Di Maio fa la voce grossa: "Siamo pronti a chiudere le frontiere ai paesi Ue che non ci rispettano”
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Di Maio fa la voce grossa: "Siamo pronti a chiudere le frontiere ai paesi Ue che non ci rispettano”

"Non vogliamo sollevare polemiche, ma se qualcuno pensa di chiuderci la porta in faccia solo per i propri interessi, allora risponderemo"

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1 Giugno 2020 - 09.37


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“La partita si aprirà il 3 giugno, perché andare a trattare con uno Stato estero mentre noi abbiamo ancora delle regole restrittive è complicato”. È quanto dichiara in un’interivsta al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dinanzi alle chiusure dei flussi turistici annunciate da alcuni Paesi nei confronti dell’Italia. E a propria volta ribatte: “Crediamo nello spirito europeo, ma siamo pronti a chiudere le frontiere a chi non ci rispetta”.

Il titolare della Farnesina dice inoltre: “Crediamo nella collaborazione ma anche nella reciprocità” ed  “è lo spirito che porterò nei miei viaggi in Germania, Slovenia e Grecia”. Per Di Maio l’Italia si è infatti distinta “per la trasparenza e i nostri dati sono molto confortanti”.

E osserva: “Non vogliamo sollevare polemiche, ma se qualcuno pensa di chiuderci la porta in faccia solo per i propri interessi, allora risponderemo. Davanti ai personalismi la porta la chiuderemo anche noi. Ma c’è un dialogo costruttivo da parte di molti Stati”. Come con “il collega tedesco Mass” con cui “i rapporti sono ottimi”.

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E il capo della diplomazia italiana nel mondo annuncia: “Il 5 andrò a Berlino per discutere di Libia e flussi turistici. Di fronte alle nostre preoccupazioni su presunti corridoi sulla base di accordi bilaterali, la Germania ci ha rassicurato”.

Quanto poi all’atteggiamento della Grecia che impone la quarantena a quattro regioni italiane, Di Maio replica: “Sentirò oggi stesso il mio omologo. Inoltre il 9 sarò ad Atene per mostrare, dati alla mano, la situazione reale in tutte le nostre regioni”.

E sul Sud diffidente verso il Nord e che giudica la riapertura del 3 giugno frettolosa quanto improvvida, il ministro osserva: “Comprendo le preoccupazioni di chi amministra i territori, ma le scelte del governo sono dettate da un confronto con il comitato scientifico”. 

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