Venezuela, svolta autoritaria di Maduro. Onu e Stati vicini: siamo preoccupati
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Venezuela, svolta autoritaria di Maduro. Onu e Stati vicini: siamo preoccupati

Dopo la decisione di esautorare il Parlamento e assumere i poteri, il Paese è soffocato da proteste. E i governi vicini inziano a ritirare gli ambasciatori.

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31 Marzo 2017 - 18.52


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Non sono ore facili queste ultime per il Venezuela dopo la svolta autoritaria del governo di Maduro che ha di fatto esautorato il Parlamento, assumendo pieni poteri.

Proteste e tensioni animano tutto il paese, e alcuni deputati dell’opposizione sono stati aggrediti dai militari della guardia nazionale mentre tentavano di avvicinarsi alla sede del Tribunale Supremo di Giustizia (Tsj), nel centro di Caracas.

I parlamentari volevano protestare contro la sentenza del Tsj, allineato sulle posizioni del governo di Nicolas Maduro, che si è attribuito i poteri dell’Assemblea Nazionale. Unità antisommossa della Guardia Nazionale hanno però impedito loro di avvicinarsi alla sede del Tsj, mentre i militanti chavisti li attaccavano con pietre e bastoni.

 Juan Requesens, deputato del partito Unità Democratica, ha detto alla stampa che “siamo venuti a restituire al Tribunale la sua sentenza, perché non abbiamo nessuna intenzione di rispettarla, perché viola la Costituzione del nostro paese”, poco prima di essere malmenato dai militanti filogovernativi.

Intanto arrivano i segnali di sdegno e preoccupazione da parte dei governi esteri e dalle organizzazioni internazionali per quella che si sta rivelando come una gravissima crisi costituzionale.

Diversi governi latinoamericani hanno espresso la loro preoccupazione per l’aggravarsi della crisi costituzionale in Venezuela, dopo che il Tribunale supremo di giustizia (Tsj) di Caracas, allineato sulle posizioni del governo di Nicolas Maduro, si è attribuito le facoltà costituzionali del Parlamento, in mano all’opposizione. 

Il governo peruviano ha annunciato il “ritiro definitivo” del suo ambasciatore a Caracas – richiamato qualche settimana fa dopo una serie di insulti lanciato dalla ministro degli Esteri venezuelana, Delcy Rodriguez, contro le massime autorità locali – aggiungendo che si adopererà per fare sì che “si adottino con la massima urgenza le misure necessarie dinnanzi a questa evidente rottura dell’ordine costituzionale e democratico in Venezuela”. 

Tanto il governo colombiano di Juan Manuel Santos come quello cileno di Michelle Bachelet hanno espresso la loro “forte preoccupazione” per l’evolversi della situazione a Caracas, informando che stanno procedendo a consultazioni diplomatiche urgenti per valutare la possibilità di una risposta politica regionale. 

Il segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani (Osa) Luis Almagro ha convocato una riunione d’urgenza del consiglio permanente per discutere la crisi costituzionale in Venezuela

Anche le Nazioni Unite sono intervenute esprimendo “grave preoccupazione” per la decisione del Tribunale supremo di giustizia del Venezuela di assumere le competenze dell’Assemblea nazionale e chiedono che essa sia riconsiderata, poiché “la separazione dei poteri è essenziale perché la democrazia funzioni”. “Mantenere gli spazi democratici aperti è essenziale, per garantire che i diritti umani siano protetti”, ha dichiarato l’alto commissario per i Diritti umani dell’Onu, Zeid Ra’ad al Hussein. L’opposizione ha definito “colpo di Stato” quanto accaduto in Venezuela.

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