Apartheid vaccinale: storia di un "genocidio" tenuto lontano dai riflettori
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Apartheid vaccinale: storia di un "genocidio" tenuto lontano dai riflettori

17,5 milioni di persone sono morte per la pandemia, quasi 30 mila al giorno, da quando l’Organizzazione Mondiale del Commercio ha iniziato a discutere la sospensione delle regole che tutelano proprietà intellettuale di vaccini e terapie Covid-19"

Apartheid vaccinale: storia di un "genocidio" tenuto lontano dai riflettori
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

9 Giugno 2022 - 17.41


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Statene certi. Nessuno su questo “genocidio” sanitario farà una maratona televisiva. Perché sarebbero troppi i “Putin” ai quali accollare le responsabilità di questo sterminio di massa. Statene certi. Perché non ci si mette contro la Big Pharma, i colossi farmaceutici globali, quelli che dispensano milioni per costruirsi una comunicazione favorevole. Favorevole anche perché omertosa. Nessuno si azzarda a invocare una “Norimberga Covid” che vedesse sul banco degli imputati coloro che sull’apartheid vaccinale si sono arricchiti a dismisura, sulla pelle, sulla vita dei poveri al mondo. 

C’è chi dine no.

Per fortuna, per dirla con il grande Vasco Rossi, “c’è chi dice no”. Come Oxfam ed Emergency. 

Genocidio sanitario

17,5 milioni di persone sono morte per la pandemia, quasi 30 mila al giorno, da quando l’Organizzazione Mondiale del Commercio, 20 mesi fa, ha iniziato a discutere la proposta di sospensione delle regole che tutelano proprietà intellettuale di vaccini, terapie e diagnostica Covid-19.

 È l’allarme lanciato da Oxfam e Emergency, membri della People’s Vaccine Alliance, in vista dell’incontro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc), in programma dal 12 al 15 giugno a Ginevra.

Oltre la metà dei decessi causati dal Covid-19 sono avvenuti in Paesi a basso e medio reddito

“La proposta di sospensione dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini, cure e test diagnostici relativi al Covid – avanzata da India e dal Sud Africa nell’ottobre 2020 e sostenuta da oltre 100 Paesi – consentirebbe ai Paesi a basso e medio reddito di realizzare questi prodotti sanitari indispensabili per la prevenzione e la cura del Covid-19 a prezzi più bassi rispetto agli attuali, imposti dalle aziende farmaceutiche monopoliste – rimarcano Sara Albiani, policy advisor sulla salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, Presidente di Emergency -.Tuttavia, l’Unione Europea, Regno Unito e Svizzera hanno impedito di raggiungere un accordo che avrebbe potuto salvare innumerevoli vite. Al contrario, nonostante almeno la metà delle vittime della pandemia siano nei Paesi in via di sviluppo (ed è un calcolo per difetto!), le richieste avanzate sono state respinte al mittente, col rischio di arrivare a una soluzione parziale che non risolverà il problema”. 

In discussione una nuova proposta che porrà nuovi ostacoli ai produttori nel Sud del mondo

Dopo più di 18 mesi dalla proposta di sospensione dei diritti di proprietà intellettuale, alla prossima riunione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio si discuterà infatti ancora su un documento di compromesso che si allontana molto dall’idea originale e aggiunge ulteriori ostacoli per le aziende farmaceutiche nei Paesi in via di sviluppo.

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 In primo luogo, perché riguarda i soli vaccini, escludendo le terapie e la diagnostica, che sono altrettanto fondamentali per salvare vite e ridurre la mortalità. 

Inoltre perché la proposta si applica, solo ai brevetti e non ad altre forme di proprietà intellettuale, che possono creare barriere legali e normative alla produzione di vaccini (così come di terapie e diagnostica). Diritti d’autore, marchi, segreti commerciali, design industriale e dati non divulgati rimarranno una potenziale barriera alla produzione a basso costo e all’accesso a vaccini e altre tecnologie mediche. 

 “Milioni di persone stanno pagando il prezzo dell’ipocrisia dei leader mondiali che hanno affermato che i vaccini avrebbero dovuto essere un bene pubblico globale, ma hanno lavorato per quasi 2 anni per far deragliare il processo che avrebbe potuto portare a mantenere quella promessa. – aggiungono Albiani e Miccio -. Con le molteplici crisi che devono essere affrontate a livello globale in questo momento è incomprensibile, che si stia ancora discutendo se sia una buona idea o meno mettere in condizione i Paesi più poveri di essere in grado di produrre i propri vaccini, test e trattamenti per questa e per eventuali future pandemie”.

 Meno di un quinto degli abitanti dell’Africa al momento ha ricevuto un ciclo vaccinale completo.

Attualmente, meno di un quinto degli africani ha ricevuto un ciclo vaccinale completo. Le strategie usate per promuovere l’accesso ai vaccini nei paesi a basso reddito si sono basate sulle donazioni. Per più di un anno i vaccini non sono stati disponibili e, una volta iniziate le spedizioni nei Paesi poveri, spesso le dosi si sono rivelate inutilizzabili, perché troppo vicine alla scadenza. Minando la fiducia tra l’Ue e i Paesi africani, oltre che la capacità dei diversi Paesi di pianificare efficaci campagne vaccinali. D’altro canto, terapie e test rimangono ancora un miraggio nei Paesi più poveri.

 Nonostante le immani difficoltà, l’Africa è stata più efficiente di Portogallo e Austria nella somministrazione dei vaccini ricevuti.

