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A San Paolo un Pride festoso anche perché l'omofobo Bolsonaro non c'è più

Una festosa atmosfera di gioia e sollievo ha pervaso la parata del Pride LGBTQIA+ che si tenuto lungo l'Avenida Paulista, il centro finanziario e culturale di San Paolo, e la Rua da Consolação, in Brasile

A San Paolo un Pride festoso anche perché l'omofobo Bolsonaro non c'è più
Il Pride a San Paolo del Brasile

globalist Modifica articolo

13 Giugno 2023 - 09.27


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Una festosa atmosfera di gioia e sollievo ha pervaso la parata del Pride LGBTQIA+ che si tenuto lungo l’Avenida Paulista, il centro finanziario e culturale di San Paolo, e la Rua da Consolação, in Brasile. Centinaia di migliaia di persone provenienti da tutto il paese hanno partecipato all’evento, sventolando bandiere arcobaleno e indossando abbigliamento provocante. La manifestazione, che ha celebrato la 27ª edizione, ha esaltato l’universo LGBTQIA+ in tutte le sue espressioni.

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Con lo slogan “Vogliamo politiche sociali per LGBT+ integrali, e non a metà!”, la festa è iniziata alle 10 del mattino e si è protratta per molte ore, accompagnata dal ritmo delle “batucadas”, percussioni ispirate alla musica e alla cultura brasiliana, che risuonavano sui 19 grandi carri allegorici appositamente preparati.

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Un elemento importante è stata la partecipazione musicale degli artisti brasiliani, tra cui spiccano il genere pop di Pabllo Vittar e le sonorità della samba e della musica popolare di Daniela Mercury.

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Le immagini trasmesse dai media che hanno seguito l’evento in diretta hanno mostrato l’entusiasmo di coloro che hanno accolto il passaggio da un governo presieduto da Jair Bolsonaro, noto per i suoi discorsi omofobi, a un altro governo attualmente guidato da Lula, che ha istituito un Consiglio nazionale sulle questioni LGBTQIA+.

Ad esempio, la cantante Urias ha espresso la sua opinione prima del suo spettacolo, confermando che “quest’anno abbiamo ancora più motivi per festeggiare e essere orgogliosi. Con il cambio di governo, chi partecipa alla parata si sente più libero di esprimersi”.

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Un senso di liberazione giustificato anche dai risultati di una recente indagine condotta dall’Istituto Datafolha, che ha rivelato che il Brasile è il paese con il più alto tasso di omicidi di persone transessuali al mondo. Inoltre, il 20% delle persone gay ha dichiarato di subire ostilità o pregiudizi all’interno delle proprie famiglie, mentre il 59% ha dichiarato di sentirsi insicuro per strada.

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