Cile, Boric nella bufera: approvato il trattato transnazionale Tpp che svende il Paese, l'ira degli elettori
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Cile, Boric nella bufera: approvato il trattato transnazionale Tpp che svende il Paese, l'ira degli elettori

In Cile diversi movimenti politici e sociali si oppongono al TPP-11 a causa degli obblighi che esso impone al Paese, e sottolineano che in definitiva il nuovo Trattato non è necessario poiché Santiago ha già accordi bilaterali con i Paesi membri.

Cile, Boric nella bufera: approvato il trattato transnazionale Tpp che svende il Paese, l'ira degli elettori
Gabriel Boric indossa una t-shirt "No Tpp"
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13 Ottobre 2022 - 15.16


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In Cile è bufera sul presidente Gabriel Boric, dopo che il Senato ha approvato l’adesione al Trattato Transpacifico (TPP-11) con 27 voti favorevoli, 10 contrari e un’astensione, mettendo fine a mesi di discussione fra favorevoli e contrari all’iniziativa, anche all’interno delle forze che appoggiano il governo. La non adesione al Tpp, infatti, era uno dei punti fondamentali del programma elettorale del neoeletto presidente, che proviene dal movimento studentesco di sinistra. Con l’entrata in vigore del trattato, il Cile vedrà ridurre ancora di più il controllo sulle proprie risorse naturali e materie prime.

Il trattato originale è stato firmato dal Cile insieme ad Australia, Brunei, Canada, Giappone, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Vietnam e Stati Uniti nel febbraio 2016. Nel 2017, però, l’allora governo entrante di Donald Trump decise di ritirare gli Usa dal trattato. Successivamente, i restanti Paesi hanno deciso di rinegoziare il testo, arrivando ad una nuova firma, nel 2018, a Santiago.

Per la sua entrata in vigore, doveva essere ratificato da almeno sei dei suoi membri, cosa che è avvenuta in quello stesso anno, permettendo l’entrata in vigore il 30 dicembre 2018 per Giappone, Messico, Singapore, Nuova Zelanda, Canada, Australia; mentre per il Vietnam si è unito 14 gennaio 2019.

Ora, con l’approvazione del Cile e della Malesia la scorsa settimana, il Brunei è l’unico Paese che non ha ancora ratificato il Trattato. In Cile diversi movimenti politici e sociali si oppongono al TPP-11 a causa degli obblighi che esso impone al Paese, e sottolineano che in definitiva il nuovo Trattato non è necessario poiché Santiago ha già accordi bilaterali con ciascuno dei Paesi membri.

Critiche feroci sono arrivate dal sindaco di Recoleta, Daniel Jadue, suo avversario nel campo della sinistra radicale. “Quando avrebbe potuto ritirare il progetto, non l’ha fatto. Il Senato, con onorevoli eccezioni, ha approvato la cessione di sovranità alle transnazionali e ha messo a rischio il futuro del Paese”, ha dichiarato.

“Il programma che ci siamo impegnati a rispettare è chiaro e preciso al riguardo. È incomprensibile che il Presidente Boric, che avrebbe potuto ritirare il disegno di legge, non l’abbia fatto”, ha aggiunto.

I senatori di Apruebo Dignidad, Alejandra Sepúlveda, Juan Ignacio Latorre, Fabiola Campillai, Daniel Núñez e Claudia Pascual, hanno votato in blocco contro il TPP 11, così come l’indipendente Karim Bianchi. Mentre per il Socialismo Democratico, Alfonso de Urresti e Fidel Espinoza (PS) hanno votato contro, insieme a Francisco Huenchumilla e Yasna Provoste (DC).

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