Complottismo e dietrologia: ragazze nel mirino di oscuri avvelenatori che in realtà non vanno ricercati tra i fondamentalisti (come pure era stato detto) ma tra non precisati nemici del paese.
L’avvelenamento di centinaia di studentesse iraniane fa parte di «un complotto dei nemici» dell’Iran. Lo ha detto il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, affermando che «i nemici cercano di creare problemi nelle strade, nei mercati e nelle scuole per provocare rabbia tra gli iraniani».
«Gli iraniani hanno fatto fronte a sanzioni interminabili e minacce», ha aggiunto Raisi, affermando che tutti questi complotti «sono destinati a fallire».
Intanto, il portavoce del ministero degli Esteri, Naser Kanani, ha assicurato che una delle priorità del governo è affrontare questi avvelenamenti e «informare in modo continuo e documentato sui risultati di questi indagini in modo da alleviare le preoccupazioni delle famiglie».