Fango, sporcizia e veleni: chi vuole bere l'acqua dei Rohingya?
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Fango, sporcizia e veleni: chi vuole bere l'acqua dei Rohingya?

Chi non viene ucciso nel Myanmar e riesce ad arrivare nel Bangladesh deve vivere in condizioni sub-umane.

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18 Settembre 2017 - 21.13


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Sono saliti a 415mila i Rohingya musulmani arrivati in Bangladesh fuggendo dalle violenze scoppiate nel nordovest della Birmania lo scorso 25 agosto. È questo il bilancio aggiornato fornito dall’ufficio dell’Onu in Bangladesh. Si tratta di 3mila persone in più rispetto a quelle registrate ieri.
La fuga in massa dei Rohingya verso il Bangladesh è cominciata lo scorso 25 agosto, dopo l’attacco di un gruppo di insorti di questa comunità nello Stato di Rakhine, nel nordovest della Birmania, contro posti di polizia, ai quali l’esercito birmano ha risposto – secondo il racconto dei rifugiati – in modo molto duro. Stando ai dati ufficiali birmani, il bilancio è di circa 400 morti, ma testimoni e organizzazioni per la tutela dei diritti umani parlano di spari indiscriminati contro la popolazione e roghi di interi villaggi, come pure di altre violazioni dei diritti umani.
Ma per chi riesce a scappare il problema è come sopravvivere: nei campi rifugiati del Bangladesh le condizioni sono terribili e inumane. Perfino bere un sorso d’acqua senza rischiare il colera è un’impresa.
C’è bisogno di aiuti. C’è bisogno di pace. C’è bisogno di portare umanità là dove si è smarrita.

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