Arrestati insieme per l'assalto al Congresso, madre e figlio ai domiciliari
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Arrestati insieme per l'assalto al Congresso, madre e figlio ai domiciliari

La decisione è stata presa da una corte d'appello per Eric Munchel di 30 anni e per sua madre Lisa Marie Eisenhart di 57 anni

Lisa Marie Eisenhart
Lisa Marie Eisenhart
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30 Marzo 2021 - 20.02


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Madre e figlio insieme in casa, ma agli arresti domiciliari.
E’ accaduto in America, dove una corte d’appello ha deciso di concedere gli arresti domiciliari a Eric Munchel e a sua madre Lisa Marie Eisenhart perché presenti e  fotografati durante l’assalto del 6 gennaio al Congresso americano.
Dopo l’arresto sono stati rilasciati ed aspetteranno ai domiciliari nella loro casa in Tennessee il processo.
La decisione presa da una corte d’appello per Eric Munchel, di 30 anni, e sua madre Lisa Marie Eisenhart, di 57 anni, è simbolica della situazione in cui si trovano i procuratori con decine delle centinaia di persone, nella stragrande maggioranza senza precedenti, che chiedono di essere scarcerate nonostante negli atti d’accusa vengano descritti come degli estremisti troppo radicali per essere rimessi in libertà.
La corte d’appello che ha accolto il ricorso di madre e figlio ha fatto una distinzione tra insorti violenti e non violenti, affermando che non vi sono prove che i due abbiano partecipato alle violenze e distruzioni che sono avvenute il 6 gennaio ma “sono entrati nel Congresso dopo che altri hanno aperto la strada”.
Quindi il giudice Robert L. Wilkins, nominato da Barack Obama alla Corte d’appello del distretto di Columbia, ha stabilito che , “Munchel e Eisenhart pongono una minaccia ridotta” e possono essere scarcerati in attesa di giudizio.
L’Fbi sta indagando per stabilire l’uso che Munchel intendeva fare delle manette di plastica, con molti che hanno suggerito che le volesse usare per prendere in ostaggio senatori e deputati.
Ma non ha al momento prove di questo piano, e l’uomo afferma di averle trovate e prese all’interno del Congresso.
La scarcerazione di Munchel e sua madre si inserisce in un quadro più ampio che sta preoccupando i federali: la possibilità che nonostante la grande attenzione mediatica data all’inchiesta ed alle centinaia di arresti per l’assalto al Congresso, alla fine molti di quelli che giudici, procuratori ed avvocati chiamano i “Maga tourist”, cioè i sostenitori di Trump calati come turisti a Washington per il comizio e poi rimasti coinvolti nell’assalto, riceveranno sentenze minime o persino non andranno per nulla in prigione. 
Secondo un’analisi di Politico, un quarto degli oltre 230 incriminati devono rispondere di accuse che, sfrondate dalle pesanti condanne della minaccia alla democrazia contenute in tutti i documenti dei procuratori, si rivelano minime, come la violazione di proprietà privata. Rimangono, comunque, i casi, pesanti invece, dei membri delle milizie di estrema destra, Proud Boys e Oath Keepers, con decine di persone che devono essere ancora formalmente incriminate.
La prospettiva di decine dei partecipanti all’assalto del Congresso che evitano pesante condanne con accordi extragiudiziari però potrebbe rivelarsi molto difficile dal punto di vista politico per l’amministrazione Biden – conclude Polito – che ha sempre denunciato l’assalto al Congresso come una minaccia alla democrazia “ai confini della sedizione”.

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