Continuano le proteste a Minneapolis: hanno abbattuta la statua di Cristoforo Colombo
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Continuano le proteste a Minneapolis: hanno abbattuta la statua di Cristoforo Colombo

Sull'onda delle proteste per l'assassinio di George Floyd.

Cristoforo Colombo
Cristoforo Colombo
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11 Giugno 2020 - 07.28


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E’ stata abbattuta anche la statua di Cristoforo Colombo a Minneapolis, sull’onda delle proteste contro il razzismo scatenate dalla morte dell’afroamericano George Floyd, ucciso dalla polizia.
Sui social media sono rimbalzate le foto della statua di Colombo abbattuta davanti al campidoglio di Minneapolis.

Anche in altre parti del Paese. A Richmond, in Virginia, la statua è stata buttata giù dal suo piedistallo nel Byrd Park meno di due ore dopo che i manifestanti vi si erano radunati. È stata trascinata a terra con delle corde e al suo posto è stato issato un cartello con la scritta: “Colombo rappresenta il genocidio”. La statua è stata poi incendiata e gettata nel lago del parco, come documentano le immagini.

Brutta fine anche per l’effige di Colombo a Boston: il monumento dedicato all’esploratore genovese è stato decapitato e rimosso dalla sua collocazione nel North End, quartiere italo-americano della città del Massachusetts. Il sindaco Marty Walsh ha annunciato che il monumento sarà messo in magazzino mentre verranno avviate “conversazioni” sul “significato storico” dell’incidente: non è detto che la statua dell’esploratore italiano ritornerà al suo posto. Non era la prima volta, infatti, che Colombo veniva preso di mira: già decapitato nel 2006, quattro anni fa venne imbrattato di vernice rossa con le parole “Black Lives Matter” spruzzate sulla base.

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Ora che il movimento ha preso nuovo vigore, con connessioni fortissime tra le due sponde dell’Atlantico, sono molti gli amministratori tentati di agire preventivamente rispetto ai potenziali vandali. La cronaca dei giorni scorsi, del resto, parla chiaro: da Minneapolis a Londra, nessun monumento in qualche modo legato alla storia imperialista può dirsi al sicuro.

Negli Usa riprende vigore la lotta alle statue di generali e leader confederati. A farsene portavoce è persino la Speaker della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi: “Le sale del Congresso sono il cuore stesso della nostra democrazia”, afferma la leader democratica in una lettera indirizzata alle altre cariche di Capitol Hill. “Le statue del Campidoglio dovrebbero rappresentare i più alti ideali degli americani, esprimere quello che siamo e quello che aspiriamo ad essere come nazione. Monumenti a uomini che hanno difeso crudeltà e barbarie per un obiettivo razzista – prosegue riferendosi alla politica schiavista della Confederazione – sono un affronto grottesco a questi ideali. Le loro statue sono un tributo all’odio, non alla nostra storia. Per questo – conclude – devono essere rimosse”. 

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