La rivista Science rilancia: "Primo caso Covid fu una venditrice nel mercato di Wuhan"
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La rivista Science rilancia: "Primo caso Covid fu una venditrice nel mercato di Wuhan"

Si riaccende il dibattito sulle origini della pandemia fra la fuga dal laboratorio di Wuhan al contagio dall'animale all'uomo

La rivista Science rilancia: "Primo caso Covid fu una venditrice nel mercato di Wuhan"
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19 Novembre 2021 - 09.43


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La diatriba sulle origini del Covid-19 continua e tra Cina e Usa è una continua battaglia.

La prestigiosa rivista “Science” riscrive la cronologia della pandemia di Covid. Secondo quanto riporta il “New York Times”, “Science” avrebbe stabilito che il primo caso di Covid è stato una venditrice di prodotti ittici del mercato degli animali di Wuhan e non un contabile che viveva a chilometri di distanza come stabilito dall’Oms. Si riaccende così il dibattito sulle origini della pandemia fra la fuga dal laboratorio di Wuhan al contagio dall’animale all’uomo.

Lo scienziato Michael Worobey, esperto nel tracciare l’evoluzione dei virus alla University of Arizona, ha notato delle discrepanze fra le informazioni pubbliche disponibili e diverse interviste condotte in Cina, arrivando poi alla conclusione che i legami tra il venditore al Huanan Seafood Wholesale Market e i primi pazienti ricoverati suggeriscono che il virus arrivi proprio dal mercato.

Per affermare la sua tesi, il professor Worobey ha analizzato i casi segnalati da due ospedali prima che venisse lanciato l’allarme. Anche questi casi erano in gran parte legati al mercato e quelli che non lo erano erano tuttavia concentrati intorno ad esso.

“In questa città di 11 milioni di persone, metà dei primi casi sono legati a un luogo delle dimensioni di un campo da calcio – ha affermato il dottor Worobey -, diventa molto difficile spiegare questo schema se l’epidemia non fosse iniziata nel mercato”. Secondo l’esperto, la donna si sarebbe ammalata l’11 dicembre 2019.

Lo studio afferma che la maggior parte dei primi casi sintomatici erano collegati al mercato, in particolare nell’area in cui venivano ingabbiati i procioni. Il professor Worobey, che è stato uno dei 15 esperti che a metà maggio aveva pubblicato una rubrica su “Science” chiedendo una seria considerazione della tesi che il virus fosse trapelato da un laboratorio di Wuhan, in questo ultimo articolo, ha invece sostenuto che la sua ricerca sull’origine dell’epidemia “fornisce una forte evidenza di un’origine della pandemia al mercato di animali vivi”.

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