L’Ucraina è in default
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L’Ucraina è in default

Kiev sanziona in suo crollo finanziario: la Russia la cita di fronte agli organi internazionali per non aver onorato un’emissione di eurobond per più di 3 miliardi di dollari

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redazione Modifica articolo

4 Gennaio 2016 - 11.40


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Con l’inizio del 2016 l’Ucraina è tecnicamente un Paese in “default”, e questa condizione è destinata ad avere ripercussioni drammatiche sulle condizioni di un Paese che finanziariamente è già ridotto allo stremo . Kiev non ha provveduto al rimborso del debito pari a 3,075 miliardi di dollari a seguito di un prestito sottoscritto da Mosca con l’acquisto obbligazioni, ed il ministero delle Finanze russo ha avviato una vertenza legale per 3 miliardi di dollari.”Il ministero delle Finanze russo segnala che l’Ucraina non ha effettuato il pagamento per un importo complessivo di 3,075 miliardi di dollari a titolo di rimborso per il prestito obbligazionario sottoscritto da Mosca durante il periodo di grazia, scaduto il 31 dicembre 2015. Pertanto l’Ucraina è ora in default su questo debito,” fa sapere un comunicato.

Gli “eurobond” ucraini, sottoscritti dalla Russia alla fine del 2013 a spese del Fondo Nazionale di Previdenza, avrebbero dovuto essere rimborsati il 20 dicembre ed il pagamento sarebbe dovuto avvenire entro il giorno lavorativo successivo. Secondo il prospetto delle obbligazioni, il “default” sarebbe iniziato formalmente al termine del periodo di grazia di 10 giorni a decorrere dalla scadenza, vale a dire il 31 dicembre, data entro la quale L’Ucraina avrebbe dovuto pagare l’ultimo coupon da 75 milioni di dollari e rimborsare l’intero importo del debito.

Kiev avrebbe voluto che la Russia partecipasse alla ristrutturazione del debito alle stesse condizioni concordate con i creditori privati stranieri, grazie ad un accordo raggiunto la scorsa estate che oltre alla dilazione dei pagamenti prevede la cancellazione di parte del debito. In precedenza Kiev aveva imposto una moratoria sul pagamento del debito verso la Federazione Russa, estendendo la misura anche alle società che avevano contratto debiti con le banche commerciali russe.”Tutto ciò dato , il ministero delle Finanze russo si è rivolto alla società “Law Debenture Corporation plc”, conformemente alla documentazione di emissione sulle obbligazioni da parte dell’ente creditore, ed ha avviato le procedure necessarie per l’immediato avvio di una vertenza legale con l’Ucraina. L’esposto sarà depositato presso un tribunale inglese”, spiega ancora il ministero moscovita.Il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov ha dichiarato nelle scorse settimane che anche l’inizio del processo non avrebbe precluso la possibilità per l’Ucraina di risolvere il contenzioso in via amichevole ed ha sottolineato che la Russia è pronta a discutere un accordo transattivo sul debito, anche dopo la presentazione dell’esposto in tribunale.
La Russia insiste sul fatto che il debito dell’Ucraina di 3 miliardi di dollari sia sovrano, e la stessa posizione era stata ufficialmente espressa dal Fondo Monetario Internazionale: di conseguenza, secondo le regole del FMI, il debito non può essere ristrutturato con le stesse modalità di quelli dei creditori privati.

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Allo stesso tempo le autorità ucraine si mostrano molto aggressive: il primo ministro Arseniy Yatsenyuk ha dichiarato di essere pronto ad una battaglia legale con la Federazione Russa, facendo sapere che a bilancio dello Stato non era stato messo alcun pagamento a Mosca, ma solo le spese per i servizi di avvocati e consulenti legali. Tuttavia su questo tema a Kiev non c’è unanimità: in precedenza il ministro delle Finanze ucraino, Natalia Yaresko aveva affermato di prevedere il proseguimento del dialogo sulla ristrutturazione del debito con Mosca nel gennaio 2016. In estrema sintesi, la posizione dell’ Ucraina “filo occidentale” da questo momento in poi è interamente nelle man i dei suoi “sponsors”: se Usa e istituzioni finanziarie internazionali sono in grado di sostenerla, d’ora in poi l’intero peso finanziario dell’ operazione è sulle loro spalle.

Nello stesse ore un altro braccio di ferro inaugurato con Crimea che ha deciso di far parte della Federazione Russa, rischia di aggravare ancora i disastrati bilanci di Kiev : con il 1 gennaio è scaduto l’accordo per le forniture di energia elettrica alla penisola, ed il 90 per cento degli abitanti hanno detto di opporsi al proseguimento delle forniture segli accordi continueranno ad indicare la Crimea e Sebastopoli come parti dell’ Ucraina.

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Il direttore generale del Public Opinion Research Center russo (VTsIOM) Valery Fyodorov spiega che il sondaggio compiuto fra i cittadini di Crimena ha espresso risultati indiscutibili: “Nella Repubblica di Crimea, il 6,2% degli intervistati ha espresso sostegno per la firma del contratto, mentre il 93,1% non lo vuole perché in base ad esso Crimea e Sebastopoli sarebbero parte di Ucraina”, dice. Fyodorov aggiunge che il 94 per cento degli intervistati a Sebastopoli ed in Crimea dicono di essere pronti ad affrontare difficoltà temporanee nei prossimi 3-4 mesi.Gli intervistati sono stati 3.000.

L’energia elettrica dall’ Ucraina alla Crimea veniva fornita da quattro linee di trasmissione di potenza attraverso la regione ucraina di Kherson , ma già il 22 novembre la Crimea era stata lasciata senza energia dopo che ignoti avevano fatto saltare i tralicci. Nella panisola è stato imposto un regime di risparmio energetico è stato imposto sulla penisola, con molte imprese che hanno sospeso le attività . La situazione si è stabilizzata dopo il lancio il 2 dicembre del primo “ponte energetico” dal sud del territorio di Krasnodar in Russia. La messa in servizio di una seconda linea di rifornimento il 15 dicembre ha aumentato la sua potenza fornita a 400 MW. Altre due linee saranno attive in primavera, e questo renderà possibile alla Crimea di diventare indipendente dall’ energia elettrica ucraina.

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Uno degli organizzatori del blocco alla Crimea, Mustafa Abdülcemil Qırımoğlu , sostiene però che l’estensione del contratto sulla fornitura di energia elettrica per la penisola rimane possibile, se Crimea nei documenti non verrà indicata come Repubblica autonoma ma come Distretto Federale In ogni caso, l’interruzione delle forniture provocherà altre voragini nela casse della società energetica di Kiev, ed anche per questo il presidente polacco Duda ha promesso sostegno finanziario, politico e energetico all’Ucraina.

Fonte: Agenzie

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