Ucraina, il negoziatore Podolyak: "Dobbiamo tornare al tavolo, la campagna non sta andando come Putin sperava"
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Ucraina, il negoziatore Podolyak: "Dobbiamo tornare al tavolo, la campagna non sta andando come Putin sperava"

Mykhailo Podoliak, consigliere dell’ufficio di presidenza di Zelensky, punta a riprendere i negoziati interrotti: "Mosca vuole metterci pressione ad est, ma non ci sta riuscendo"

Ucraina, il negoziatore Podolyak: "Dobbiamo tornare al tavolo, la campagna non sta andando come Putin sperava"
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10 Maggio 2022 - 09.34


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Mykhailo Podoliak, consigliere dell’ufficio di presidenza di Zelensky e capo della delegazione diplomatica ucraina al tavolo delle trattative, esprime la sua convinzione sulla situazione dei negoziati: “Si deve tornare al tavolo, Mosca lo capirà presto. I russi nell’Est provano a metterci pressione: appena vedranno che non ci riescono, saranno più realisti”.

È chiaro che la campagna non sta andando come Putin sperava. In termini di uomini in campo ed equipaggiamento militare non sono in vantaggio, né a Sud né a Est. Le sanzioni economiche dell’Occidente stanno funzionando, diventano sempre più pesanti. E stiamo aspettando, soprattutto, l’embargo sul petrolio”. Anche l’Italia sta facendo bene la sua parte, dice Podoliak:

“L’Italia ha una posizione positiva nei nostri confronti. La leadership politica italiana ha ben chiaro chi ha cominciato la guerra e quali conseguenze potrà avere”. L’Ucraina è in guerra da oltre 75 giorni. Per Podoliak si tratta già di una sconfitta per Putin, che aveva programmato di conquistare il territorio in meno di una settimana.

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“Il suo discorso è stato un discorso da Paese che sta perdendo. Non c’era un’idea chiave, solo un’insieme di parole banali. Nessuna creatività, se non per minacciare altri Paesi o l’uso di armi nucleari. Ovviamente, non è vero che l’Ucraina stava per invadere la Crimea né che la Nato volesse attaccare la Federazione”. Le guerre si concludono sempre con trattati, dice Podoliak, che esclude la possibilità che Zelenski possa accettare di rinunciare alla Crimea.

“Assolutamente no. Lui enfatizza di continuo l’importanza dell’integrità e sovranità territoriale, sono requisiti base per noi. Tutti i territori, anche quelli temporaneamente occupati, li consideriamo nostri”.

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