Nonostante le difficoltà logistiche l’Africa ha somministrato però il 70% delle dosi ricevute, più di quanto non abbiano fatto paesi europei come Portogallo (68%), Austria (58%), Cipro (69%).  Un risultato notevole se si pensa che i Paesi africani hanno limitati budget sanitari, con una spesa pro-capite 33 volte inferiore a quella dei Paesi ad alto reddito.

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 In gioco la credibilità stessa dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Oxfam, Emergengy e la People’s Vaccine Alliance denunciano quindi come l’attuale stallo all’Omc sulla sospensione delle regole sulla proprietà intellettuale rischia di compromettere i negoziati in corso e la stessa credibilità dell’organizzazione, soprattutto perché l’economia globale sta affrontando la prospettiva di una recessione unita all’aumento dei prezzi di cibo e carburante.

 “L’Ue di fatto rimane sorda agli appelli dell’Africa che chiede una sospensione dei diritti di proprietà intellettuale – continuano Albiani e Miccio -.  Asseconda gli interessi dell’industria farmaceutica, senza mostrare la flessibilità necessaria a ricostituire un senso di fiducia in tempi di crisi tanto drammatici”.

 Il rischio che l’apartheid vaccinale si riproponga per il contrasto delle nuove varianti il prossimo autunno

L’attuale apartheid vaccinale rischia peraltro di replicarsi con la prossima generazione di vaccini o terapie anti Covid, sancendo un precedente pericolosissimo per le prossime pandemie.

 “Perché mai i Paesi a basso reddito dovrebbero accettare di fronteggiare le nuove varianti con vaccini di vecchia generazione? – concludono Albiani e Miccio – Rassegnarsi all’idea che i Paesi ricchi facciano di nuovo incetta delle dosi capaci di contrastare nuove varianti? Non serve carità, ma riconoscimento dei diritti. Chiediamo ai governi di fare la cosa giusta, sospendendo le regole della proprietà intellettuale su vaccini e trattamenti per questa pandemia e quelle che dovremo affrontare in futuro”.

 Vaccini a 24 volte il costo di produzione ma l’87% del mondo povero non è vaccinato

Mentre i monopoli detenuti da Pfizer, BioNTech e Moderna hanno permesso di realizzare utili per 1.000 dollari al secondo e creare 5 nuovi miliardari, meno dell’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi a basso reddito. La percentuale di persone con Covid-19 che muore a causa del virus nei Paesi in via di sviluppo è circa il doppio di quella dei Paesi ricchi, mentre ad oggi nei Paesi a basso reddito è stata vaccinata appena il 4,81% della popolazione.

In apertura del meeting annuale del World Economic Forum in presenza a Davos, nel maggio scorso,  Oxfam ha rilasciato  nuovi allarmanti dati che fotografano scandalose iniquità a livello globale.

La pandemia ha prodotto 40 nuovi miliardari anche nel settore farmaceutico che ha registrato negli ultimi due anni profitti da capogiro. Imprese come Moderna e Pfizer hanno realizzato 1.000 dollari di profitto al secondo grazie al solo vaccino Covid-19 e, nonostante abbiano usufruito di ingenti risorse pubbliche per il suo sviluppo, fanno pagare ai governi le dosi fino a 24 volte in più rispetto al costo di produzione stimato, anteponendo gli utili alla tutela della salute globale in un mondo in cui l’87% dei cittadini nei Paesi a basso reddito non ha ancora completato il ciclo vaccinale.

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“È scandaloso che alcuni abbiano accumulato ricchezze, negando a miliardi di persone l’accesso ai vaccini o approfittando dell’aumento dei prezzi alimentari ed energetici – sottolineava in quell’occasione rimarca Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International -. A due anni dall’inizio della pandemia, con più di 20 milioni di morti stimate dovute al Covid-19 e una crisi economica drammatica, i leader dei governi hanno il dovere morale di promuovere misure nell’interesse dei più, soprattutto delle persone più vulnerabili, e non dei pochi”. 

Le richieste di Oxfam

Oxfam raccomanda ai governi di: Porre fine all’apartheid vaccinale sospendendo i brevetti, favorendo la condivisione di know-how e tecnologia sui vaccini Covid-19, investendo in centri di produzione di vaccini nel Sud del mondo, redistribuendo immediatamente ed equamente le dosi esistenti e mantenendo le promesse di donazione fatte, secondo un calendario concordato che consenta l’implementazione di un’efficace campagna vaccinale nei Paesi a basso reddito; riallocare, a favore dei Paesi vulnerabili, una generosa quota dei diritti speciali di prelievo (Dsp),assicurando la fruibilità senza condizionalità di tali risorse da parte dei Paesi beneficiari, riconoscendone la natura concessionale e il carattere addizionale rispetto ad altri impegni finanziari; introdurre imposte straordinarie sugli extra-profitti pandemici (e sugli extra-profitti delle compagnie energetiche) per finanziare trasferimenti pubblici alle famiglie in difficoltà; accanto a simili interventi solidaristici va inoltre assicurato un serio riequilibrio dei carichi fiscali con un marcato spostamento del carico impositivo dai redditi da lavoro a quelli da capitale, rafforzata la funzione redistributiva dei sistemi fiscali e perseguito il rispetto del principio di equità orizzontale.

Proposte concrete, fattibili. Che se tradotte in politiche fattive, contrasterebbero l’apartheid dei vaccini. Ma per farlo occorre coraggio, lungimiranza, un carico di eticità che scarseggia a Washington come a Bruxelles. Si dovrebbe sanzionare Big Pharma. Se non fosse che molti tra i Grandi della Terra sono insediati a case, più o meno, bianche grazie ai generosi finanziamenti dei colossi farmaceutici.

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