Migranti, Meloni fallisce la forzatura muscolare e da Parigi arriva uno schiaffone
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Migranti, Meloni fallisce la forzatura muscolare e da Parigi arriva uno schiaffone

La prima prova di forza tentata dal Governo Meloni con l’Europa si è rivelata un boomerang per i muscolari propositi manifestati da premier, vice premier e ministri.  Pii la Francia...

Migranti, Meloni fallisce la forzatura muscolare e da Parigi arriva uno schiaffone
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

9 Novembre 2022 - 13.29


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Migranti, une gifle de Paris.  La prima prova di forza tentata dal Governo Meloni con l’Europa si è rivelata un boomerang per i muscolari propositi manifestati da premier, vice premier e ministri. 

Uno schiaffo da Parigi

L’atteggiamento delle autorità italiane è “contrario al diritto del mare e allo spirito di solidarietà europea”, ha dichiarato una fonte del governo francese all’Afp. E il portavoce dell’esecutivo di Parigi, Oliver Vèran, ha sottolineato che l’Italia deve “svolgere il suo ruolo” e “rispettare gli impegni europei” accogliendo la Ocean Viking su cui sono bloccati centinaia di migranti. “La barca si trova attualmente nelle acque territoriali italiane, ci sono regole europee estremamente chiare che sono state peraltro accettate dagli italiani che sono, di fatto, i primi beneficiari di un meccanismo europeo di solidarietà finanziaria”, ha aggiunto Véran.Ieri sera la premier Giorgia Meloni aveva ringraziato la Francia per aver accettato di accogliere l’Ocean Viking e dei suoi 234 passeggeri migranti. “Ma i meccanismi diplomatici sono ancora in azione nel momento in cui vi parlo, quindi non posso andare oltre”, ha tagliato corto Véran. “Abbiamo ancora qualche ora di discussione e, in
ogni caso, siamo ancora in questa fase”, ha aggiunto, promettendo comunque che “nessuno lascerà che questa barca corra il minimo rischio, ovviamente per chi è a bordo” . “Di fronte al silenzio assordante dell’Italia”, ieri la ong SOS Méditerranée ha affermato di aver chiesto alla Francia di assegnare un porto sicuro all’Ocean Viking, che “dovrebbe arrivare in acque internazionali vicino alla Corsica il 10 novembre”. Prima notte senza migranti a bordo per le due navi di Ong, la Humanity 1 e Geo Barents di Medici senza frontiere, ormeggiate, rispettivamente, da sabato e domenica scorsi nel porto di Catania. Tutte le persone che erano rimaste a bordo sono state fatte sbarcare ieri sera e portate in un impianto sportivo di proprietà del Comune, il Palaspedini, accanto allo stadio Angelo Massimino.

Geo Barents, ha annunciato ieri il capo missione Juan Mattias Gil, dopo un giorno di riposo e “il tempo di fare rifornimento”, “ritornerà in mare a salvare vite umane” nonostante il decreto ministeriale sulle ong perché, ha spiegato, “non ci possiamo fermare”. La posizione di Sos Humanity sarà resa nota oggi durante una conferenza stampa prevista per le 11 al molo di Levante.

Sul fronte legale, decaduto, per cessato motivo del contendere, il ricorso al Tribunale civile di Catania, i legali della ong Sos Humanity stanno ancora valutando se presentarlo invece Tar del Lazio sul verbale notificato al comandante per andare via con la nave e le 35 persone rimaste a bordo che erano stati fatti scendere 144 migranti valutati ‘fragili’. “La contestazione sul verbale – spiega l’avvocato Riccardo Campochiaro – è anche una contestazione sul decreto ministeriale che, secondo pareri di illustri giuristi italiani e internazionali, fa acqua da tutte le parti. E un provvedimento del Tribunale amministrativo regionale sarebbe decisivo sulla sua applicazione”.

E mentre la Commissione europea ricorda all’Italia che ha il dovere di garantire ai migranti l’accesso alle procedure per l’asilo, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, respinge con nettezza gli attacchi: “Non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani”. Matteo Salvini per una volta non replica ma si limita ad esultare per la partenza della Ocean Viking verso la Francia: “bene così. L’aria è cambiata”. Ma la partita politica non è chiusa, con il Pd che chiede a Piantedosi di riferire in Aula Senato su quanto sta accadendo ed il segretario Enrico Letta che definisce “la selezione dei disperati una aberrazione e uno schiaffo alla civiltà e allo Stato di diritto”.

