Biden butta benzina sul fuoco: invasione russa a breve. L'Italia tenta di mediare
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Biden butta benzina sul fuoco: invasione russa a breve. L'Italia tenta di mediare

Alta tensione nel Donbass, dove è stato bombardato un asilo. Il presidente Usa: "La Russia prepara un'operazione sotto falsa bandiera". Draghi: "Serve un incontro tra Zelensky e Putin"

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Biden e Putin
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18 Febbraio 2022 - 09.05


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Aumenta la tensione tra Russia-Usa e Ucraina mentre si combatte nel Donbass: scambi di artiglieria e reciproche accuse tra le truppe ucraine e i separatisti filo-russi.

“Mosca dovrà reagire, anche attraverso misure tecniche e militari, in mancanza di una disponibilità degli Usa a discutere delle garanzie alla propria sicurezza”, ha detto il ministro degli Esteri russo Lavrov, chiedendo agli Usa “il ritiro di tutte le forze e le armi dal sud-est Europa e dai Baltici”. Un attacco russo in Ucraina è possibile “nei prossimi giorni”, ha osservato Biden.

Biden: “La Russia prepara azioni sotto falsa bandiera”

 “Abbiamo ragione di credere”, ha sottolineato il presidente Usa – che la Russia stia preparando un’operazione sotto “falsa bandiera” in Ucraina. Mentre per il segretario di Stato americano Blinken Mosca “potrebbe inventare attacchi terroristici, inscenare attacchi con droni contro i civili, un attacco con armi chimiche, rivelare false fosse comuni”. Biden ha avuto un colloquio con il premier Draghi. I due leader hanno “riaffermato l’impegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina” e la prontezza a imporre “severi costi economici se la Russia invade”.

Intanto la tensione è salita nel Donbass, nell’est dell’Ucraina, lungo la linea che separa le forze di Kiev e i separatisti filorussi: il comando militare ucraino ha accusato i separatisti di aver sparato proiettili che hanno colpito l’edificio di un asilo a Stanytsia Luhanska, ferendo due civili, e tagliando la corrente a metà della città; e ha smentito le affermazioni dei separatisti, secondo cui le forze ucraine li avrebbero attaccati per prime.

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Ue: “Violati gli accordi gli Minsk”

 “Il bombardamento di un asilo a Stanytsia Luhanska da parte delle forze pro-Russia è una grande provocazione”, ha twittato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, mentre Boris Johnson ha individuato questo come “operazione sotto false insegne progettata per screditare gli ucraini”. Ferma condanna dell’Unione europea: “L’attacco indiscriminato di infrastrutture civili è totalmente inaccettabile e rappresenta una chiara violazione del cessate il fuoco e degli accordi di Minsk”.

Al Consiglio di sicurezza dell’Onu a New York il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha esordito con un implicito riferimento al discorso del predecessore Colin Powell nel 2003, quando l’allora segretario di Stato citò informazioni di intelligence non comprovate e false per giustificare l’invasione Usa dell’Iraq: “Lasciatemi essere chiaro. Sono qui non per cominciare una guerra, ma per evitarne una”, ha detto Blinken prima di illustrare quella che secondo Washington sarà la tecnica della Russia per avviare un attacco in Ucraina “nei prossimi giorni”.

“La Russia – ha dichiarato Blinken – intende inventare un pretesto, non sappiamo esattamente che forma assumerà. Potrebbe essere un attacco terroristico inventato dentro la Russia, la scoperta inventata di una fossa comune, un finto attacco con droni contro civili o un attacco finto o addirittura uno reale usando armi chimiche”. Gli scenari militari proposti dal segretario di Stato Usa Antony Blinken “sono deplorevoli e pericolosi”, è stata la risposta del vice ministro degli Esteri russo, Sergei Vershinin.

“La Russia evoca genocidio nel Donbass nel documento all’Onu”

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Mentre il Wall Street Journal riporta che Mosca ha presentato un report alle Nazioni unite in cui accusa l’esercito dell’Ucraina di avere commesso crimini contro residenti della regione orientale del Donbass. In particolare denuncia un “genocidio della popolazione russofona del Donbass”.

Ultimatum della Russia: “Senza garanzie costretti a reagire”

La Russia ha recapitato le risposte scritte alle proposte Usa e Nato sulla sicurezza europea, lamentando che “le linee rosse di Mosca e gli interessi fondamentali di sicurezza vengono ignorate”, insistendo sul “ritiro di tutte le forze armate e le armi statunitensi di stanza nell’Europa centro-orientale e sud-orientale e negli Stati baltici” e minacciando che “in assenza della disponibilità a concordare garanzie ferme e giuridicamente vincolanti sulla nostra sicurezza da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, la Russia sarà costretta a reagire, anche attuando misure di carattere tecnico-militare”. Senza però precisare di che tipo di misure si tratti.

Al tempo stesso, Mosca ha affermato di essere pronta a discutere dei limiti al dispiegamento di missili e ad altre misure di costruzione della fiducia. Intanto Zelensky ha chiarito alla Bbc che la Nato è l’unica via per l’Ucraina: l’adesione alla Nato è una “garanzia di sicurezza” per il Paese, ha detto, escludendo ogni compromesso su questo. Gli ha risposto a distanza il segretario generale Jens Stoltenberg: “Le porte della Nato rimangono aperte, le decisioni sulla membership saranno prese dalla Nato e dai Paesi che aspirano ad entrare”. Un nodo centrale questo, visto che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato è fra le linee rosse indicate da Mosca.

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L’Italia prova a mediare

La crisi russo-ucraina vede il governo italiano sempre più protagonista negli scambi diplomatici. Prima la tappa del ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Mosca, dove ha incontrato il suo omologo Sergey Lavrov, poi la richiesta del presidente ucraino al premier Draghi di intercedere per un incontro con Putin, infine l’invito stesso del leader russo al presidente del Consiglio a recarsi al Cremlino. L’Italia insomma gioca ad alto livello nella rete diplomatica internazionale messa in moto per scongiurare il deflagrare del conflitto.

Pur se la richiesta di Zelensky è stata rivolta anche “ad altri intorno al tavolo”, rivela Draghi al termine del Consiglio europeo informale convocato a Bruxelles sulla crisi. “Evidentemente non sarà facile ma l’obiettivo è quello, far sì che Zelensky e Putin si siedano intorno a un tavolo”, ha avvertito il premier. In attesa di un difficile faccia a faccia tra i due contendenti, si è già attivata invece la macchina organizzativa per permettere l’incontro tra Draghi e Putin a Mosca “il prima possibile”.

Ma la strada del dialogo sembra in salita. I segnali di un possibile allentamento della concentrazione militare russa si sono rivelati inconsistenti. “Sostanzialmente la situazione è la stessa di qualche giorno fa, questi episodi che sembravano annunciare una de-escalation non sono al momento presi seriamente. Quindi dobbiamo rimanere pronti a ogni eventualità”, ha dichiarato Draghi in un punto stampa a Bruxelles.

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