Secondo giorno di scontri tra Armenia e Azerbaigian e la Turchia getta benzina sul fuoco
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Secondo giorno di scontri tra Armenia e Azerbaigian e la Turchia getta benzina sul fuoco

L'ostilità tra i due paesi risale al 2016: in quell'anno, sempre nello stesso punto, i 2 eserciti si scontrarono causando 200 vittime.

Gli scontri
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28 Settembre 2020 - 16.30


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Da due giorni in Caucaso si registrano scontri e decine di morti lungo la Linea di Contatto che divine l’Azerbaigian e l’autoproclamata repubblica del Nagorno Karabakh. Negli scontri armati sono morti 28 soldati separatisti, come ha reso noto il Ministero della Difesa della regione sostenuta dall’Armenia. 
L’ostilità tra i due paesi risale al 2016: in quell’anno, sempre nello stesso punto, i 2 eserciti si scontrarono causando 200 vittime. Da allora, gli attacchi con i droni da parte di entrambe le fazioni si sono susseguiti, intervallati da tentativi diplomatici di ristabilire la pace. 
La storia
Nel 1917, in seguito alla rivoluzione russa, il Karabakh fu inglobato nella Federazione Transcaucasica, che comprende Armenia, Azerbaigian e Georgia. La regione del Nagorno-Karabakh fu al centro di una contesa tra l’Armenia e l’Azerbaigian, che alla fine ‘vinse’ per volere di Stalin. 
Quando l’Urss si dissolse, la questione si riaprì: la minoranza armena nel territorio, con il supporto del loro paese natale, cominciò a mobilitarsi e nel settembre del 1991 fu dichiarata la nascita della Repubblica dell’Artsakh. Ma nel 1992, il governo dell’Azerbaigian guidato da Baku represse la Repubblica militarmente, con una guerra che durò fino al 1993, anno in cui ebbero inizio i trattati di pace, che però hanno dato scarsi risultati. 
La situazione odierna
L’Unione Europea, l’Onu e il Gruppo di Minsk, un meccanismo nato proprio per favorire la pace nella regione del Nagorno Kabarakh, si sono dichiarati profondamente preoccupati per i recenti sviluppi. Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, e quello armeno, Zohrab Mnatsakanyan, si sono sentiti telefonicamente. Mosca, a quanto sembra, ha richiesto l’immediato cessate il fuoco. 
Anche l’Iran è intervenuto, dichiarandosi pronto a usare ‘tutte le sue capacità’ per favorire la pace. 
Ma a sostenere l’Azerbaigian c’è la Turchia di Erdogan, che condanna la controffensiva armena. Questo ha provocato la durissima reazione dell’Armenia, che ha dichiarato che sia l’Azerbaigian che la Turchia hanno di fatto dichiarato guerra. l’Armenia da sempre nutre profondo risentimento nei confronti della Tirchia a causa del genocidio operato dall’allora Impero Ottomano che la Turchia si rifiuta ancora oggi di riconoscere come pulizia etnica. 

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