Da ieri sera in centinaia si sono radudati nei pressi del luogo dove sono stati uccisi alle spalle l’imam della moschea di Ozone Park nel Queens, a New York, e del suo assistente. Le persone in lutto chiedono giustizia per Maulama Akonjee e Thara Uddin. Avvicinati da dietro e colpiti alla testa senza neanche una parola. La polizia ricostruisce i dettagli preliminari della loro morte. Una ricostruzione che, secondo la comunità musulmana locale, è un’esecuzione legata a un crimine d’odio.
Il Consiglio per le Relazioni americano-islamiche ha tenuto una conferenza stampa nei pressi della scena del crimine. In una dichiarazione, Afaf Nasher, direttore esecutivo della sezione di New York, ha chiesto a “chiunque abbia informazioni su questo attacco di contattare le autorità”. “L’autore di queste uccisioni senza senso deve essere rapidamente arrestato e affrontare tutta la forza della legge”, ha aggiunto.
“Siamo persone pacifiste”, ha detto poi Kobir Chowdhury, il leader di un’altra locale moschea. “Leggi le mie labbra: si tratta di un crimine di odio”.
Anche il sindaco Bill de Blasio segue con attenzione l’evolversi delle indagini. “Anche se è troppo presto per dire che cosa ha portato a questi omicidi, è certo che la polizia di New York non si fermerà davanti a nulla per assicurare la giustizia”, ha comunicato l’addetto stampa Eric Phillips, promettendo supporto per la comunità musulmana.
Sarah Sayeed, la persona di collegamento tra De Blasio e le comunità musulmane, ha partecipato alla manifestazione, dicendo ai giornalisti che capisce i timori dei residenti “perché li sento in prima persona”.