La grande migrazione cinese
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La grande migrazione cinese

L’obiettivo di Shanghai è 30 milioni di abitanti entro il 2020. Il successo dipende da una catena di riforme nel settore fiscale. Ci sono molti ostacoli. [Paolo Longo]

La grande migrazione cinese
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19 Marzo 2014 - 16.51


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da Pechino
Paolo Longo

L’obiettivo della città di Shanghai è 30 milioni di abitanti entro il 2020, cioè tra sei anni. Parte del più generale obiettivo di urbanizzazione che il governo cinese si è dato, portare nelle città entro il 2020 cento milioni di persone per elevare al sessanta per cento il livello di urbanizzazione del Paese, dall’attuale 53,7%.

Il piano è stato ufficialmente presentato in queste ore e naturalmente provoca gia dibattiti e qualche protesta anche se appare chiaro che è uno strumento fondamentale e irrinunciabile di un nuovo modello di sviluppo del Paese. Aumentare la popolazione urbana nelle intenzioni dei leader cinesi, e in particolare del primo ministro Li Keiqiang, deve aiutare a trasformare quella cinese in un’economia di consumi, secondo un modello più sostenibile del passato.

Il successo di questo programma di grande migrazione, però, dipende da una catena di riforme nel settore fiscale, della terra e del welfare che richiederà uno sforzo enorme e dovrà superare molti ostacoli. Il principale, la fine dell’apartheid interna provocata dal sistema introdotto nella Cina di mao che vincola la residenza della persone al luogo in cui nascono e rendono estremamente difficile per chi e nato nelle zone rurali ottenere la residenza nelle città.

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Tutto ruota intorno a un libretto marroncino, chiamato hukou, che accompagna la vita di ogni cinese dalla nascita. Chi ha un hukou di campagna non può vivere in città. E se come oltre duecento milioni di persone hanno fatto in questi anni di boom economico si trasferiscono lo stesso in città, diventano cittadini di serie b senza diritto alla scuola per i figli o accesso alla sanità pubblica.

Oggi qualche città sta cominciando a concedere la cittadinanza con molta cautela anche agli immigrati ma molte grandi città, a partire dalla capitale, esitano perché temono un’invasione che porti alla distruzione del tessuto urbano. Con il programma di urbanizzazione lanciato dal governo questa è la prima riforma necessaria, la più difficile.

L’altro grande problema sarà fare spazio nelle città per decine di milioni di persone.

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