Rifugiati e migranti: per gli indifesi tra gli indifesi i vaccini sono negati
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Rifugiati e migranti: per gli indifesi tra gli indifesi i vaccini sono negati

L'Agenzia Onu per i Rifugiati, chiede un’azione internazionale concertata e solidale per garantire un accesso equo alle vaccinazioni anti Covid-19 anche per i rifugiati, le persone in fuga e per gli apolidi.

Pandemia e paesi poveri
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

8 Aprile 2021 - 12.18


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I più indifesi tra gli indifesi. ancor più in tempi di virus e di vaccini.

L’Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, chiede che si attui un’azione internazionale concertata e solidale per garantire un accesso equo alle vaccinazioni anti Covid-19 anche per i rifugiati, le persone in fuga e per gli apolidi.
L’Unhcr ritiene incoraggiante Il fatto che 153 Stati abbiano adottato strategie di vaccinazione che includono i rifugiati. Tuttavia, in molte parti del mondo, l’effettiva immunizzazione rimane una sfida, in gran parte a causa della disponibilità diseguale dei vaccini e della capacità dei sistemi sanitari.
“Gli evidenti squilibri osservati nella condivisione dei vaccini tra gli Stati sono controproducenti e miopi. Un approccio ‘prima il mio paese’ non può funzionare nel contesto di una pandemia che non conosce confini”, afferma l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi.
Ad oggi, circa 20 paesi sono noti per aver iniziato a vaccinare i rifugiati su un piano di parità con i cittadini. Esempi recenti includono la Serbia e il Nepal, che sono arrivati sulla scia di altri Stati, come il Rwanda e la Giordania.
“Lodiamo questi paesi per la loro dedizione e leadership esemplare. Con l’inclusione dei rifugiati nella loro distribuzione di vaccini, mitigano i rischi associati all’esclusione e alla discriminazione”, ha detto Grandi. Tali rischi vanno dalle conseguenze per la situazione generale della salute pubblica all’accesso limitato ai servizi o alla libertà di movimento limitata.
L’Unhcr aderisce ai principi di distribuzione dell’iniziativa Covax, l’iniziativa globale che mira ad assicurare che i vaccini anti Covid-19 raggiungano chi ne ha maggior bisogno.

Il j’accuse  all’Occidente
Circa l’85% dei rifugiati del mondo sono ospitati in paesi a basso e medio reddito, che devono affrontare sfide economiche e hanno sistemi sanitari fragili. Queste nazioni, che continuano a ospitare generosamente la maggior parte dei rifugiati, hanno bisogno di un sostegno maggiore per affrontare i bisogni sanitari urgenti sia dei loro cittadini che dei rifugiati, anche con i vaccini anti Covid-19.
L’Unhcr ha lavorato a stretto contatto con i governi, le autorità sanitarie nazionali e altri partner per aiutare a rispondere agli impatti devastanti del Covid-19. L’Unhcr ha integrato la maggior parte dei suoi piani di risposta al Covid-19 nel suo appello globale del 2021, ma necessita urgentemente di altri 455 milioni di dollari per soddisfare i bisogni supplementari. L’agenzia ha ricevuto contributi e impegni per appena il 13% del totale richiesto.

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Il monito di Oxfam

 La produzione di massa di vaccini a basto costo non è solo una questione umanitaria, e già questo sarebbe sufficiente per perorarla. Ma è anche l’unica strada da percorrere per evitare una catastrofe economica globale. In occasione degli Spring Meetings del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale in programma fino all’11 aprile i paesi ricchi devono trovare una strada che porti a una produzione di massa di vaccini a basso costo per proteggere dal Covid-19 ogni persona, in ogni parte del mondo e scongiurare una catastrofe economica globale, con perdite stimate fino a oltre 9.000 miliardi di dollari nel 2021 

 E’ il monito lanciato da Oxfammembro della People’s Vaccine Alliance, che chiede ai leader delle nazioni più ricche di affrontare con decisione il problema della cronica scarsità dei vaccini, che sta innescando accese dispute tra paesi e shock economici ovunque e di non tergiversare con la deliberazione di una nuova, per quanto limitata, emissione di diritti speciali di prelievo (Dsp) per 650 miliardi di dollarifornendo liquidità extra ai paesi a basso e medio reddito che ne hanno disperato bisogno Solo così si potranno garantire protezione sanitaria e sostegno economico a chi si trova in maggiori difficoltà nell’affrontare il Covid1-9, mentre il virus continua a diffondersi e mutare, mettendo a repentaglio la vita e la salute delle persone e generando shock finanziari a ogni latitudine. 

