Putin a Vucic: "Rafforziamo il `partenariato strategico´" (ma i Serbi non sono in Europa?)
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Putin a Vucic: "Rafforziamo il `partenariato strategico´" (ma i Serbi non sono in Europa?)

Putin ha inviato al collega serbo Aleksandar Vucic un messaggio di auguri per il Nuovo Anno nel quale sottolinea il progressivo sviluppo dei rapporti bilaterali tra Mosca e Belgrado.

Putin a Vucic: "Rafforziamo il `partenariato strategico´" (ma i Serbi non sono in Europa?)
Putin e Vucic
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31 Dicembre 2022 - 14.15


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Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato al collega serbo Aleksandar Vucic un messaggio di auguri per il Nuovo Anno nel quale sottolinea il progressivo sviluppo dei rapporti bilaterali tra Mosca e Belgrado.

Nel darne notizia, i media serbi riferiscono della soddisfazione di Putin per il carattere di partenariato strategico´ assunto dalle relazioni tra i due Paesi, che hanno registrato nell’anno che sta per concludersi un rafforzamento nei campi economico, commerciale, culturale e umanitario. Putin si dice fiducioso su un ulteriore rafforzamento della collaborazione tra Russia e Serbia a beneficio e per il benessere deipopoli fratelli´ russo e serbo.

Vucic è uno dei pochi leader europei ai quali Putin ha fatto gli auguri di fine anno, unitamente al premier ungherese Viktor Orban e al presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. Nessun messaggio invece del leader del Cremlino ai responsabili dei `Paesi ostili´ nel conflitto armato con l’Ucraina, a cominciare da Joe Biden, Olaf Scholz e Emmanuel Macron. Principale alleato della Russia nei Balcani, la Serbia – legata a Mosca da storici rapporti di amicizia – è l’unico Paese europeo, insieme alla Bielorussia, a non aver aderito alle sanzioni occidentali contro la Russia invocando i propri interessi nazionali, a cominciare dall’appoggio russo sul Kosovo e dalle forniture energetiche a prezzi di grande favore.

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La Serbia è inoltre l’unico Paese europeo ad aver mantenuto collegamenti aerei diretti con Mosca e San Pietroburgo, e decine di migliaia di russi sono giunti nel Paese balcanico per proseguire la loro attività lavorativa e professionale, divenuta molto problematica in Russia per via delle sanzioni internazionali.

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