Turchia, il golpe militare è fallito: 300 morti, 3.000 militari arrestati
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Turchia, il golpe militare è fallito: 300 morti, 3.000 militari arrestati

Fallito il colpo di Stato contro il presidente islamista Erdogan che dopo una rocambolesca fuga è tornato.

Immagini del golpe fallito
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16 Luglio 2016 - 10.13


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Sono quasi 300 i morti durante il tentativo fallito di colpo di Stato avvenuto in Turchia. Oltre 1.400 i feriti. Sono 2.839 finora i militari arrestati. Erdogan ha chiesto agli Stati Uniti l’estradizione di Fethullah Gulen, l’ex imam che vive in America accusato di essere l’ispiratore del fallito colpo di Stato. Sembra escluso che gli Usa possano accettare una richiesta del genere.

Erdogan invita i cittadini in piazza. “Scendere in strada anche stasera” a sostegno del presidente Recep Tayyip Erdogan e per festeggiare la “vittoria della democrazia” contro i militari golpisti: è l’invito lanciato dal governo alla popolazione turca dopo il fallito colpo di stato nel Paese. Diversi assembramenti di molte migliaia di persone sono attesi nelle zona più simboliche di Istanbul e Ankara. I militanti di Gezi Park notano un lieve paradosso in tutto questo.

Fallito golpe in Turchia.
I militari ribelli sembravano aver preso il potere mentre Erdogan, di fatto deposto, era in fuga dal paese. Il tentativo di colpo di Stato di una parte dell’esercito turco contro il presidente Erdogan, fallito dopo ore di scontri e incertezze, ha scosso Ankara e Istanbul, e ha tenuto i governi di tutto il mondo con il fiato sospeso.
Quasi 260  morti. L’ultimo bilancio è stato reso noto dal generale Umit Dundar, facente funzioni del capo delle forze armate: si tratta di 41 ufficiali di polizia, due soldati, 47 civili e 104 persone descritte come complottisti. Sono 1.154 i feriti. 
Sono 2.839 finora i militari arrestati. Il premier turco Binali Yildirum ha detto che nella costituzione del Paese non è prevista la pena di morte, ma aggiungendo che il governo considererà cambiamenti legali per accertarsi che simili tentativi di colpo di stato non si ripetano mai più. Il massimo organismo turco di controllo dei magistrati e procuratori ha sollevato dall’incarico 2.745 giudici in tutto il Paese. Lo scrive l’agenzia Anadolu, precisando che la decisione è stata presa in una riunione di emergenza dell’Alto consiglio di giudici e procuratori, questa mattina. La stessa fonte aggiunge che la riunione aveva lo scopo di adottare misure disciplinari contro i giudici sospettati di avere collegamenti col religioso musulmano Gulen che vive in Usa ed è stato accusato di aver ispirato il fallito golpe.

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Erdogan. Il presidente, dopo una rocambolesca fuga nella notte sui cieli turchi, è ritornato ad Istanbul dopo aver avuto la certezza del fallimento del golpe. All’aeroporto è stato acclamato da migliaia di sostenitori, che ha salutato con il gesto della rabbia, mutuato dai Fratelli musulmani. Il presidente-sultano ha ringraziato il popolo turco per averlo sostenuto scendendo in piazza, mentre una folla inneggiava ad Allah. Erdogan ha naturalmente promesso vendetta.

La purga nell’esercito è subito cominciata con 5 generali e 29 colonnelli già sollevati dai loro incarichi e la nomina-lampo del nuovo capo di Stato maggiore, Umit Dundar, a sostituire Hulusi Akarr che era stato catturato e tenuto in detenzione in una base aerea alle porte di Ankara.

L’Iman Gulen, da anni residente negli Usa,ha negato qualsiasi coinvolgimento nel tentativo di colpo di stato in Turchia. Prima alleato e poi nemico giurato di Erdogan, Gulen, 75 anni, ha affermato: “Ho sofferto per i numerosi colpi di stato militari nel corso degli ultimi 50 anni e trovo offensivo essere accusato di avere qualche legame con questo tentativo di golpe”. Gulen è accusato dal presidente turco di essere la mente del tentato golpe nel Paese.

L’immagine simbolo.

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Il presidente Erdogan ha ribadito: “Il tentativo di colpo di stato è stata opera di un piccolo gruppo all’interno dell’esercito, che ha usato dei blindati. Ho sentito che nelle forze armate ci sono dei contrasti, ma si tratta di un gruppo piccolo contro tutto il resto delle forze armate e delle forze di polizia”.
Erdogan ha rivelato che nel momento in cui è scoppiato il golpe “io mi trovavo a Marmaris”, sulla costa egea meridionale. “Dopo che sono partito, l’hanno bombardato. Hanno preso il mio segretario generale”. E infine ha aggiunto: “Il nostro esercito è pulito, quello che è successo non deve gettare una macchia sulle nostre forze armate”.
La Turchia non consentirà mai “alcuna iniziativa che interrompa la democrazia”. “Le nostre forze useranno la forza contro la forza”, gli autori del tentativo di golpe “pagheranno il prezzo più alto”. Lo ha detto il premier Binali Yildirim, che ha definito gli insorti “membri di un’organizzazione terroristica”, aggiungendo che un atto del genere non può essere perpetrato “da chi ha giurato fedeltà alla bandiera”.
Il premier turco ha assicurato che “il Paese ha reagito”, sottolineando inoltre che “i nostri soldati sono entrati in azione” e che “i teppisti autori di questo atto non rimarranno a lungo in libertà”. 

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