Prima vittima turca nell'offensiva ad Afrin, ma sul fronte curdo e tra i civili i morti sono decine
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Prima vittima turca nell'offensiva ad Afrin, ma sul fronte curdo e tra i civili i morti sono decine

Un soldato turco morto a Gulbaba, un villaggio frontaliero. Ankara va avanti per la sua strada. Il ministro degli Esteri Cavusoglu: combatteremo il terrorismo ovunque

Soldati turchi
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23 Gennaio 2018 - 19.04


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L’offensiva dei soldati di Ankara ad Afrin ha registrato oggi la prima vittima tra i soldati turchi, impegnati nell’operazione ”ramoscello d’Ulivo” contro i curdo-siriani che difendono Afrin. Secondo notizie delle forze armate di Ankara, il soldato turco è morto negli scontri con le milizie curde dellYypg e presunti jihadisti dell’Isis, nel villaggio frontaliero turco di Gulbaba. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, l’operazione, giunta al quarto giorno, avrebbe provocato decine di vittime sia sul fronte curdo che tra le milizie siriane che affiancano i soldati di Ankara, oltra ad almeno 24 civil.
Ad Ankara è intanto giunta una delegazione americana, guidata dal viceassistente segretario per gli Affari Europei ed Euroasiatici, Jonathan Cohen, e composta da funzionari del Dipartimento della Difesa. Secondo il quotidiano Hurriyet, la delegazione si trova nella capitale per colloqui già previsti da tempo per discutere di alcune questioni che hanno provocato tensioni nei rapporti bilaterali, a partire dalla crisi dei visti. Ma, nei colloqui previsti nella sede dello Stato Maggiore, si discuterà dell’operazione contro l’enclave curda di Afrin, dove, sostenute dagli Usa, operano le Unità di protezione del popolo (Ypg) curdo, in chiave anti-Isis.
Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, in un’intervista rilasciata al quotidiano Haberturk, in merito all’operazione ‘Ramoscello d’ulivo’, ha detto che “il nostro compito non è quello di affrontare la Russia, la Siria o gli Stati Uniti, ma combattere il terrorismo. Non importa, se (il terrorismo, ndr) è ad Afrin, a Manbij, a est dell’Eufrate o anche nel nord dell’Iraq. Se ci sono terroristi lì, rappresentano per noi una minaccia”. In merito al sostegno fornito da Washington alle Unità di protezione del popolo curdo, il ministro turco ha infine sottolineato che il governo di Ankara si aspetta che “gli alleati come gli Stati Uniti” siano “dalla parte della Turchia e non dalla parte dei terroristi”.

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