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Quelle ore cruciali

Rivela il Post: “Nelle ore precedenti allo sbarco di tutti i migranti a Catania, una fonte del governo francese aveva parlato della situazione in forma anonima all’agenzia di stampa Afp. Aveva criticato molto duramente il governo italiano e aveva definito il comportamento assunto nei confronti di migranti «inaccettabile» e «contrario al diritto del mare e allo spirito di solidarietà europea».

Ancora prima a criticare la strategia del nuovo governo italiano di chiusura verso i migranti era stata la Commissione Europea, che attraverso una sua portavoce aveva ribadito come l’Italia fosse obbligata a farli sbarcare e permettere loro di fare domanda di asilo.

«I cittadini di paesi terzi presenti sul territorio, incluse le acque territoriali possono fare domanda di asilo e, in quel caso, è richiesto agli stati membri di dare effettivo accesso alle procedure d’asilo. Abbiamo un chiaro quadro giuridico in vigore», aveva detto la portavoce, di fatto smentendo la tesi del governo italiano secondo cui non fosse compito dell’Italia accogliere quei migranti ma dei paesi la cui bandiera batteva sulle navi delle ong.

La denuncia della Cei

Sulle migrazioni “ancora una volta Papa Francesco fa appello al buon senso, ma non utilizziamo il Papa come copertura di scelte politiche”. Così monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei, alla presentazione ieri del rapporto “Italiani nel mondo” di Migrantes.

Il discorso del Pontefice, ha sottolineato Savino è “serio, responsabile ed evangelico”. “Se non vogliamo che i mari, soprattutto il Mar Mediterraneo, diventi sempre di più un cimitero liquido senza lapidi ma forse il cimitero più grande, noi dobbiamo salvare, custodire e tutelare gli immigrati e l’Europa non lasci sola l’italia. Questo è fondamentale e qui si gioca la civiltà dell’Europa e la democrazia non solo in Italia ma anche in Europa”.

“Ho paura quando sento parlare di ‘accoglienza selettiva’, non so cosa significhi questo aggettivo. E sono preoccupato quando sento parlare e dire che alcuni di questi immigrati sono ‘carichi residuali’.  Qui si gioca la democrazia matura almeno a livello europeo” ha detto Savino. “Se chiediamo per nostri italiani accoglienza e uguaglianza dobbiamo avere lo stesso vocabolario per i fratelli e le sorelle che vengono in Italia”, ha sottolineato Savino.

Con la gestione delle navi delle Ong cariche di migranti salvati in mare “il nuovo governo italiano sta mostrando la sua brutta faccia di razzismo e disumanità”. A dirlo all’Adnkronos è l’eurodeputato tedesco dell’Spd Dietmar Koester, membro della commissione Diritti Umani del Parlamento Europeo, del gruppo S&D. “Secondo la legge del mare – ricorda – è dovere degli Stati costieri assegnare un porto sicuro per le persone salvate in mare. Sia l’Italia che Malta sono Stati costieri responsabili, in base al diritto marittimo”.  

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“Dovrebbero essere sostenuti dagli altri Paesi Ue – continua Koester – ma la responsabilità di coordinare le operazioni di ricerca e soccorso e di assegnare un porto sicuro per le persone soccorse in mare ricade su di loro. Il governo italiano sta ora tentando, con ogni mezzo, di evadere il suo obbligo giuridico di fornire un porto sicuro. E’ uno scandalo che la nave Humanity 1 della Sos Humanity sia stata soggetta ad una ordinanza da parte dello Stato italiano. L’ordinanza prevede che tutti i sopravvissuti che restano a bordo debbano essere respinti in acque internazionali. Il respingimento dei superstiti rimanenti al di fuori delle acque territoriali nazionali costituirebbe una forma di refoulement collettivo, che viola pertanto sia la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo sia il principio di non refoulement della Convenzione di Ginevra sui rifugiati”, rimarca Koester.

Il j’accuse dell’esperto

Sul comportamento del Governo italiano usa parole durissime Paolo Maddalena, Vice presidente emerito della Corte Costituzionale. Che sul suo blog su Il Fatto quotidiano.it annota: “Si tratta di un comportamento fortemente disumano, come l’ha definito Papa Francesco, e contrario sia alla nostra Costituzione, sia al diritto internazionale per i rifugiati. Infatti l’articolo 117, comma 1, della Costituzione sancisce che le nostre leggi devono rispettare la Costituzione e i vincoli che derivano dagli obblighi internazionali. E un ben chiaro obbligo internazionale deriva dall’articolo 33 della convenzione di Ginevra, da noi recepita, secondo il quale “nessuno Stato contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza o delle sue opinioni politiche”.

