Oltre 50 morti nel Myanmar: il governo autorizza a sparare alla testa dei dimostranti
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Oltre 50 morti nel Myanmar: il governo autorizza a sparare alla testa dei dimostranti

Mentre va in scena la brutale repressione, la giunta militare si è comunque impegnare a fissare nuove elezioni senza però dire quando

Esercito in Myanmar
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27 Marzo 2021 - 11.34


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E’ in corso da settimane in Myanmar la protesta dei civili contro il golpe avvenuto l’1 febbraio, che ha portato di nuovo al potere la giunta militare.

Sono almeno 50 le vittime delle brutali violenze dell’esercito birmano nel Paese: i manifestanti sono scesi in piazza a Yangon, a Mandalay e in altre città, malgrado l’avvertimento dell’esercito che in occasione della giornata delle Forze Armate avrebbe autorizzato i militari a sparare “alla testa e alla schiena”.

Secondo la stampa locale almeno 13 persone sono rimaste uccise a Mandalay, la seconda maggiore città del Paese, altre nove nella vicina regione di Sagaing e sette nello capitale commerciale, Yangon; tra le vittime vi sarebbero almeno due bambini.

Il responsabile della giunta, generale Min Aung Hiing, ha ribadito l’impegno a tenere delle nuove elezioni politiche, senza tuttavia fornire alcuna indicazione riguardo alla data: “L’esercito cerca di stringersi all’intera nazione per salvaguardare la democrazia; gli atti violenti che minacciano la stabilità e la sicurezza per avanzare le richieste sono inappropriate”.

Spari contro il centro studi americani-  Spari contro l’American Center di Yangon, in Myanmar, dove dal golpe del primo febbraio continuano le proteste e la repressione. “L’Ambasciata Usa conferma che sono stati sparati colpi contro la sede dell’American Center Yangon – si legge in un tweet della rappresentanza diplomatica – Non ci sono stati feriti. Stiamo indagando sull’incidente”.

In precedenza un altro tweet avvertiva di “scontri e interventi della polizia” a Yangon, aggiungendo che “lo staff della sicurezza dell’ambasciata ha suggerito al personale della rappresentanza diplomatica di rimanere in casa ed evitare spostamenti fino al termine degli scontri”.

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