Svizzera al referendum sulla legge per contrastare i cambiamenti climatici
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Svizzera al referendum sulla legge per contrastare i cambiamenti climatici

Domenica, gli svizzeri avranno l'opportunità di adottare una legge mirata a garantire la neutralità del carbonio entro il 2050,

Svizzera al referendum sulla legge per contrastare i cambiamenti climatici
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15 Giugno 2023 - 11.49


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Domenica, gli svizzeri avranno l’opportunità di adottare una legge mirata a garantire la neutralità del carbonio entro il 2050, testimoniando così gli effetti devastanti del cambiamento climatico sui loro ghiacciai. Nonostante l’opposizione del primo partito del Paese, l’Unione Democratica di Centro (Udc), tutti gli altri principali partiti e il governo federale sostengono il testo proposto per il referendum.

La legge prevede una riduzione graduale del consumo di petrolio e gas naturale, senza una proibizione diretta. Parallelamente, la Svizzera si impegnerà a incrementare la produzione di energie rinnovabili, come l’idroelettrico e il fotovoltaico, e a promuovere sistemi di riscaldamento più sostenibili dal punto di vista climatico, come le pompe di calore. Sebbene i sondaggi indichino che la popolazione accoglie favorevolmente questa legge, il sostegno ha subito un lieve calo nelle ultime settimane, attestandosi al 63% secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’istituto gfs.bern.

 La Svizzera e il suo ecosistema montano sono particolarmente colpiti dai cambiamenti climatici. La situazione dei ghiacciai svizzeri è drammatica: hanno perso il 6% del loro volume di ghiaccio tra il 2021 e il 2022, rispetto a un terzo tra il 2001 e il 2022. Il paese alpino importa circa il 75% dell’energia che utilizza, compreso il petrolio e il gas naturale che consuma. Una fragilità energetica messa in luce in modo drammatico dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

 La ‘Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima, sull’innovazione e sul rafforzamento della sicurezza energetica’ mira dunque a ridurre questa dipendenza energetica dall’estero riducendo al contempo le emissioni di gas serra, senza proibizioni o nuove tasse. Il testo è un contro-progetto a un’iniziativa popolare, nota come “iniziativa dei ghiacciai” che gli attivisti per il clima avevano presentato nel 2019. Per il governo e il Parlamento, questa iniziativa va troppo oltre perché vieta il consumo di combustibili fossili come gas e petrolio dal 2050. Il Parlamento ha quindi elaborato un proprio progetto che mira a ridurre il più possibile il consumo di combustibili fossili, senza vietarli. Il testo prevede fino a 200 milioni di franchi all’anno (circa lo stesso importo in euro) per dieci anni per aiutare i proprietari di case a passare a sistemi di riscaldamento rispettosi del clima. 

Beneficeranno del sostegno anche le industrie che investono in tecnologie innovative, ad esempio in grado di filtrare la CO2 dall’aria. L’Udc sostiene che il progetto, descritto come una “legge sui rifiuti elettrici”, porterà comunque al divieto di olio combustibile, gas, gasolio e benzina come fonti energetiche, il che metterà a repentaglio la sicurezza energetica e farà salire alle stelle le bollette elettriche delle famiglie. Non è la prima volta che l’Udc si oppone alle leggi sul clima: nel 2021, il partito aveva fallito di poco un progetto per ridurre le emissioni di gas serra. 

Ma gli osservatori ritengono improbabile che l’Udc ripeta la vittoria, dato il comodo vantaggio del campo del “sì”. Gli svizzeri sono chiamati anche a votare domenica su un emendamento costituzionale volto ad attuare il progetto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e del G20 sulla tassazione, con un’aliquota di almeno il 15%, ai grandi aziende attivi a livello internazionale. L’ultimo sondaggio indica che il 73% degli elettori svizzeri sostiene questo piano fiscale minimo, che si applicherà ai gruppi di imprese con un fatturato annuo di almeno 750 milioni di euro. 

Fino ad ora, la maggior parte dei 26 cantoni svizzeri ha tassato le imprese in modo basso, per consentire di farle restare competitive nonostante gli alti costi del lavoro.

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