I bimbi siriani assediati dalla fame
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I bimbi siriani assediati dalla fame

Secondo la Nazioni Unite in Siria ci sono almeno 400mila persone ridotte alla fame dalla guerra e gli ultimi aiuti in cibo e medicine sono stati consegnati ad ottobre.

I bimbi siriani assediati dalla fame
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11 Gennaio 2016 - 16.56


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L’immagine del bambino siriano scheletrito dalla malnutrizione a Madaya, nei pressi di Damasco, è un’altra delle tragiche foto che dalla Siria hanno fatto il giro del mondo. Gli abitanti del villaggio bloccato dalle forze ribelli sono costretti a mangiare erba come quelli di due villaggi sciiti più a nord, che sono stati bloccati ancora più a lungo.

Le Nazioni Unite dicono che tutte le parti in conflitto in Siria hanno usato la guerra d’assedio, in violazione dei diritti umani internazionali infatti di provocare l’inedia di civili come tattica di guerra e inoltre il Programma Alimentare Mondiale e la Croce Rossa Internazionale descrivono le condizioni in alcune aree come “davvero terribili”.Ecco quello che sappiamo circa la situazione dei civili intrappolati dopo quasi cinque anni di guerra civile; ma quante sono le persone sono sotto assedio? L’ONU ritiene che dei 4,5 milioni di persone che vivono in quelle che definisce aree “difficili da raggiungere” della Siria, quasi 400.000 siano assediate.

L’ultimo rapporto del segretario generale Ban Ki-moon sulla Siria, pubblicato nel dicembre 2015, osserva che “le parti in conflitto hanno continuato a limitare fortemente o del tutto l’accesso alle aree sotto assedio”. La libera circolazione delle persone e delle merci è fortemente limitata, portando a prezzi elevati delle materie prime che riescono ad arrivare attraverso le linee di alimentazione irregolari. Le linee del fronte in Siria – qui come a Jobar e nel Ghouta orientale – sono ferocemente pattugliate, e l’ammontare di aiuti che le agenzie delle Nazioni Unite sono state in grado di fornire a quelle 400.000 persone da settembre a novembre è irrisorio.

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“Nel settembre scorso circa 7.800 persone sono state raggiunte con acqua, servizi igienico-sanitari e di assistenza igienica in un’unica posizione assediata. Poi in ottobre altre 10.500 persone in luoghi assediati sono state fornite con di cibo e assistenza di soccorso mentre 16.700 sono state dotate di acqua e servizi igienici. A novembre, 1.077 bambini hanno ricevuto libri di testo e 50 sono stati riforniti con abiti invernali – dicono i dati dell’ONU – nessun altro tipo di assistenza ha raggiunto le zone assediate nel mese di novembre”, fa sapere l’Onu, e l’organizzazione aggiunge di aver potuto esaudire solo il 10% di tutte le richieste di soccorso giunte dalle aree difficili da raggiungere .

Secondo le Nazioni Unite, le aree sotto assedio intrappolano circa 200.000 persone nelle zone controllate dal governo della città orientale di Deir al-Zour, che sono circondate da militanti dello Stato islamico (IS) . Nel Ghouta orientale, una roccaforte dei ribelli fuori Damasco, circa 176.500 persone sono bloccate. Nel sobborgo di Darayya e nella cittadina di montagna di Zabadani nella provincia di Damasco, circa 4.500 persone rimangono assediate dalle forze governative. Madaya, appena a sud di Zabadani, è sotto assedio da luglio. Secondo l’Onu, 42.000 persone sono intrappolate lì, alcune sono fuggite a Zabadani.A Foua e Kefraya, nella provincia di Idlib, altre 12.500 persone sono stimate essere bloccate da gruppi ribelli di al-Qaeda affiliati ad al-Nusra.

La Commissione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di inchiesta sulla Siria nel luglio 2015 ha valutato che diverse migliaia persone, in particolare le più vulnerabili, sono morte di malnutrizione o per mancanza di accesso ai farmaci ed all’energia elettrica “bloccate senza necessità e sotto il costante timore di cecchini mortali o bombardamenti, le comunità assediate vivono gravi traumi psicologici e sprofondano nella disperazione”, si legge nel rapporto.
Nelle zone assediate i civili siriani stanno lottando anche per stare al caldo.La commissione afferma che un padre è annegato nel marzo scorso quando ha tentato di attraversare a nuoto il fiume Eufrate da una zona assediata di Deir al-Zour, per trovare cibo per i suoi figli. In città , i cecchini prendono di mira i civili , compresi i bambini.

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Un abitante di Madaya, Abdel Wahab Ahmed, racconta che due persone sono morte di fame in città in un giorno nel solo mese di gennaio: “Qui la gente ha iniziato a mangiare terra perché non c’è più niente, erba e foglie sono morte a causa della neve. Stiamo morendo tutti, mangiamo cani e gatti e non abbiamo nessun tipo di medicina”. Pawel Krzysiek, un portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa, ha raccontato che quando si è recato a Madaya nel mese di ottobre (l’ultimo aiuto che abbia raggiunto la città) le madri erano così malnutrite che non producevano latte, e non c’era modo di alimentare i neonati ed i bambini piccoli.
Un funzionario locale di Madaya racconta che il costo di tutte le merci è salito, un chilo di grano costa 170 euro ed un chilo e latte in polvere più di 250: “Gli assedi sono anche un business, aggiunge. I funzionari governativi e soldati, e le loro famiglie, sono stati meno colpiti dall’ assedio di Deir al-Zour, dato che ricevono le forniture di base tramite l’aeroporto militare della città.

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Ma qualcuno è stato evacuato? Un accordo su scala locale che copre le quattro città assediate di Zabadani, Madaya, Foua e Kefraya il 28 dicembre ha portato all’ evacuazione di oltre 460 persone, tra cui alcune con ferite gravi, trasportate via terra e aria in Turchia e Libano sotto l’egida delle Nazioni Unite, della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.Quando l’accordo sulle quattro città venne annunciato , il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite consegnò a Madaya razioni alimentari per 20.000 persone che avrebbero dovuto durare per un mese . Questo avveniva in ottobre. Da allora, il WFP e le altre agenzie internazionali non sono stati in grado di ottenere l’accesso nonostante le ripetute richieste rivolte all’opposizione e al governo.

Pochi giorni fa, il 7 gennaio , l’Onu ha detto che il governo siriano aveva accettato di consentire gli aiuti alimentari in Madaya, Foah e Kefraya e assistenza sarebbe stata consegnata “nei prossimi giorni”. Anche la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del mese scorso sulla Siria, approvando i colloqui di pace che si dovrebbe iniziare a Ginevra alla fine di gennaio, chiede l’accesso immediato per gli aiuti umanitari a tutte le aree. I gruppi di opposizione siriani stanno cercando di trasformare questo fatti requisito indispensabile per partecipare alla conferenza.

Fonti: BBC,AFP

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