Strasburgo cancella la sindrome da alienazione parentale ma Lega e FdI votano contro
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Strasburgo cancella la sindrome da alienazione parentale ma Lega e FdI votano contro

Il Parlamento europeo ha chiesto che tutti gli Stati membri non riconoscano la controversa teoria, usata nelle cause di separazione. Verdi: "È anticamera del femminicidio"

Genitori violenti
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6 Ottobre 2021 - 15.06


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Il Parlamento europeo ha chiesto a tutti gli Stati membri di non riconoscere la sindrome da alienazione parentale, una controversa teoria che viene spesso usata nei tribunali dai genitori accusati di violenze domestiche, quasi sempre i padri, e allontanati dai figli.
La richiesta di Strasburgo è inserita in una risoluzione che stila un pacchetto di misure urgenti per proteggere le vittime della violenza del partner nelle cause per l’affidamento dei figli.
Nonostate tra gli autori del testo ci sia anche l’ex leghista e oggi esponente forzista, Luisa Regimenti, gli eurodeputati di Lega e Forza Italia hanno votato contro lo stop al riconoscimento della sindrome da alienazione parentale. Mentre la delegazione di Fratelli d’Italia si è astenuta.
La sindrome da alienazione parentale
Secondo la maggioranza dei deputati, tale sindrome non ha basi scientifiche, come sottolineato dall’Organizzazione mondiale della sanità a da una recente sentenza della Cassazione italiana, ed anzi mette a rischio “i diritti e la sicurezza della madre e dei bambini”.
La “cosiddetta sindrome da alienazione parentale e concetti e termini analoghi”, si legge nel testo, “si fondano solitamente su stereotipi di genere” e “operano a scapito delle donne vittime di violenza domestica, colpevolizzando le madri per aver alienato i figli dal padre, mettendo in discussione le competenze genitoriali delle vittime, ignorando la testimonianza del bambino e i rischi di violenza cui sono esposti i figli”.
Pertanto, la risoluzione del Parlamento “esorta gli Stati membri a non riconoscere la sindrome di alienazione parentale nella loro prassi giudiziaria e nel loro diritto e a scoraggiarne o addirittura proibirne l’uso nei procedimenti giudiziari, in particolare durante le indagini per accertare l’esistenza della violenza”.
Come dicevamo, questa richiesta non è stata appoggiata dalla destra, schierata sulla posizioni di organizzazioni, come quelle del Family day italiano, che difendono invece il riconoscimento nei tribunali della sindrome da alienazione parentale. Del resto, tale teoria era tra i punti centrali del ddl Pillon, il disegno di legge presentato in Italia dalla Lega che intendeva cambiare le leggi su separazione, divorzio e affido condiviso dei minori.
Anche per questo non stupisce l’opposizione a Strasburgo di Carroccio, Forza Italia e FdI: “Salvini, Berlusconi e Meloni difendono i genitori violenti – hanno accusato i deputati del gruppo Greens, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao, Eleonora Evi e Piernicola Pedicini – Allontanare da casa e dai propri figli un genitore violento è un gesto di grandissimo coraggio, da sostenere e aiutare, e non certo da condannare. La sindrome da alienazione parentale è stata finora la scusa che ha permesso agli aguzzini di continuare a esercitare violenze psicologiche e fisiche sull’altro genitore, quasi sempre la madre, e sui figli. È un’anticamera del femminicidio”. 
Gli altri punti della risoluzione
Il testo approvato dal Parlamento contiene altre importanti misure contro le violenze in ambito famigliare. Sottolineando il numero allarmante di femminicidi e infanticidi che avvengono dopo che le donne denunciano casi di violenza di genere, i deputati sottolineano che la protezione delle donne e dei bambini, e l’interesse superiore del bambino, devono avere la precedenza su altri criteri quando si stabiliscono gli accordi per la custodia dei minori e i diritti di visita.
Quando si esaminano i casi di affidamento, il bambino deve anche avere la possibilità di essere ascoltato e, nei casi in cui si sospetta la violenza del partner intimo, le udienze devono essere condotte da professionisti formati in un ambiente a misura di bambino. I bambini che hanno assistito alla violenza domestica dovrebbero essere riconosciuti come vittime della violenza di genere e ricevere una migliore protezione legale e un sostegno psicologico, dicono i deputati.
Accesso alla protezione legale e alloggio sicuro
Il testo sottolinea che avere un reddito adeguato e l’indipendenza economica sono fattori chiave per permettere alle donne di lasciare le relazioni violente. I deputati chiedono agli Stati membri di proteggere e aiutare le vittime a raggiungere l’indipendenza finanziaria attraverso, tra l’altro, l’accesso ad alloggi dedicati, servizi sanitari, trasporto e sostegno psicologico. L’accesso a un’adeguata protezione legale, a udienze efficaci, a ordini restrittivi, a rifugi, a consulenze e a fondi per le vittime dovrebbe inoltre essere garantito.
“La violenza del partner intimo è un problema sociale serio e spesso nascosto che causa traumi fisici e psicologici in modo sistematico – ha detto Luisa Regimenti, eurodeputata di Forza Italia e co-realtrice del testo – Comporta serie conseguenze per le vittime e un profondo impatto sul benessere emotivo, economico e sociale di intere famiglie. Condanniamo con la massima fermezza tutte le forme di violenza domestica e di violenza contro le donne e chiediamo alle autorità di garantire, in particolare nei procedimenti di separazione o nei casi di custodia parentale, una giustizia a misura di donna e di bambino”, ha concluso.

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