Ucraina, Kuleba: "Sbloccare il grano entro due settimane, Mosca garantisca di non attaccare Odessa"
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Ucraina, Kuleba: "Sbloccare il grano entro due settimane, Mosca garantisca di non attaccare Odessa"

"Nessuno si può fidare dei russi. Bisogna stare molto attenti, per questo non ci basta la garanzia unilaterale del Cremlino. Servono Paesi terzi che si prendano la responsabilità di far rispettare l'accordo".

Ucraina, Kuleba: "Sbloccare il grano entro due settimane, Mosca garantisca di non attaccare Odessa"
Dmytro Kuleba
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31 Maggio 2022 - 09.25


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Il grano dell’Ucraina è, in gran parte, ancora bloccato nei porti in attesa che le forze russe lo lascino partire. Una situazione da far ripartire quanto prima, per evitare una crisi alimentare a livello globale. Di questo ha parlato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, in un’intervista a La Repubblica.

Per sbloccare il grano dai porti ucraini serve una “operazione internazionale” che consenta di “sminare le acque e scortare il passaggio dei cargo commerciali”, ma questo “si può fare solo con un impegno formale della Russia a non usare il corridoio per attaccarci”, in particolare per non lanciare l’assalto su Odessa. 

“Nessuno si può fidare dei russi. Bisogna stare molto attenti, per questo non ci basta la garanzia unilaterale del Cremlino. Servono Paesi terzi che si prendano la responsabilità di far rispettare l’accordo. Ci va bene anche l’intervento delle Nazioni Unite. Il nostro primo interesse è che il nostro frumento arrivi alle nazioni che ne hanno bisogno”.

Kuleba parla di “corsa contro il tempo”, perché “lo sblocco dei porti deve avvenire entro due settimane al massimo”.

Il cessate il fuoco non sembra alle porte, “non abbiamo nulla in contrario a ritornare al tavolo” assicura il ministro ucraino, ma “Putin sa solo dare ultimatum”. Sul campo “l’invasione del Donbass è brutale, nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia portano avanti l’annessione dei territori occupati e sparano missili sulle città. Se vuoi negoziare veramente non ti comporti così”.

L’Ucraina punta “molto” sulla mediazione di Erdogan, mentre sul piano di pace italiano Kuleba dice che “l’integrità territoriale dell’Ucraina deve essere il presupposto base. Oltretutto, il clamore mediatico attorno al Piano italiano non ha aiutato, ma questa è una mia opinione personale. In ogni caso, l’Italia è sincera. Ci sono invece Paesi che fingono di essere interessati alla mediazione solo per trovare una scusa per mantenere relazioni dirette e amichevoli con Putin. Ecco, le loro proposte non sono benvenute”.

In merito alle discussioni europee sulle sanzioni, la richiesta di Kuleba è puntare all’obiettivo di “mettere l’economia russa in ginocchio, così da impedire a Putin di pagare le armi e l’esercito. E’ un Paese che dipende molto dalle sue esportazioni, principalmente via mare, quindi chiediamo che venga colpita l’industria delle spedizioni all’estero e che siano bloccate tramite sanzioni le esportazioni di gas, ferro ed energia nucleare in Europa”. 

Inoltre “ancora una volta, di mandarci il più possibile i cannoni da 155 millimetri di calibro e i sistemi multipli di lanciamissili”. Al momento “ci sono Paesi da cui aspettiamo la consegna e Paesi per cui ci siamo stufati di aspettare. La Germania appartiene al secondo gruppo”. Perché “se avessimo avuto le armi dell’Occidente in tempo, avremmo già liberato Kherson e altre zone. Un giorno o l’altro lanceremo la controffensiva. Siamo in guerra con un Paese che ha un presidente che ci odia e non vuole che esistiamo. Non ci arrenderemo mai”.

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