L’attuale approccio alla produzione e alla distribuzione dei vaccini penalizza anche i paesi ricchi

Difendendo gli interessi del settore farmaceutico, i paesi ricchi di fatto stanno danneggiando anche le proprie economie nazionali.  – afferma Sara Albiani, responsabile salute globale di Oxfam Italia – È un bizzarro atto di autolesionismo finanziario ed economico, di cui pagheremo tutti il prezzo, anche i cittadini dei paesi che come il nostro hanno avviato la campagna vaccinale e vivono le conseguenze della grave insufficienza di dosi disponibili”. Per invertire questo trend sarà quindi indispensabile porre un immediato freno all’enorme disuguaglianza di accesso ai vaccini Covid tra i paesi ricchi, che in media stanno vaccinando una persona al secondo e i paesi poveri, molti dei quali al contrario devono ancora iniziare a somministrare anche una singola dose. Un circolo vizioso di cui alla fine non si avvantaggerà nessuno e che può essere rotto solo se i leader di Usa, Regno Unito e dei Paesi Ue, si impegneranno da subito a sospendere i monopoli detenuti dai colossi farmaceutici, consentendo una campagna di vaccinazione di massa a livello globale entro l’anno. 
La mancanza di una simile, decisa, azione globale da parte delle economie avanzate è pura miopia e porterebbe secondo le stime più pessimistiche dell’International Chamber of Commerce, a 9.200 miliardi di dollari di perdite economiche aggregate a fine 2021, di cui circa la metà ricadrebbe proprio sulle nazioni più ricche.

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Nel dettaglio:

 •  gli Usa potrebbero perdere fino a 2.700 dollari di capacità di spesa pro-capite nel 2021ossia circa 1.300 dollari in più del sussidio erogato dall’amministrazione Biden. Arrivando a fine anno a registrate un calo del Pil nazionale di 1.300 miliardi di dollari;

•    allo stesso modo l’Italia potrebbe registrare una contrazione della capacità di spesa pro-capite di 1.495 dollari; il Giappone di 1.451; il Regno Unito di 1.380, ossia circa il 70% della busta paga mensile media; la Francia di 1.239 pro-capite, equivalente al costo medio di un affitto; il Canada di 1.979 dollari.

“Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Giappone  insieme potrebbero perdere fino a 2.300 miliardi di dollari quest’anno se non smetteranno presto di tutelare i monopoli farmaceutici sui vaccini.-  ha aggiunto Albiani – Per questo è cruciale che, nel corso della riunione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio in programma questa settimana, diano finalmente ascolto alle proposte di India, Sud Africa e altri 100 paesi che propongono di sospendere i diritti di proprietà intellettuale e sostengano il C-Tap, iniziativa lanciata dall’Oms per favorire la condivisione di conoscenze, brevetti e dati a livello globale. E’ il momento giusto per imprimere una vera svolta nella lotta alla pandemia, prima che sia troppo tardi”.

 L’impatto della pandemia nei paesi in via di sviluppo

I paesi ricchi potrebbero pagare un prezzo alto, ma la disuguaglianza di accesso ai vaccini colpirebbe più duramente i paesi a basso e medio reddito:

• l’India potrebbe subire una contrazione dell’economia fino a 786 miliardi di dollari, equivalenti a oltre il 27%, del Pil nazionale;

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• il Sudafrica potrebbe veder calare del 24% il proprio Pil, con una diminuzione di circa 874 dollari della spesa media pro-capite;

• le Filippine potrebbero registrare un calo del PIL del 18%, con circa 450 dollari di spesa pro-capite in meno.

 I 12 miliardi promessi dalla Banca Mondiale sono insufficienti, cruciale sostenere i paesi poveri senza farne aumentare il debito

All’ordine del giorno degli incontri di questa settimana ci sarà anche lo stanziamento di 12 miliardi di dollari per consentire l’acquisto e la distribuzione di vaccini nei paesi in via di sviluppo. Una misura che, se da un lato offre una soluzione nella lotta al virus, dall’altro non farà che aumentare il debito estero di paesi che in questo momento non possono permetterselo. Il tutto mentre il prezzo dei vaccini per loro rimane proibitivo. 

Secondo le stime di Oxfam, un paese come l’Uganda, ad esempio, dovrebbe stanziare oltre il doppio di quanto spende per il proprio sistema sanitario in un anno, per vaccinare interamente la propria popolazione. I 12 miliardi di dollari stanziati dalla Banca Mondiale serviranno a coprire solo una piccola parte del fabbisogno di vaccini nei paesi poveri.

Nel breve periodo Oxfam insiste su una considerevole emissione di nuovi diritti speciali di prelievo per sostenere il rafforzamento dei sistemi sanitari e la ripresa economica soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. Una misura che potrebbe evitare il rischio di ulteriore indebitamento a paesi che non hanno la forza di mettere in campo Recovery Plan da migliaia di miliardi e che può essere assunta rapidamente. Basti pensare che sono stati sufficienti pochi mesi nel 2009 per stanziare con lo stesso meccanismo circa 250 miliardi di dollari.

Da qui l’appello urgente di Oxfam ai paesi ricchi di deliberare senza esitazioni una nuova emissione di DSP, di riallocare la propria quota di diritti speciali di prelievo a favore dei paesi poveri, di favorire la cancellazione del debito dei paesi a basso reddito e di rispettare i propri impegni in materia di aiuto allo sviluppo.

Oxfam ha lanciato una petizione per chiedere la sospensione del monopolio delle multinazionali farmaceutiche sui brevetti dei vaccini Covid, che si può firmare su https://www.oxfamitalia.org/petizione-vaccini/

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