Battaglia di Mosul: le forze governative irachene torturano e uccidono civili
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Battaglia di Mosul: le forze governative irachene torturano e uccidono civili

Denuncia Amnesty: catturano e ammazzano a sangue freddo i sospetti appartenenti dell'Isis. Intanto ancora 600.000 bambini sono sotto assedio.

Polizia federale durante alcune operazioni intorno Qayyarah a fine ottobre
Polizia federale durante alcune operazioni intorno Qayyarah a fine ottobre
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10 Novembre 2016 - 12.21


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Torturano e uccidono a sangue freddo. Sei uomini sono stati uccisi dopo essere stati torturati da forze governative irachene nei villaggi a sud di Mosul durante l’offensiva lealista cominciata il 17 ottobre. Lo denuncia oggi Amnesty International, aggiungendo di avere raccolto precise testimonianze durante una missione sul campo e parlando anche di torture inflitte dai militari a dieci uomini e ad un ragazzo di 16 anni. Le vittime erano sospettate di far parte dell’Isis.
“Uomini che indossavano uniformi della polizia federale – afferma in un comunicato Lynn Maalouf, vice direttore per la ricerca di Amnesty International all’ufficio regionale di Beirut – hanno compiuto diversi omicidi extra-giudiziali, catturando e uccidendo deliberatamente a sangue freddo residenti di villaggi a sud di Mosul. In alcuni casi i residenti sono stati torturati prima che venissero loro sparato, in stile esecuzione”.
Gli episodi sarebbero avvenuti il 21 ottobre in villaggi dei distretti di Al Shura e Al Qayyara, una trentina di chilometri a sud di Mosul. “Quando l’operazione militare su Mosul è cominciata – sottolinea Lynn Maalouf – il primo ministro Haidar al Abadi ha messo in chiaro che non sarebbero state tollerate violazioni da parte delle forze armate irachene e dei loro alleati. Ora è il momento di provarlo”.

Unicef, ancora 600.000 bambini sotto assedio a Mosul. Mentre le truppe Irachene entrano a Mosul, i bambini e le famiglie che hanno già sofferto per due anni la fame e la paura, continuano a restare intrappolati tra le linee del fronte e a essere costretti a fuggire in cerca di protezione. Lo afferma l’Unicef.
“Si stima che a Mosul vivano ancora 600.000 bambini sotto assedio – dichiara Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia- un numero che si somma ai 14.000 che sono fuggiti dalle loro case per cercare rifugio nei campi di accoglienza. Questi bambini arrivano in condizioni terribili: hanno bisogno non solo di riparo, ma anche di assistenza psicologica a causa di tutti gli orrori che hanno subito in questi giorni di conflitto”.
Per Iacomini “è urgente che tutte le parti in conflitto proteggano i bambini intrappolati in città. Sono vittime innocenti che non possono continuare ancora a subire tutto questo”.

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