Avevano firmato l'appello per un dissidente: Erdogan caccia dieci ambasciatori occidentali"
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Avevano firmato l'appello per un dissidente: Erdogan caccia dieci ambasciatori occidentali"

I diplomatici si erano schierati per la liberazione di un filantropo anti-Erdogan, Osman Kavala, detenuto da oltre 4 anni. La richiesta anche di una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo del 2019.

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23 Ottobre 2021 - 19.03


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Un tiranno o un dittatore, come ha detto Draghi,

In Turchia dieci ambasciatori occidentali sono stati dichiarati “persone non grate”. Si tratta dei diplomatici che avevano firmato un appello per la liberazione di un filantropo anti-Erdogan, Osman Kavala, detenuto da oltre 4 anni.

 L’annuncio è stato dato dal presidente turco in persona. Tra gli ambasciatori coinvolti ci sono anche rappresentati di Stati Uniti, Germania e Francia. 

“Ho detto al nostro ministro degli Esteri che non possiamo concederci il lusso di ospitarli nel nostro Paese”, ha annunciato Erdogan riferendosi ai capi missione di Canada, Francia, Finlandia, Danimarca, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia e Usa che con un comunicato, nel quarto anniversario del suo arresto il 18 ottobre, avevano invitato Ankara a scarcerare Kavala in linea con una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 2019.

Il capo di Stato turco ha lanciato il suo ultimo affondo contro i Paesi occidentali a pochi giorni dal G20 di Roma, dove spera di poter avere un colloquio personale con il presidente americano Joe Biden con cui le relazioni “non sono partite bene”, aveva detto Erdogan a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu a New York lo scorso mese. Ankara e Washington sono ai ferri corti ormai da molti anni: la Turchia è stata esclusa dal programma di cooperazione militare sui caccia F-35 per aver acquistato il sistema di difesa missilistico S-400 dalla Russia e gli Usa non hanno mai accolto la richiesta di estradizione per Fethullah Gulen, l’imam turco che risiede in Pennsylvania ed è ritenuto da Ankara la mente del tentato golpe del 2016.

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Le critiche di Erdogan all’Occidente non sono nuove e anche con l’Europa il presidente turco ha accumulato negli anni distanze che sembrano incolmabili. Nel 2017 accusò di “nazismo” le autorità tedesche e olandesi per non avere permesso a funzionari del governo di Ankara di tenere comizi politici alla diaspora turca in Germania e Olanda prima di un referendum. Il negoziato di adesione della Turchia all’Unione Europea è in stallo ormai da anni e solo lunedì, a poche ore dalla presentazione di un rapporto dell’Ue che denunciava una situazione critica a livello di stato di diritto e indipendenza della magistratura, Ankara ha accusato Bruxelles di continuare a utilizzare “doppi standard” nei propri confronti. Proprio per l’inadempienza turca sulla sentenza della Cedu che chiede la scarcerazione di Kavala, il Consiglio d’Europa potrebbe lanciare a fine novembre un procedimento disciplinare contro la Turchia. Dopo le espulsioni la lira turca ha cominciato a svalutarsi per poi precipitare verso un nuovo record negativo rispetto a dollaro ed euro in reazione al taglio dei tassi di interesse deciso dalla Banca centrale.

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