Ucraina, i 'camalli' Regno Unito, Olanda, Svezia e Danimarca rifiutano di scaricare merci russe
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Ucraina, i 'camalli' Regno Unito, Olanda, Svezia e Danimarca rifiutano di scaricare merci russe

Lo ha reso noto la Confederazione Europea Sindacati: "I portuali di tutta Europa si sono battuti per il diritto a non scaricare il petrolio"

Ucraina, i 'camalli' Regno Unito, Olanda, Svezia e Danimarca rifiutano di scaricare merci russe
Petrolio russo
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1 Giugno 2022 - 20.03


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Una protesta contro il fascismo revanscista di Mosca. I `camalli´ di Regno Unito, Olanda, Svezia e Danimarca hanno cominciato unilateralmente a rifiutarsi di scaricare merci russe, incluso il petrolio.

Lo rende noto la Ces (Confederazione Europea Sindacati).

Commentando le sanzioni petrolifere concordate nell’ambito del sesto pacchetto di sanzioni della Ue contro la Russia, il segretario generale della Ces, Luca Visentini, ha dichiarato: «Il petrolio è una delle principali risorse per finanziare la macchina da guerra russa e la sua inclusione nelle sanzioni è attesa da tempo. L’eccezione per il petrolio consegnato tramite oleodotto, anche se temporanea, è deplorevole data la grave situazione in Ucraina. Queste sanzioni devono però essere accompagnate da misure per alleviare l’impatto della crisi energetica sui lavoratori e sulle imprese, come un massimale sui prezzi e il rifinanziamento del meccanismo di protezione temporanea SURE che ha avuto tanto successo nel portare l’Europa attraverso la pandemia. Ciò garantirebbe un continuo sostegno popolare a sanzioni sufficientemente forti da riportare la pace in Ucraina».

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Il Consiglio europeo – prosegue la Ces – ha sostenuto il divieto delle consegne di petrolio russo via mare, e questo avviene dopo che i portuali e i loro sindacati in tutta Europa si sono battuti per il diritto di non scaricare merci russe, compreso il petrolio, e in alcuni casi si sono rifiutati unilateralmente di farlo. L’azione ha avuto luogo nel Regno Unito, in Danimarca, nei Paesi Bassi e in Svezia. Commentando le ultime sanzioni, il vice segretario generale della CES, Claes-Mikael Stahl, ha dichiarato:

«Sono mesi che i lavoratori portuali di tutta Europa si rifiutano coraggiosamente di scaricare il petrolio russo, anche se questo li mette a rischio di perdere il lavoro o di dover affrontare azioni legali. La loro azione di solidarietà ha spinto i politici a iniziare finalmente a colpire Putin dove fa male».

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