Sui social la protesta in favore delle studentesse escluse da scuola dai talebani
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Sui social la protesta in favore delle studentesse escluse da scuola dai talebani

"Senza mia sorella a scuola non ci vado", è la frase per esprimere solidarietà alle loro coetanee che sta circolando sui social

#withoutmysisteriwillnotgotoschool
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20 Settembre 2021 - 17.44


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Le giovani e le donne afghane non arretrano neanche di un passo di fronte all’ostile e sanguinosa avanzata dei talebani, e nonostante i divieti, continuano a marciare per rivendicare i diritti acquisiti.
Mentre a Kabul gli esponenti del nuovo governo dei talebani fanno sapere che le donne non potranno tornare al lavoro, sui social parte una campagna a sostegno di bambine e ragazze scluse dalle scuole: #withoutmysisteriwillnotgotoschool è l’hashtag con cui tanti ragazzi stanno affermando che “Senza mia sorella a scuola non ci vado”, per esprimere solidarietà alle loro coetanee.
Dopo la chiusura di molte scuole a Kabul e in tutto il Paese, infatti, venerdì scorso i talebani hanno ordinato ai funzionari di supervisionare la riapertura di scuole pubbliche e private per i ragazzi di scuole medie e superiori: “Tutti gli studenti maschi e gli insegnanti devono essere presenti nelle loro scuole” recita l’annuncio. Assente dunque la voce ‘ragazze’.
Da qui, sui social network, si è scatenata la campagna, con foto dei giovani che espongono cartelli con su scritto il loro appello in lingua pashtu e inglese.
Q. Q., un’insegnante di scuola superiore, in un post su Twitter ha scritto: “Come insegnante, ho sempre parlato dell’importanza di educare le donne. Ma ora l’insegnamento all’ombra dell’Emirato moltiplica per zero tutto il duro lavoro”.
“Proibire alle ragazze di frequentare la scuola è come seppellirle vive. Non lasciare che questo incubo si trasformi in realtà”, ha detto al Post Aryan Aroon, attivista e scrittore afghano che ha lasciato il Paese prima che i talebani prendessero il sopravvento.
– Il ministro dell’istruzione superiore Abdul Baqi Haqqani aveva annunciato il 12 settembre che alle donne sarebbe stato permesso di studiare nelle università e nei programmi post-laurea, sebbene poi avesse chiarito: “Non permetteremo a studenti e studentesse di studiare nella stessa classe. Le classi miste vanno in contrasto con le disposizioni della sharia”, la legge islamica.
Durante l’ultimo governo talebano (1996 – 2001), le scuole femminili furono chiuse e alle donne venne vietato lavorare. Le afghane che camminavano sole negli spazi pubblici spesso denunciavano di subire eprcosse. In questi giorni i fondamentalisti talebani stanno di nuovo imponendo la loro rigida interpretazione della sharia, compreso un codice di abbigliamento conservatore ed esecuzioni pubbliche per violazioni morali.
Il ministero delle donne in Afghanistan inoltre è stato tramuto in ministero per la Prevenzione dei vizi e la promozione delle virtù. “C’è un profondo valore simbolico nel trasformare un ministero delle donne per le donne in un ministero degli uomini per controllare le donne”, ha detto in un tweet Obaidullah Baheer, docente presso l’Università americana dell’Afghanistan.
“Così, è un’occasione mancata di mostrare tolleranza verso più della metà della popolazione afgana”.

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