Unicef: con questa guerra nessun bambino è al sicuro in Siria
Top

Unicef: con questa guerra nessun bambino è al sicuro in Siria

A 8,4 milioni di minori servono aiuti umanitari. Emergenza acqua: la popolazione, compresi 100 mila bimbi, utilizzano pozzi potenzialmente contaminati.

Bimba siriana
Bimba siriana
Preroll

globalist Modifica articolo

21 Agosto 2016 - 17.14


ATF

Nessun bambino in Siria è al sicuro, fino a quando si trascinerà il conflitto”. Lo dice Christophe Boulierac, Portavoce Unicef  Ginevra. “Più di 3,7 milioni di bambini siriani sotto i 5 anni non conoscono altro che fughe, violenze  e insicurezza. Circa 306.000 sono nati come rifugiati nei paesi vicini. L’Unicef stima che 8,4 milioni di bambini siriani hanno bisogno di aiuti umanitari in Siria e nei paesi vicini”. “Per quanto riguarda la situazione ad Aleppo, – prosegue – l’accesso all’acqua potabile è peggiorato nelle ultime due settimane. La situazione è particolarmente peggiorata per i civili che vivono nella parte orientale della città, dove i rubinetti sono a  secco e le famiglie non hanno accesso all’acqua potabile attraverso la rete pubblica. Almeno 100 mila bambini che vivono nella parte orientale della città devono affrontare i pericoli di focolai di malattie trasmesse dall’acqua. Considerata l’intensificazione dei combattimenti, i rischi continuano a crescere ogni giorno. I pesanti scontri e l’escalation di violenze dal 4 agosto, hanno impedito ai tecnici di riparare i sistemi idrici ed elettrici gravemente danneggiati in città”.

Leggi anche:  Reporter sotto tiro: il prezzo della verità in Ucraina e Gaza

L’Unicef ha fornito 300.000 litri di carburante per il funzionamento dei generatoriper le stazioni di pompaggio dell’acqua e dei  pozzi a terra nelle parte occidentale della città, e fornisce acqua a 1,2 milioni di persone. L’Unicef ha anche fornito compresse per purificare l’acqua e – tramite autotrasporto- quattro milioni di litri di acqua potabile su base giornaliera per la parte occidentale della città. Ma questo non è sufficiente e non è una soluzione. E ‘ fondamentale per l’Unicef essere in grado di raggiungere tutte le parti della città dilaniata dalla guerra e garantire ancora più assistenza”, spiega Christophe Boulierac, 

L’Unicef è “particolarmente preoccupato per la situazione nella parte orientale della città, dove la popolazione, compresi 100 000 bambini, utilizzano acqua dai pozzi  potenzialmente contaminata da materiale fecale e pericolosa da bere. L’Unicef e i suoi partner continuano a lavorare per i bambini e le famiglie in Siria. L’Unicef rinnova l’appello a tutte le parti in conflitto di consentire immediatamente l’accesso sicuro e protetto ai tecnici per poter effettuate  le riparazioni urgenti delle reti elettriche in modo che l’acqua venga ripristinata in tutta la città”. 

Native

Articoli correlati