Negli Usa fuga da Partito repubblicano: Trump lo ha "QAnonizzato"
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Negli Usa fuga da Partito repubblicano: Trump lo ha "QAnonizzato"

Decine di esponenti del Gop stanno lasciando il partito, costernati dal fatto che molti parlamentari non si sono opposti a Trump dopo che le sue menzogne sui brogli hanno scatenato l’assalto  a Capitol Hill

Donad Trump
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

2 Febbraio 2021 - 16.09


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Stati Uniti, fuga dal Gop. Non è il titolo di un film d’azione, ma il risultato della “trumpizzazione” del Partito repubblicano. 

A raccontare la fuga è una inchiesta di Reuters. Decine di repubblicani dell’amministrazione dell’ex presidente George W. Bush stanno lasciando il partito, costernati dal fallimento di molti repubblicani eletti nel rinnegare Donald Trump dopo che le sue false affermazioni di frode elettorale hanno scatenato l’assalto  a Capitol Hill il 6 gennaio scorso. Questi funzionari, alcuni dei quali hanno servito nelle più alte cariche dell’amministrazione Bush, hanno detto che avevano sperato che una sconfitta di Trump avrebbe portato i leader del partito ad allontanarsi dall’ex presidente e a denunciare le sue affermazioni infondate sul furto delle elezioni presidenziali di novembre. Ma con la maggior parte dei legislatori repubblicani che si attaccano a Trump, questi funzionari dicono di non riconoscere più il partito che hanno servito. 

Fuga dal Gop

Alcuni hanno terminato la loro iscrizione,  altri la stanno lasciando decadere mentre alcuni si sono appena registrati come indipendenti, secondo una dozzina di ex funzionari di Bush che hanno parlato con Reuters.”Il partito repubblicano come lo conoscevo io non esiste più. Lo chiamerei il culto di Trump”, ha detto Jimmy Gurulי, che è stato sottosegretario al Tesoro per il terrorismo e l’intelligence finanziaria nell’amministrazione Bush. Kristopher Purcell, che ha lavorato nell’ufficio comunicazioni della Casa Bianca di Bush per sei anni, ha affermato che circa 60-70 ex funzionari di Bush hanno deciso di lasciare il partito o stanno tagliando i legami con esso, dalle conversazioni che ha avuto. “Il numero sta crescendo ogni giorno”, ha detto Purcell. La loro defezione dal Partito Repubblicano dopo una vita di servizio per molti è un altro chiaro segno di come un crescente conflitto intrapartitico su Trump e la sua eredità lo stia lacerando. 

Il partito è attualmente diviso tra i repubblicani moderati disaffezionati e gli indipendenti disgustati dalla presa che Trump ha ancora sui funzionari eletti, e la base ferventemente fedele a  Trump. Senza il sostegno entusiasta di entrambi i gruppi, il partito farà fatica a vincere le elezioni nazionali, secondo i sondaggi, i funzionari repubblicani e gli strateghi.

Il Comitato Nazionale Repubblicano ha fatto riferimento alla Reuters ad una recente intervista che la sua presidente Ronna McDaniel ha rilasciato al canale Fox Business. “Stiamo avendo un po’ di battibecco in questo momento. Ma ci uniremo. Dobbiamo”, ha detto McDaniel, prevedendo che il partito si unirà contro l’agenda del presidente Joe Biden, un democratico.

Più della metà dei repubblicani al Congresso – otto senatori e 139 rappresentanti della Camera – hanno votato per bloccare la certificazione delle elezioni poche ore dopo l’assedio del Campidoglio.

La maggior parte dei senatori repubblicani hanno anche indicato che non sosterrebbero l’impeachment di Trump, rendendo quasi certo che l’ex presidente non sarà condannato nel suo processo al Senato. Trump ha ricevuto l’impeachment il 13 gennaio dalla Camera dei Rappresentanti guidata dai Democratici con l’accusa di “incitamento all’insurrezione”, l’unico presidente ad essere impeachmentato due volte.

