Qatargate, l'europarlamentare Verde: "Temo che ci saranno altri coinvolti"
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Qatargate, l'europarlamentare Verde: "Temo che ci saranno altri coinvolti"

Hannah Neumann, eurodeputata dei Gruenen, gli ecologisti tedeschi, immagina che il piano di corruzione del Qatar non potesse passare solo attraverso un deputato

Qatargate, l'europarlamentare Verde: "Temo che ci saranno altri coinvolti"
L'europarlamentare tedesca dei Verdi Hannah Neumann
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13 Dicembre 2022 - 18.22


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Una vicenda assurda e una ferita al cuore della sinistra che si batte sui diritti. Il Qatargate, l’indagine condotta dalla magistratura belga per sospetta corruzione ad opera di Doha per influenzare il Parlamento Europeo, è destinato ad allargarsi ad «altri» eurodeputati, oltre alla vicepresidente Eva Kaili, destituita oggi con voto quasi unanime a Strasburgo.

A dirlo è Hannah Neumann, eurodeputata dei Gruenen, gli ecologisti tedeschi (gruppo Verdi/Ale). Neumann è presidente della Darp, la Delegazione del Parlamento per i rapporti con la Penisola Arabica, della quale era vicepresidente Marc Tarabella e nella quale siede, come sostituta, la stessa Kaili.

«Temo che ce ne saranno altri – osserva – basta guardare la cosa razionalmente: cosa ci fai con un eurodeputato? O provi con altre istituzioni, o devi provare con più eurodeputati. Con uno non ottieni niente».

Per Neumann, la corruzione (presunta finora) svelata dagli inquirenti belgi è stata un’amara sospresa: «Ci sono sempre – spiega – colleghi più amichevoli con alcuni Paesi rispetto ad altri e il presidente della delegazione deve sempre cercare di trovare un equilibrio, essere diplomatica. Ho sempre pensato che queste posizioni fossero basate su differenze politiche e ora, dato che so che potrebbero esserci soldi coinvolti, la trovo davvero una rottura nel legame di fiducia che esiste tra colleghi. Ci sono molti Paesi terzi che cercano di influenzare la nostra democrazia. Ma per me il grosso problema è che uno, o forse alcuni dei miei colleghi ci sono cascati».

C’è un fatto «cospicuo», osserva l’europarlamentare di Speyer, nella Renania-Palatinato, ed è il fatto che «il nuovo ambasciatore del Qatar», Abdelaziz Bin Ahmed al Malki, «ha lavorato a lungo in Italia, come ambasciatore e come capo di un’organizzazione internazionale a Roma. Col senno di poi, potrebbe voler dire qualcosa, o proprio niente. Ma ora tutto è sotto esame».

L’ex presidente della sottocommissione Droi Antonio Panzeri «l’ho conosciuto – racconta ancora l’eurodeputata, classe 1984 – quando ho iniziato a lavorare nel Parlamento Europeo, ha chiesto di incontrarmi. L’ho incontrato: era uno dei tipici uomini italiani più anziani: non mi è piaciuto molto, ma non avevo motivo di sospettare qualcosa».á

«Stava facendo una campagna per il suo osservatorio per combattere l’impunità – prosegue Neumann – non ho compreso appieno il concetto di questo osservatorio, ma ovviamente voglio anch’io lottare contro l’impunità. Per me era più una persona che cerca fondi per la sua Ong, cosa che succede spesso a Bruxelles. Ma non sospettavo che ci fosse qualcosa di criminale dietro».

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