dal 2018 che un segretario di Stato americano non metteva piede in Cina. Dopo le quasi otto ore di colloqui di sabato con il ministro degli Esteri Qin Gang (comprese due per la cena, perché quando i temi sono gravi e urgenti in diplomazia si lasciano raffreddare i piatti sul tavolo e si discute) oggi a Pechino Antony Blinken ha passato tre ore a discutere con Wang Yi, il responsabile della politica estera del Partito comunista, quindi più alto in grado rispetto al capo della diplomazia governativa mandarina. 

Secondo la versione cinese, Wang è stato piuttosto duro e ostile, dicendo all’ospite di abbandonare «la teoria della minaccia cinese», che l’America «deve riflettere e scegliere tra dialogo e scontro, cooperazione e conflitto». Su Taiwan, Pechino «non accetterà compromessi, nessuna concessione». Wang ha chiesto di mettere fine «al soffocamento dello sviluppo scientifico e tecnologico della Cina» e ha aggiunto alle rivendicazioni l’osservazione che il peggioramento delle relazioni è dovuto «alla errata percezione degli Stati Uniti secondo cui un Paese forte deve cercare l’egemonia». Questa è la traiettoria seguita storicamente dalle nazioni occidentali, sostengono i cinesi. Poi un invito ai due Paesi a «rovesciare la spirale negativa, assumendo un approccio responsabile verso i popoli, la storia e il mondo».

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