G20, nuovo appello della mamma di Emiliano: Farnesina latitante
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G20, nuovo appello della mamma di Emiliano: Farnesina latitante

Emiliano è uno dei ragazzi italiani in carcere in Germania insieme a: Orazio, Alessandro, Riccardo e Fabio, dal giorno delle manifestazioni di Amburgo contro il G20.

Emiliano Puleo
Emiliano Puleo
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2 Settembre 2017 - 16.37


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“Io non posso arrendermi e insieme ai tanti che hanno espresso da tutta Italia e da tutta Europa solidarietà e vicinanza a mio figlio e agli altri ragazzi arrestati ad Amburgo, continuerò a lottare fino a quanto Emiliano, Orazio, Alessandro, Riccardo e Fabio non saranno liberi. Fino a quando non saranno tutti liberi”. Parole di Fina Fontana, la mamma del giovane Emiliano, uno dei ragazzi italiani in carcere, in Germania, dal giorno delle manifestazioni che contestavano il G20. Un caso seguito, fin dal nascere da Globalist che in due occasioni ha raccolto le parole di denuncia della mamma di Emiliano, e la sua preoccupazione che le autorità italiane non facessero quel che si poteva fare perché le autorità tedesche non mostrassero il pugno duro soprattutto con gli arrestati stranieri, soprattutto con i giovani italiani. Mamma Fina è delusa dal comportamento del ministero degli Esteri. Emiliano Puleo, uno dei tre ragazzi siciliani, è in carcere da quasi due mesi in Germania, dopo le manifestazioni contro il G20 di Amburgo di luglio.
“Il governo non ha proferito parola in merito – dice mamma Fina – non ha voluto nemmeno interessarsi della questione. In Italia, evidentemente, esistono cittadini di cui la politica non si vuole occupare, forse per non rischiare di infastidire la potente Germania”. In una lettera indirizzata a Repubblica, la madre del militante di Rifondazione Comunista di Partinico torna ad esprimere profonda amarezza per la vicenda.
Emiliano e altri due ragazzi catanesi, Alessandro Rapisarda e Orazio Sciuto, del Centro Sociale “Liotru” sono in cella dal 7 luglio. Sono accusati di tentate lesioni e disturbo della quiete pubblica, assieme ad altri tre ragazzi italiani, anche loro in cella.Per loro domenica pomeriggio ci sarà un sit in a piazza Verdi a Palermo. “Fin da piccolo ha sempre sentito la passione politica e ha deciso sin da subito di schierarsi in difesa dei più deboli. Andare ad Amburgo per partecipare alle manifestazioni contro il G-20 è stato per lui la normalità”, ricorda la mamma di Emiliano. “In attesa che, finalmente, venga stabilita la data del processo – dice Fina Puleo – ci troviamo a fare i conti, giorno dopo giorno, con la terribile burocrazia tedesca e l’ostruzionismo che subiscono i manifestanti arrestati. Emiliano, insieme agli altri ragazzi, rimane trattenuto in carcere perché sussiste, secondo quanto sostenuto dalla corte, un pericolo di fuga. Emiliano – continua Fina Fontana – è un cittadino dell’Unione Europea, ha sempre vissuto, studiato e lavorato in Italia. Eppure questo non basta, tutto questo non viene preso in considerazione perché contrasta con l’immagine che hanno voluto dare di mio figlio, pericoloso “black block” che va in giro a lanciare bottiglie contro la polizia, per giustificare, con il più facile capro espiatorio trovato negli stranieri, il palese fallimento nella gestione dell’ordine pubblico”.
Pochi giorni fa una delegazione del circolo di Rifondazione Comunista di Partinico è andata ad Amburgo per far visita a Puleo: “Nonostante la prigionia, Emiliano si trova in buone condizioni, anche se la lunga detenzione comincia ormai a farsi sentire”, raccontano i militanti.
Oggi, alle 18,30, davanti al teatro Massimo di Palermo, c’ stata la manifestazione per Emiliano e per sensibilizzare le autorità italiane. Con amici e compagni del ragazzo di Partinico. La preoccupazione è che, in assenza di una iniziativa del ministero degli Esteri, sulla sorte giudiziaria dei ragazzi italiani sia fatta pesare la linea dura che in aula è passata su un altro giovane europeo arrestato ad Amburgo. Per lui, la corte ha emesso una condanna due volte più pesante della pena chiesta dalla pubblica accusa.
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