La Russia approva l'azione militare in Ucraina
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La Russia approva l'azione militare in Ucraina

Il Senato russo ha già raccolto la richiesta del presidente di inviare delle truppe in Ucraina. Immediate le reazioni da tutto il mondo.

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1 Marzo 2014 - 16.08


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Vladimir Putin ha chiesto ed ottenuto dal Senato russo di potere inviare delle truppe militari in Ucraina per «normalizzare la situazione». Dopo gli interventi dei capi delle commissioni esteri e difesa, il Senato vota una delibera che deve essere inviata al capo dello Stato. La delibera è già nelle mani di Putin che potrebbe far partire le truppe già nelle prossime ore.

Peskov -Non c’è ancora alcuna decisione operativa di Vladimir Putin sul ricorso all’esercito russo in Ucraina, pur autorizzato sulla carta dal senato: lo ha precisato Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, citato da Ria Novosti.

Merkel – La cancelliera tedesca Angela Merkel ha ribadito oggi la necessità di rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina. «Tutto ciò che sta accadendo in Crimea ci preoccupa», ha affermato a Berlino. La cancelliera ha reso noto di essere in contatto telefonico con i responsabili a Kiev e in Russia oltre che con il presidente americano, Barack Obama. Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier ha ricordato che «chiunque continui a gettare olio sul fuoco ora – a parole o nei fatti – sta consapevolmente spingendo per una escalation degli eventi».Qualunque cosa faccia la Russia in Crimea, deve avvenire nel rispetto della sovranità ed integrità territoriale dell’Ucraina, ha affermato. Steinmeier ha anche chiesto alla Russia di comunicare i propri movimenti di truppe in Crimea e l’obiettivo di questi movimenti.

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Obama – In Crimea cominciano a soffiare pericolosi venti di guerra, malgrado i primi accenni di dialogo diplomatico fra Russia e Occidente: Kiev grida all’invasione affermando che Mosca ha già inviato 2.000 parà in Crimea, mentre il presidente Barack Obama lancia all’indirizzo di Mosca un monito: un intervento militare, ha detto «avrebbe un costo». In serata il monito di Obama: »La situazione è fluida: abbiamo contatti continui con le autorità russe«, ma un intervento militare – ha detto, senza specificare – sarebbe una grave violazione del diritto internazionale e »avrebbe un costo«. Obama ha assicurato che Washington sarà a fianco della comunità internazionale e si adopererà per l’integrità territoriale ucraina. Convocato su richiesta di Kiev, si è riunito il Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove l’ambasciatore ucraino, Iuri Sergeyev ha chiesto aiuto perchè si preservi l’integrità territoriale» ucraina, mentre l’0ambasciatrice Usa, Samantha Power, ha chiesto che si attivi subito una «mediazione internazionale».

Ayrault -La Francia segue lancia un appello «alla responsabilità di tutti gli attori, in particolare al governo designato dal parlamento perchè venga fatto di tutto per evitare la divisione dell’Ucraina e per rispettare l’integrità territoriale. Ci vuole sangue freddo e lucidità». Lo ha detto il premier francese Jean-Marc Ayrault, a margine del congresso del Pse a Roma. «La Francia fa la sua parte, soprattutto con la Germania e la Polonia in un ruolo di mediazione per conto dell’Ue, e continuerà a farlo», ha aggiunto.

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Pinotti – Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, secondo quanto si apprende, segue «con attenzione e preoccupazione», insieme allo Stato maggiore Difesa, l’evolversi della situazione in Ucraina.

Vorobiov – «Con la sua dichiarazione che la Russia la pagherà cara per la sua politica, il presidente Obama ha oltrepassato la linea rossa, ha insultato il popolo russo»: lo ha dichiarato Iuri Vorobiov, vicepresidente del Senato russo, nel corso della discussione sulla richiesta di Putin di autorizzare l’invio di truppe. Ieri Obama aveva ammonito che un intervento armato russo nella crisi ucraina avrebbe un costo.

Schulz – Sulla piazza Maidan di Kiev «sventola la bandiera europea», una «bandiera dei diritti». Lo ha ricordato il candidato del Pse alla presidenza della commissione europea Martin Schulz, nel suo unico accenno alla situazione in Ucraina, per sottolineare come la Ue rappresenti ancora per molti «la promessa di un futuro luminoso».

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