La riluttanza dei leader del partito a sconfessare Trump è stata l’ultima goccia per alcuni ex funzionari repubblicani.

“Se continua ad essere il partito di Trump, molti di noi non torneranno indietro”, spiega alla Reuters Rosario Marin, ex tesoriere degli Stati Uniti sotto Bush. “A meno che il Senato non lo condanni, e si liberi del cancro Trump, molti di noi non torneranno a votare per i leader repubblicani”.

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Due ex funzionari di Bush che hanno parlato alla Reuters hanno detto che credono che sia importante rimanere nel partito per liberarlo dall’influenza di Trump.

Uno di questi, Suzy DeFrancis, una veterana del partito repubblicano che ha servito in diverse  amministrazioni, Gop, comprese quelle degli ex presidenti Richard Nixon e George W. Bush, ha detto che ha votato per Biden a novembre, ma che rompere il partito ora andrebbe solo a vantaggio dei democratici. “Capisco perfettamente perché la gente è frustrata e vuole lasciare il partito. Ho avuto questa sensazione per 4 anni”, ammette  DeFrancis, aggiungendo che è fondamentale che il partito si unisca intorno ai principi repubblicani come la limitazione dell’intervento del Governo federale,  la responsabilità personale, la libera impresa e una forte difesa nazionale.

Purcell ha detto che molti hanno sentito di non avere scelta, tuttavia. Si è riferito a Marjorie Taylor Greene, una deputata repubblicana matricola della Georgia che promuove la teoria del complotto QAnon, che sostiene falsamente che i principali democratici appartengono a una cabala segreta di pedofili che adorano Satana. Un’altra rappresentante appena eletta, Lauren Boebert del Colorado, ha anche fatto dichiarazioni di sostegno su QAnon. “Abbiamo membri del Congresso di QAnon. È spaventoso”, ha concluso  Purcell.

 “QAnonizzato”

La lettera Q si riferisce alla Q-clearance, presunto livello massimo di autorizzazione all’accesso di fonti top-secret nel governo americano. In realtà lo usa solo il dipartimento dell’energia. Anon significa Anonymous, anonimo. Ci sono dentro il bianconiglio di Alice e la pillola rossa di Matrix. Il racconto è pieno di indizi e senza vere prove. I simboli sono presi un po’ dappertutto: dalla bandiera sudista, alle corna nordiche passando per i supereroi.

QAnon è un culto irrazionale di credenti che vivono in una cospirazione da sogno febbrile in cui combattono contro i pedofili adoratori di Satana che lavorano sotto copertura nella burocrazia dello ‘stato profondo’ del governo. QAnon prende molti dei suoi spunti dall’antisemitismo storico, come i Protocolli degli Anziani di Sion o le calunnie di sangue, tra cui l’accusa alla cabala segreta di bere il sangue dei bambini per rimanere giovani o come cura per Covid-19.

I suprematisti “occupano” la rete

Gli spazi online marginali vedono ora figure di estrema destra, suprematisti bianchi pieni di odio e razzisti che hanno chiesto a gran voce la guerra civile mescolarsi ai cospiratori di QAnon e agli ardenti sostenitori del presidente Trump che lo ascoltano da anni e credono che le elezioni siano state loro rubate. E molti stanno cercando di capire cosa fare dopo e come veicolare i propri messaggi.

In una chat neonazista, un membro ha esortato alla moderazione linguistica per evitare di alienare i nuovi arrivati, rimarca Carusone.

Gli spazi online marginali vedono ora figure di estrema destra, suprematisti bianchi pieni di odio e razzisti che hanno chiesto a gran voce la guerra civile mescolarsi ai cospiratori di QAnon e agli ardenti sostenitori del presidente Trump che lo ascoltano da anni e credono che le elezioni siano state loro rubate. E molti stanno cercando di capire cosa fare dopo – e come creare i loro messaggi.

