Il presidente messicano chiede scusa agli Yaqui, gli indigeni che in passato furono vittime di terribili crimini
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Il presidente messicano chiede scusa agli Yaqui, gli indigeni che in passato furono vittime di terribili crimini

Il presidente Lopez Obrador: "Siamo qui anche per cercare di riparare il più possibile i danni che sono stati commessi nei confronti dei popoli yaqui"

Il presidente Lopez Obrador
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29 Settembre 2021 - 12.20


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Le scuse sono arrivate in ritardo, ma ci sono gesti che comunque decenni dopo al loro naturale avvenimento, potrebbero far bene alla salute di un paese.

Il presidente del Messico, Andres Manuel Lopez Obrador, ha chiesto scusa ai membri del popolo indigeno Yaqui, originario del Nord del Paese, per i crimini di Stato commessi contro i loro antenati.

“Veniamo a riaffermare il nostro impegno a rendere giustizia ai popoli Yaqui. In primo luogo, vogliamo chiedere loro perdono per i crimini di Stato commessi contro i loro antenati”, ha detto il capo di Stato in una cerimonia pubblica a Vicam, una delle principali città Yaqui nello Stato settentrionale di Sonora.

Lopez Obrador ha ricordato che questi abusi sono stati commessi principalmente durante il lungo periodo dell’ex presidente messicano Porfirio Diaz (1884-1911), ma non solo durante quel governo.
“Siamo qui anche per cercare di riparare il più possibile i danni che sono stati commessi nei confronti dei popoli yaqui”, ha aggiunto il presidente.

Il governo messicano si è anche impegnato in un “piano di giustizia” che prevede lo stanziamento di risorse per restituire loro la terra, garantendo loro il diritto all’acqua, nonché un programma di welfare globale, ha spiegato il capo di Stato. Il piano prevede un investimento iniziale di 11,6 miliardi di pesos (570 milioni di dollari), ha spiegato Adelfo Regino Montes, direttore dell’Istituto nazionale dei popoli indigeni.

“Non è un dono, non è benessere, cerca di restituirci ciò che è nostro: il territorio che ci è stato tolto, l’acqua che ci hanno limitato, la dignità che ci hanno voluto rubare” ha commentato, da parte sua, Jesus Patricio Varela, segretario di Torim, uno dei popoli Yaqui. I leader yaqui hanno anche presentato al presidente una proposta di riforma costituzionale delle leggi relative ai popoli indigeni e afro-messicani, firmata da oltre 650 mila membri di queste comunità. “Lo Stato messicano non deve più permettere emarginazioni, abusi o ingiustizie contro gli Yaqui o qualsiasi altro gruppo etnico o culturale nel nostro Paese”, ha risposto Lopez Obrador. 

 

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