La rabbia non si placa, ancora proteste a Minneapolis: incendiato il commissariato
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La rabbia non si placa, ancora proteste a Minneapolis: incendiato il commissariato

La Cnn riferisce di un commissariato dato alle fiamme, spiegando che gli agenti avevano eretto una recinzione intorno alla stazione di polizia presa d'assalto da migliaia di manifestanti che l'hanno abbattuta.

Incendiato il commissariato
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29 Maggio 2020 - 07.19


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Non si placano le tensioni a Minneapolis nel mezzo dello sdegno per la morte del 46enne afroamericano George Floyd rimasto soffocato durante un fermo di polizia.

La Cnn riferisce di un commissariato dato alle fiamme, spiegando che gli agenti avevano eretto una recinzione intorno alla stazione di polizia presa d’assalto da migliaia di manifestanti che l’hanno abbattuta. Alcuni dimostranti sono riusciti ad arrampicarsi e ad appiccare il fuoco all’interno degli uffici. Il commissariato è stato così evacuato “nell’interesse della sicurezza del personale”.

Il sindaco, Jacob Frey, ha proclamato lo stato di emergenza di 72 ore. Nel corso di una conferenza stampa, Frey ha detto che Minneapolis ha chiesto aiuto al governo del Minnesota e alla Guardia Nazionale per cercare di ”tenere sotto controllo la situazione”. “E’ inaccettabile quello che abbiamo visto nelle ultime ore e nelle ultime due notti in termini di saccheggi”, ha detto Frey durante una conferenza stampa. “Le nostre comunità – ha detto nelle dichiarazioni riportate dalla Cnn – non possono tollerarlo e non lo tollereranno”.

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Il sindaco ha quindi replicato a Donald Trump, che in un tweet lo ha criticato, definendolo “molto debole” e denunciando “totale mancanza di leadership”. “Debolezza è rifiutare di assumersi la responsabilità delle proprie azioni – ha detto – Debolezza è puntare il dito contro qualcun altro in un momento di crisi”. Poi ha incalzato: “Donald Trump non sa nulla della forza di Minneapolis”. “Siamo forti da morire”, ha detto ancora il sindaco, ammettendo che “è un momento difficile”, ma “ce la faremo”.

Ieri il capo della polizia di Minneapolis, Medaria Arradondo, si è “scusato nel modo più assoluto per la pena, la devastazione e il trauma che la morte di Floyd ha provocato alla sua famiglia ed ai suoi cari”. “So che al momento c’è un deficit di speranza nella nostra città, e so che il nostro dipartimento ha contribuito a questo deficit nel suo insieme” ha aggiunto che ha però ribadito che non potrà permettere che si ripetano le saccheggi, gli incendi e le violenze che si sono registrate la notte scorsa. Devastazioni che il capo della polizia imputa a “gruppi esterni” al movimento di protesta.

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Intanto, la stampa Usa riporta che è emerso che, Derek Chauvin, l’agente che ha tenuto per oltre cinque minuti il suo ginocchio sul collo di Floyd che urlava di non poter respirate, nei suoi 19 anni al dipartimento aveva ricevuto almeno una decina di denunce per il suo comportamento, senza che fosse mai avviato nei suoi confronti nessun procedimento disciplinare, tranne in un solo caso una lettera di richiamo.

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