Ucraina senza tregua, si prepara il disastro
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Ucraina senza tregua, si prepara il disastro

La tregua è finita e l'esercito di Kiev annuncia una massiccia offensiva. Nelle regioni dell'Est adesso si rischia una vera ecatombe fra decine di migliaia di civili.

Ucraina senza tregua, si prepara il disastro
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2 Luglio 2014 - 11.35


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Ieri Petro Poroshenko, presidente dell’Ucraina, ha annunciato la fine della tregua nelle regioni dell’Est e ha parlato di un'”offensiva massiccia” che minaccia di causare una vera e propria ecatombe. L’insurrezione delle regioni orientali dell’Ucraina e la cosiddetta “operazione antiterrorismo” dell’esercito di Kiev ormai durano da tre mesi ed hanno provocato più di quattrocentocinquanta morti, la gran parte dei quali fra i civili. Il conflitto sembra ancora lontano da una soluzione, anche se negli ultimi giorni sembra avere perso intensità e tutt’intorno all’Ucraina l’esercito russo e quello americano continuano dispiegamenti che non lasciano presagire nulla di buono.

Le ultime ore hanno già riservato otto morti, mentre due giornalisti della tv ucraina sono stati rapiti a Fromandsk e Lugansk:si tratta della reporter Anastasia Stanko e del cameraman Ilya Bezkorovaini. Il ministro dell’Interno Arsen Avakov ha annunciato la creazione di un gruppo speciale per liberarli.

Questo è dunque il momento di tracciare un primo bilancio di un conflitto che rischia di farsi cronico e di trasformarsi in una della tante guerre a “bassa intensità” che insaguinano il mondo, mentre nello stesso tempo, il futuro del’Ucraina e dell’Europa dal punto di vista energetico appare sempre più precario. La data d’inizio della rivolta filorussa é quella del 6 aprile, ovvero due settimane dopo l’annessione della Crimea alla Russia, quando i filo-russi cominciarono ad occupare i principali edifici governativi nelle regioni di Kharkiv, Donetsk e Lugansk e nelle principali città dell’Est al confine con la Russia. Il giorno successivo sarebbe stata proclamata la “repubblica sovrana” di Donesk.

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È stato a partire da quel giorno che l’ Ucraina ha cominciato ad accusare Mosca di voler invadere il paese per “smembrarlo”, e il 13 aprile l’esercito di Kiev aveva dato vita all’operazione antiterrorismo” a Oriente. Il 25 alcuni osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) vengono catturati dai ribelli a Slavjansk per essere poi rilasciati il 3 maggio).

Da quel giorno in poi il resoconto delle operazioni dell’esercito di Kiev e della risposta degli insorti si trasforma in registro da macellari, il 4 maggio segna la giornata più sanguinosa dal momento del cambiamento di potere a Kiev: 42 morti a Odessa (sud) e 10 Slavjansk. Il 10 maggio Donetsk e Lugansk rispondono con un massiccio “si” ad un referendum per l’indipendenza che Kiev e l’Occidente considerano “illegale”.

La lotta nel bacino del Donetsk e del Lugansk dunque non si ferma :almeno 26 persone, per lo più soldati ucraini rimangono uccisi fra il 22 ed il 23 aprile. Il 25 si svolgono elezioni presidenziali in Ucraina vinta dal filo-occidentale Poroshenko con il 54,7% e accettate come legittime anche se all’Est maggior parte dei seggi elettorali sono rimasti chiusi.

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Intanto l’ “operazione antiterrorismo” si intensifica con l’ausilio di aerei ed elicotteri e le forze lealiste tentano di riprendere il controllo di aeroporto di Donetsk preso dagli insorti, il bilancio é di quaranta morti soprattutto fra i ribelli. 27, Kiev annuncia che l’esercito ha ripreso il controllo dell’aeroporto e Poroshenko promette di mettere fine al “terrore” nel separatista Oriente. La promessa non verrà mai mantenuta.Il 29 maggio i ribelli abbattono un elicottero militare vicino alla loro roccaforte Slavjansk, uccidendo 14 soldati e gli attacchi all’aviazione ucraina continuano pe mezzo di razzi terra-aria che pochi giorni dopo abbattono un aereo da trasporto militare e provocano 49 morti.

Fra le date che tutti i peasi europei hanno dovuto segnare sui loro calendari la più importante é quellla del 16 giugno, giorno in cui Russia ha tagliato le forniture di gas all’Ucraina. Qualche giorno dopo, il 20, Poroshenko dichiara un cessate il fuoco di una settimana come parte di un piano di pace che prevede il disarmo dei secessionisri, la creazione di una zona cuscinetto e il decentramento del potere ed offre un dialogo ai ribelli “che non si siano resi responsabili di “o omicidio o tortura.”

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La tregua proclamata dal presidente Il cessate il fuoco sarà violata ripetutamente: il 24 i ribelli filo-russi uccidono nove soldati con l’abbattimento di un elicottero vicino Slavjansk, il 26 vengono rilasciati i quattro osservatori dell’OSCE rapiti il 26 maggio, ed altri quattro torneranno liberi tre giorni dopo. Il 28 giugno é un’altra data da sottolineare: l’Ucraina firma a Bruxelles un accordo di associazione con l’Unione europea, scatenando una forte reazione da parte della Russia. La decisione di firmare questo accordo nel mese di novembre era stata all’origine del rovesciamento del potere filo-russo a Kiev e della rivolta ad est.

E siamo arrivati agli ultimi giorni: il 28 giugno Poproshenko decide di estendere di 72 il cessate il fuoco con i separatisti ma ieri la situazione é tornata a precipitare: Kiev annuncia il mancato rinnovo della tregua e la ripresa delle operazioni contro i ribelli nella parte orientale e prevede una “offensiva massiccia” Poroshenko “adesso si assume le responsabilità” per la guerra in Oriente,ribatte il presidente russo Vladimir Putin. Da questo momento in poi, tutto é possibile.

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