In una chiacchierata neonazista, un membro ha esortato alla moderazione linguistica per evitare di alienare i nuovi arrivati, ha detto Carusone. L’Fbi ha affermato in una dichiarazione alla Cnn che, sebbene alcuni dei contenuti possano essere inquietanti, le autorità non possono intervenire da sole.

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“L’Fbi non può aprire un’indagine senza una minaccia di violenza o di presunta attività criminale. Tuttavia, quando questo linguaggio si trasforma in una richiesta di violenza o di attività criminale, l’Fbi è in grado di intraprendere un’attività investigativa”, ha detto l’agenzia.

Gli investigatori potrebbero dover affrontare un compito più difficile per trovare alcune persone che sono state rimosse dalle piattaforme più grandi.

Scrive Carlotta Rinaudi su affarinternazionali.it: “Tendiamo a credere che le teorie del complotto non ci riguardino. Che siano farneticazioni, assurdità, sciocchezze scritte sui social da “gente folle”. In realtà, le teorie del complotto sono bombe ad orologeria che ticchettano in un angolo della nostra società, pronte ad esplodere da un momento all’altro. Si propagano su Facebook, Telegram, YouTube, si infilano in una conversazione tra colleghi, e si insediano silenziosamente persino su gruppi che trattano di yoga e benessere.

Una delle più diffuse teorie complottiste dei nostri tempi è Qanon Nata nel 2017 sul controverso forum online 4chan, QAnon offre spazio a ogni fantasia. È iniziata con storie di cannibalismo e pedofilia per poi abbracciare la propaganda anti-vaccini, fino a sostenere che le elezioni americane sarebbero state truccate.

E ha anche un comune denominatore: Donald Trump, dipinto come colui che ci salverà dalla corruzione dell’élite politica. 

Non si tratta solo di ‘gente folle’ che scrive sui social, ma di un problema sociale con conseguenze pericolose, che semina disinformazione e isola le persone in realtà diverse. Le teorie complottistiche si diffondono facilmente perché offrono un antidoto veloce allo scontento della popolazione. Non si tratta nemmeno di un problema americano: durante la pandemia QAnon si è espanso in più di 70 Paesi, contaminando soprattutto le società democratiche, dall’Europa fino alla Nuova Zelanda. QAnon è versatile, e sa modificarsi in base al contesto locale..”.

E ancora: “Nonostante l’Fbi abbia già dichiarato QAnon una minaccia terroristica, due delle sue sostenitrici si sono insediate al Congresso degli Stati Uniti proprio nei giorni scorsi: Lauren Boebert in rappresentanza del Colorado, e Marjorie Taylor Greene per la Georgia. Lo stesso Donald Trump ha definito la Greene come ‘la futura stella repubblica’. 

Ci sono altri colpevoli che facilitano la diffusione di QAnon: gli algoritmi che regolano i social media. Quando un utente si iscrive a un gruppo pro-Trump o No-Vax, gli algoritmi iniziano a suggerirgli pagine QAnon, trascinando l’utente nella cosiddetta ‘tana del coniglio’ dove la sua visione del mondo si restringe sempre di più ad una lotta tra buoni e cattivi. Facebook ha cercato di prendere provvedimenti cancellando questi contenuti, ma gli stessi gruppi sono ricomparsi subito dopo con nomi diversi.

Teorie complottiste come QAnon sono bombe difficili da disinnescare, che esplodono con gravi conseguenze sociali. QAnon è stata in grado di togliere fiducia nei processi elettorali, nella democrazia, nella scienza. Così facendo, ha dimostrato la vulnerabilità delle società democratiche, dove ognuno di noi vive in realtà diverse, cibandosi di informazioni differenti. Realtà sempre più scollegate e in disaccordo tra loro, che finiscono per renderci solo più confusi e disinformati.

