La strage dei bimbi siriani non merita lacrime: sono morti di serie B
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La strage dei bimbi siriani non merita lacrime: sono morti di serie B

Tanta indignazione - giustamente - per Manchester e l'Egitto. Nessuna se a morire sono arabi sotto le bombe Usa

Strage di bambini in Siria
Strage di bambini in Siria
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Gianni Cipriani Modifica articolo

26 Maggio 2017 - 16.30


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Siamo tutti rimasti impressionati dalla terribile strage al Manchester Arena. Colpiti anche perché il terrorista – chissà se scegliendo intenzionalmente proprio di colpire i teenager o semplicemente prendendo di mira quel luogo perché era quello di maggior affollamento  – si era fatto saltare in aria alla fine del concerto di Ariana Grande, cantante con un grande seguito tra le giovanissime.
Morta una bambina di 8 anni, altre adolescenti, altre nemmeno ventenni e alcuni loro genitori.
Lo loro storie sono state strazianti, bambine e ragazze felici le cui vite sono state spezzate in un istante. Madri disperate con un dolore che non verrà mai meno per tutta la vita.
Nel nostro piccolo, come è giusto che sia, noi abbiamo cercato di raccontare tutto ciò che era possibile, per dovere di informare ma anche perché fosse il più possibile chiaro l’orrore e l’abiezione di fronte a storie simili, tanto più quando a essere colpiti sono gli innocenti e i più indifesi.
Nello stesso tempo, in questo terribile bollettino di guerra mondiale “a pezzi” (come giustamente dice Papa Francesco) ancora una volta in Egitto – dove c’è una guerra formalmente dichiarata dallo Stato Islamico contro i cristiani – la notizia di un’altra strage contro un gruppo di copti. Anche in questo caso molti molti bambini. Vittime innocenti della ferocia dei fanatici islamisti che da tempo hanno smarrito qualsiasi pur minimo senso di umanità.
Molte sono state le voci di condanna per questi due barbari atti. Molti si sono indignati, hanno chiesto provvedimenti, azioni concrete. Hanno espresso tutta la loro commozione.
Giustamente.
Capita poi che non molto tempo dopo aver ucciso circa 100 civili a Mosul, l’ennesimo bombardamento tanto scriteriato quanto criminale fatto dagli aerei della coalizione a guida Usa (ma così, purtroppo, fan tutti) abbia fatto un’altra orrenda strage – questa volta in Siria – in cui sono morti circa 100 civili, ma 42 di loro erano bambini o adolescenti. Peggio della strage del Manchester Arena. E a poco vale nascondersi dietro l’ipocrita definizione di “danni collaterali” se perfino le Nazioni Unite hanno fatto l’ennesimo appello a smettere di bombardare obiettivi civili. Chi bombarda in questo modo è ben consapevole che vittime delle bombe sono solo in minima parte i “terroristi”. Gli altri sono tutti morti innocenti.
Ma la strage in Siria, purtroppo l’ennesima, non ha provocato lacrime e indignazione. Le stesse persone che si sono stracciati le vesti per Manchester o l’Egitto (giustamente, va aggiunto, perché lo abbiamo fatto anche noi) sono all’improvviso diventati muti e distratti se a morire sono stati bambini siriani uccisi sotto le bombe americane. Non un parola. Chissà quanto e come sarà raccontata (o ignorata) la carneficina di Maydin.
La verità, molto brutta da digerire, è che nonostante tante chiacchiere e tante ipocrisie i morti continuano a dividersi tra vittime di serie A e di serie B a seconda del colore della pelle; della loro religione; del loro continente; e delle bandiere degli assassini.

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