Chi è Kyrill Martynov, il giornalista russo ospite di "Controcorrente" accusato di tradimento
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Chi è Kyrill Martynov, il giornalista russo ospite di "Controcorrente" accusato di tradimento

Giornalista del quotidiano russo Novaja Gazeta, che ha parlato al Parlamento europeo, è ospite questa sera del programma di Veronica Gentili.

Chi è Kyrill Martynov, il giornalista russo ospite di "Controcorrente" accusato di tradimento
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25 Maggio 2022 - 15.04


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Kyrill Martynov, vicedirettore e opinionista politico della Novaja Gazeta, non ha intenzione di tornare nel suo Paese, dal quale è fuggito, malmeno per il momento. In una recente intervista al quotidiano La Stampa, il giornalista ha raccontato la situazione in Russia. 

“Essere giornalisti a Mosca è dura. È la capitale del paese aggressore, si vive tra cordoni di polizia e simboli militari ufficiali, ci sono Z dovunque”. E dell’atteggiamento dell’opionione pubblica dice: “La maggior parte delle persone sono conformiste, come sempre, ed esitano a lottare per imporre la loro opinione. Ma il vero problema, per i russi, è che ammettere la verità sulla guerra significa ammettere la catastrofe, ammettere che il nostro Paese ha commesso un crimine, che siamo “cattive persone”. I russi tendono a rimuovere questa verità, non vogliono credere ai fatti”. 

Avete sentito solidarietà da parte della gente?
“Davanti alla redazione si sono svolte diverse manifestazioni di “attivisti” statali che ci hanno accusato di “tradimento”. Ognuno di noi sa che potrebbe essere perseguito legalmente per il suo lavoro. Di fatto dopo il 28 marzo è diventato pericoloso pubblicare testi in Russia, per questo abbiamo interrotto la pubblicazione. Allo stesso tempo, so che c’è un movimento clandestino contro la guerra in Russia, molti russi odiano questa guerra e chi l’ha scatenata”.

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I russi stanno cambiando idea sulla guerra?
“L’opinione pubblica in Russia oscilla. C’è una parte relativamente piccola di russi che sostiene attivamente la guerra e agisce in simbiosi con la propaganda di stato. (…) Ma c’è un numero altrettanto grande di miei connazionali che è attivamente contro la guerra: ora rischiano la reclusione ed è solo per questo che non vediamo proteste di massa contro la guerra. Ma le persone continuano a lottare, a convincere i propri cari, a stampare volantini contro la guerra, a cercare di mantenere lucida la mente nella situazione di un’insopportabile catastrofe morale che stiamo attraversando”.

Cosa pensi delle ipotesi di un cambio di regime in Russia?
“I russi credono ancora che semplicemente non ci sia alternativa a Putin. Tuttavia, non sono sicuro che il suo potere sia forte. Il Cremlino ha alzato troppo la posta in gioco, una crisi politica interna è possibile e c’è un evidente conflitto all’interno delle élite, come dimostra il ruolo di Abramovich come negoziatore – anche se i contorni della vicenda sono poco chiari – e la scomparsa di militari russi di alto rango dalla sfera pubblica. Ma bisogna capire quanto improbabile sia l’entrata in scena di un leader politico russo più liberale di Putin. Penso che la minaccia più seria sia l’ascesa politica di Ramzan Kadyrov, unica persona pronta a scatenare una violenza diretta e illimitata a Mosca”.

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