Detto comportamento del nostro governo viola anche l’articolo 19 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione), secondo cui “le espulsioni collettive sono vietate e nessuno può essere allontanato, espulso e estradato verso uno Stato in cui esiste il rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti”.

Da precisare in proposito che secondo la giurisprudenza della Corte europea di Strasburgo anche i respingimenti collettivi in acque internazionali sono vietati. E si deve ancor precisare che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sancito che “secondo il diritto internazionale, in materia di tutela dei rifugiati, il criterio decisivo di cui tenere conto per stabilire la responsabilità di uno Stato non è quello che una persona si trovi nel territorio dello Stato o a bordo di una nave battente bandiera dello stesso, bensì che esso sia sottoposto a controllo effettivo e all’autorità dello Stato di cui si tratta”.

Insomma il divieto di respingimento costituisce un principio di diritto internazionale consuetudinario e vincola tutti gli Stati, compresi quelli che non sono parti della Convenzione delle Nazioni Unite, relativa allo status di rifugiati. Si tratta di una norma cogente e imperativa che non subisce nessuna deroga.[…].

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E si tratta di un comportamento che è contro i sentimenti di comprovata solidarietà della maggioranza degli italiani.

Si deve inoltre ricordare che il partito Fratelli d’Italia ha sempre affermato di voler far sbarcare gli immigrati regolari”, senza tener conto che le norme appena citate confermano che, nel caso in questione, si tratta proprio di profughi regolari, che fuggono dalla fame e dalle torture dei lager libici.

C’è da ribadire infine che errato è anche il concetto di legalitàpropugnato da Fratelli d’Italia, perché, da quando è entrata in vigore la Costituzione, non esiste più una legalità senza aggettivi, ma esiste soltanto una “legalità costituzionale”. Che è cosa ben diversa dalla legalità che intendono Meloni e il suo partito”.

Così Maddalena.

Una gioia condivisa

Racconta dal Porto di Catania Luisa Santangelo per fanpage.it:

Mimano un cuore con le mani da dietro ai vetri sporchi di un autobus. Sono da poco passate le 22 di ieri sera quando gli ultimi 35 migranti lasciano, sfiniti, il porto di Catania. Erano a bordo della Humanity 1 della ong Sos Humanity ed erano stati appena preceduti dagli oltre duecento uomini che, fermi a un’altra banchina, si trovavano sulla Geo Barents di Medici senza frontiere. A sbloccare uno stallo che durava da sabato sera, l’intervento dei medici del dipartimento di Salute mentale dell’Asp di Catania, coordinati dall’Usmaf, l’ufficio ministeriale della Sanità marittima.

Gli applausi sono scroscianti. Si sentono a distanza quelli dello staff di bordo delle due imbarcazioni e quelli degli stessi naufraghi, che si sostengono tra loro. E, appena i bus carichi passano, ci sono gli applausi degli attivisti antirazzisti del capoluogo etneo, da giorni in presidio permanente nei pressi delle due navi, tenuti a distanza dalle misure di sicurezza delle forze dell’ordine. Su un autobus si sente cantare Bella ciao, su un altro solo le grida dei sopravvissuti: “Grazie, grazie mille”, urlano sorridendo.

“Finalmente sono cominciate le operazioni di sbarco e questa attesa ingiustificata”, dice a Fanpage.it Till Rummenhohl, capo delle operazioni di Sos Humanity. “Se questo può accadere è solo perché abbiamo chiesto che venissero fatti nuovi controlli sui richiedenti asilo a bordo, con i mediatori culturali e con un’attenzione anche alla salute mentale di queste persone”, commenta.

Il nervosismo del ministro-prefetto

Da un lancio Ansa: “Il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, la cui direttiva dello scorso 25 settembre ha dato il via all’offensiva anti-ong del Governo, è finito prevedibilmente nel mirino: c’è chi ha definito incostituzionale il suo provvedimento e chi lo ha attaccato per la frase sul “carico residuale”. Lui non ci sta. “Se vi volete fermare all’esegesi delle espressioni burocratiche – si accende, rispondendo ai giornalisti – fate pure, ma non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani”.

Ma il ministro-prefetto deve farsene una ragione: le critiche piovono da tutta Europa. Tutta, tranne dall’amico Orban. 

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