Il risultato è una società incapace di collaborare quando ce n’è più bisogno: per esempio, quando si attraversa una transizione elettorale, o quando si deve sconfiggere una pandemia.
L’immagine di un uomo vestito da vichingo che entra nell’aula del Senato è molto di più di un semplice teatro dell’assurdo. È la disinformazione che presenta il suo conto a una società sempre più confusa”.

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 Uno dei più autorevoli analisti del “fenomeno” QAnon è lo scrittore Wi Ming, autore di una delle più interessanti e documentati inchieste su QAnon, pubblicata in due puntate da Internazionale: “ I messaggi di Q – annota Wi Ming – sono apparsi per la prima volta nel 2017 sul forum 4chan, celebre luogo di incubazione dell’alt-right (la cosiddetta destra alternativa) e di altre correnti di estrema destra americane. Nel 2018 il presunto whistleblower si è trasferito su un sito ancora più estremo, 8chan. Tra aprile e agosto 2019 8chan è stato usato per annunciare, diffondere in streaming e rivendicare tre stragi razziste: quella alla moschea di Christchurch, in Nuova Zelanda; quella alla sinagoga di Poway, California; e quella all’ipermercato Walmart di El Paso, Texas. Nel complesso, 74 morti e 76 feriti. Sotto pressione, il sito ha chiuso nell’agosto del 2019 ed è riapparso a settembre con il nome 8kun. 8kun è tuttora il sito dove Q pubblica le sue “profezie” in esclusiva. Proprietario di 8kun è l’imprenditore di estrema destra Jim Watkins, padrone di un’azienda suinicola nelle Filippine, dove risiede. L’amministratore di 8kun è suo figlio Ron. 

È molto diffusa la convinzione che, almeno a partire dal 2018, dietro il personaggio di Q ci sia uno dei Watkins, oppure entrambi. Ci sono indizi di natura tecnica e c’è la testimonianza di un “pentito”, Fredrick Brennan, fondatore di 8chan ed ex collaboratore di Jim. Averne la conferma può essere utile, ma non è più dirimente: da tempo il fenomeno QAnon è autonomo da Watkins e da chiunque lo abbia gonfiato per trarne vantaggi e profitti. La maggior parte dei credenti non è mai stata su 8kun: è caduta nel rabbit hole stando sui social, trascinata dai suggerimenti automatici di Facebook e YouTube, spesso dopo aver condiviso materiali in apparenza neutri, senza sapere che erano targati QAnon. Inoltre, le farneticazioni e calunnie più odiose non provengono direttamente da Q. Sono il risultato delle “ricerche” compiute da un’armata di mestatori sparsi in rete. 

“The great awakening”: Trump signore del mondo
Il giorno in cui scatenerà la Tempesta, Trump oscurerà ogni mezzo d’informazione mainstream – tv, radio, siti di giornali – e parlerà alla nazione tramite il Sistema di trasmissione d’emergenza (Ebs), progettato per raggiungere i cittadini in caso di guerre, calamità o altri eventi straordinari. E cosa dirà agli americani? Annuncerà il Grande risveglio, la costruzione di una nuova società comandata da lui e dai militari. 

‘Abbiate fiducia nel piano’  dice uno dei più noti slogan di QAnon. Fiducia in Trump e nei ‘cappelli bianchi’ , cioè i buoni, contrapposti ai ‘cappelli neri’  dello stato profondo. Abbiate fiducia, la Tempesta è imminente. E colpirà anche fuori dai confini. I credenti europei si augurano un’invasione americana dei loro Paesi. Curioso auspicio, dato che molti provengono da ambienti saturi di antiamericanismo…”. 

Ecco spiegato il perché della fuga dei moderati dal Gop. Il “trumpismo” non è una forma “moderna”, radicalizzata, del vecchio conservatorismo repubblicano. E’ altra cosa: è la sua “QAnonizzazione”.

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