Domande scomode e Bolsonaro insulta i giornalisti del Folha: "Canaglie, state zitti"
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Domande scomode e Bolsonaro insulta i giornalisti del Folha: "Canaglie, state zitti"

I giornalisti facevano domande sulle dimissioni dell'ex ministro Sergio Moro ma Bolsonaro non ha gradito e ha riempito di insulti il Folha do Sao Paulo

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5 Maggio 2020 - 20.44


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Sono sempre più evidenti le tendenze autoritarie di Bolsonaro, che non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per dittature militari e metodi fascisti ma che adesso sta passando il limite. La sua ultima prodezza è stata insultare alcuni giornalisti che gli chiedevano delle sue presunte interferenze in alcune vicende giudiziarie del suo Paese ed ha accusato la Folha di San Paolo di essere un “giornale canaglia” e “bugiardo”. “Stai zitto, non ho fatto nulla”, ha risposto a un reporter che gli chiedeva spiegazioni sui cambiamenti al vertice della Polizia federale (Pf), cambiamenti che hanno portato alle dimissioni del suo ex ministro Sergio Moro. “Zitto, zitto”, ha poi detto a un giornalista della Folha che era tornato sull’argomento.
Parlando al Palacio da Alvorada, Bolsonaro ha quindi mostrato una copia dell’edizione cartace della Folha, con il titolo “Il nuovo direttore del PF assume l’incarico e accetta la richiesta di Bolsonaro”, prima di rivolgere le sue invettive contro il quotidiano. “Che azienda canaglia la Folha di San Paolo”, ha detto il presidente. “Canaglia è un complimento per la Folha. L’attuale sovrintendente di Rio de Janeiro (ed ex ministro Moro, ndr) ha detto che io ho voluto un cambio per ragioni familiari”.
“Nessun mio familiare è indagato dalla polizia federale, né io né i miei figli. Zero. Una bugia che la stampa ripete in continuazione, dicendo che i miei figli hanno voluto cambiare il sovrintendente”, ha insistito Bolsonaro,facendo un nuovo riferimento a Moro.
Ovviamente non è così: il primogenito di Bolsonaro, Flávio, è indagato per riciclaggio di denaro nel quadro dello schema di corruzione legato a Fabrício Queiroz, il suo ex autista e capo della sicurezza nelle cui mani sono passati due milioni di reais (441mila euro) versati da funzionari ‘fantasma’ assunti dal gabinetto del figlio di Bolsonaro quando era deputato nell’Assemblea legislativa di Rio de Janeiro, dal 2003 al 2018. È il sistema noto come rachadinha, che vede i collaboratori fantasma restituire buona parte del loro salario ai deputati che li hanno assunti.

Con l’aggravante che tra tali collaboratori – tra cui parenti dello stesso Queiroz come pure della prima moglie di Bolsonaro, Ana Cristina Valle – figura anche Danielle Mendonça, l’ex moglie di Adriano Magalhães da Nóbrega, il capo (oggi latitante) di una delle più violente e antiche milizie della città, Escritório do Crime, indicata come responsabile dell’assassinio di Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes.

Era destinata proprio al capo della milizia, secondo il pubblico ministero di Rio de Janeiro, una parte delle risorse derivanti dalla rachadinha del gabinetto di Flávio Bolsonaro. Il restante denaro, in base alle indagini, sarebbe stato riciclato dal primogenito del presidente in un negozio di cioccolata di cui è socio e in due immobili acquistati in contanti da lui e da sua moglie Fernanda per una cifra di 638.400 reais (141mila euro) a Copacabana.

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