Ucraina, parte in Italia il progetto 'Druzi' di Save the Children: un sostegno online per i giovani rifugiati
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Ucraina, parte in Italia il progetto 'Druzi' di Save the Children: un sostegno online per i giovani rifugiati

Save the Children assiste i rifugiati secondo tre principi: protezione, sostegno all'accoglienza e sostegno alla integrazione. Il volontari del progetto Druzi (Amici) aiutano online i più giovani ad ambientarsi

Ucraina, parte in Italia il progetto 'Druzi' di Save the Children: un sostegno online per i giovani rifugiati
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29 Marzo 2022 - 12.33


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Save the Children risponde all’emergenza in Ucraina. L’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini in pericolo e per garantire loro un futuro, dai primi di marzo è attiva anche in Italia, con un intervento integrato per sostenere minori e famiglie di profughi fuggiti dal Paese in guerra, che si snoda lungo tre direttrici: protezione, sostegno all’accoglienza e sostegno alla integrazione. Sono state già supportate quasi 2.100 persone, per lo più donne e bambini giunti come profughi nel nostro Paese. Tra questi, anche 92 – 42 bambini con le loro mamme e 21 bambini non accompagnati – per le quali Save the Children, in collaborazione con il CIR, ha curato un trasferimento in sicurezza dalla Polonia.

A questi interventi oggi si aggiunge ‘Druzi’ (‘Amici’ in lingua ucraina). Il progetto prevede l’affiancamento personalizzato e continuativo da parte di volontari, in prevalenza appartenenti alla comunità ucraina in Italia con competenze linguistiche, ai bambini e agli adolescenti tra i 9 e i 18 anni giunti in Italia in fuga dal conflitto. Attraverso un tablet con connessione internet, questi potranno fruire, con regolarità, di incontri on line con giovani volontari che parlano la loro lingua ma vivono stabilmente in Italia.

I volontari, dopo un percorso formativo e sotto la supervisione di una equipe di educatori e di psicologi, li accompagneranno alla conoscenza dell’Italia e delle città dove sono ospitati, li sosterranno nel mantenimento delle competenze di base, del percorso scolastico (molti bambini e adolescenti continuano a frequentare la loro scuola in Ucraina tramite la DAD), favoriranno l’apprendimento di nozioni di base della lingua italiana, promuoveranno attività di lettura e di gioco.

Un’opportunità, dunque, per i bambini e gli adolescenti di potersi esprimere nella propria lingua in un contesto protetto, allargando la rete delle relazioni. “Incontriamo in Italia soprattutto famiglie spezzate, mamme, o nonne, con i loro bambini che vivono la continua ansia per la sorte dei propri compagni e dei familiari ancora in Ucraina”, ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice Italia-Europa di Save the Children.

Per questi bambini, continua Milano, “è fondamentale ritrovare spazi di relazione e di socialità ed è preziosa la possibilità di confrontarsi con ragazzi e ragazze che parlano la loro lingua e che possono accompagnarli alla scoperta di un Paese che non conoscono. Voglio ringraziare tutti i volontari che in poche ore si sono resi disponibili, soprattutto giovani della comunità ucraina italiana che, attraverso l’adesione a questo progetto, hanno trovato il modo per esprimere la loro vicinanza e il loro impegno civico. Questo intervento si colloca, infatti, in una grande rete di solidarietà che coinvolge la società civile, le organizzazioni umanitarie, in collaborazione con le istituzioni a ogni livello. È fondamentale ora fare in modo che, dopo un mese dall’inizio dell’emergenza, questa rete si dia una struttura organica, per assicurare su tutto il territorio nazionale una presa in carico adeguata dei bambini e delle famiglie per tutta la durata della loro permanenza in Italia”.

Già nelle prime videochiamate volontari di `Druzi´ hanno registrato la grande voglia dei ragazzi ucraini di capire e conoscere meglio la nuova realtà nella quale si trovano: hanno richiesto libri in italiano per esercitarsi con la nostra lingua, informazioni sulla città e sull’Italia, e in generale hanno dimostrato di apprezzare uno spazio di confronto nella loro lingua per porre domande e esprimere i loro pensieri. Molti di loro proseguono il percorso didattico in DAD con la loro scuola o con i loro professori che si collegano dall’Ucraina, ma hanno comunque espresso il desiderio di poter al più presto tornare a scuola in presenza e rivedere i propri compagni.

I ragazzi che partecipano al progetto Druzi sono al momento quelli presenti all’interno degli hotel e dei centri destinati all’accoglienza collettiva dei profughi ucraini. Accedono al servizio dopo un breve colloquio informativo che coinvolge anche il genitore o il loro tutore. I volontari impegnati – nei primi giorni già più di 300 si sono resi disponibili – hanno seguito un percorso formativo messo a punto da Save The Children, comprendente anche elementi e suggerimenti psicologici per dialogare con i più piccoli e rendere l’incontro in videochiamata un momento quanto più sereno e piacevole possibile (per informazioni è possibile inviare una mail a volontariperleducazione@savethechildren.org ).

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