L'ipocrisia polacca: arrestati 4 attivisti che hanno aiutato i profughi. Erano siriani e non ucraini
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L'ipocrisia polacca: arrestati 4 attivisti che hanno aiutato i profughi. Erano siriani e non ucraini

I quattro attivisti avevano anche aiutato i rifugiati ucraini e nessuno aveva detto nulla. Ma quando si sono spostati al confine con la Bielorussia...

L'ipocrisia polacca: arrestati 4 attivisti che hanno aiutato i profughi. Erano siriani e non ucraini
Il confine tra Polonia e Bielorussia
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25 Marzo 2022 - 19.38


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Quattro attivisti sono stati arrestati “per aver aiutato  famiglie con bambini, bloccati nelle gelide foreste vicino al confine polacco-bielorusso”: un’altra delle storture figlie dell’ipocrisia polacca e dell’Ue, aperta ai profughi ucraini ma blindata per chiunque. 

“Quando aiutavano i rifugiati in Ucraina, venivano chiamati eroi. Per aver aiutato allo stesso modo, ma nella regione di Podlasie (nella Polonia del nord al confine con la Bielorussia), delle famiglie con sette bambini, vengono chiamati criminali”.

L’organizzazione è divenuta megafono di un’emergenza che si protrae dall’estate scorsa: l’arrivo di profughi in prevalenza siriani, iracheni e afghani alle frontiere polacche dalla Bielorussia. Un fenomeno che in questi giorni è ripreso e farebbe registrare le stesse violazioni: l’impossibilità dei migranti di ottenere la protezione umanitaria fino alle denunce di respingimento da parte delle guardie di frontiera di ambo i paesi.

“Dallo scoppio della guerra in Ucraina – continua Grupa Granica – centinaia di auto private viaggiano ogni giorno dalla Polonia all’Ucraina per aiutare a evacuare chi rischia la vita”, attraverso “una mobilitazione dal basso” che porta “migliaia di polacchi a offrire alloggio ai rifugiati ucraini nelle proprie case. Un tale atteggiamento è ammirato non solo nel nostro paese, ma anche a livello internazionale. Nel frattempo, nella regione di Podlasie, trasportare una famiglia con bambini da una gelida foresta a un luogo caldo e sicuro è ancora considerato un crimine”.

Con l’aumento dei migranti in arrivo dalla Bielorussia il governo polacco ha chiuso e militarizzato la frontoera comune, vietando l’accesso a operatori umanitari e media. Cho viene colto a dare passaggi ai profughi che si nascondo nelle foreste, rischia una denuncia pee favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o traffico di esseri umani. Diversi volontari sono stati arrestati da settembre scorso. Una situazione che secondo le ong diventa incomprensibile alla luce della situazione al confine ucraino, dove invece ai volontari è permesso aiutare i profughi, in accordo alle norme sulla protezione di chi fuggeda guerre e conflitti.

E mentre continuano a crescere gli appelli a salvare i profughi bloccati “tra i fili spinati di Polonia e Bielorussia, il ritrovamento da parte della polizia di Podlasie di un cadavere nei boschi “senza documenti” ieri ha spinto la principale testata polacca Gazeta Wyborcza a titolare così la notizia: “I resti di un uomo trovati nella foresta di Bialowieza indicano la morte di un altro rifugiato?” Il procuratore di Hajnowka, Jan Andrejczuk, non ha chiarito se si tratti di un migrante. 

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