Che il colonnello Muamar el Gadafi avesse diverse “amazzoni del sesso” nei suoi palazzi è una storia raccontata da una delle giovani che avevano fatto parte di questo orripilante harem. In questi 26 mesi che sono passati dalla morte del leader libico non era mai stato possibile vedere com’era la camera di tortura nella quale il dittatore manifestava le sue stravaganze domestiche.
Ora un documentario della BBC4 ha mostrato per la prima volta i locali nei quali Gheddafi – stando ai racconti – violentava uomini e donne e anche minori che sceglieva visitando le scuole. Camere decorate con uno stile anni Settanta, letti matrimoniali sui quali, nei suoi 42 anni di potere, furono colpite, violentate centinaia di persone. Molte erano vergini rapite dalle scuole e dall’Università, tenute prigioniere per anni nei covi segreti del sesso. Il documentario ha mostrato anche una “suite ginecologica” completamente attrezzata dove schiavi e schiave del sesso venivano controllati per verificare se avessero qualche malattia sessuale prima di essere dati in pasto al leader libico.
All’interno del complesso le vittime erano obbligate a vedere film porno per essere in questo modo educati a ciò che veniva richiesto. Doppiamente vittime perché quelli che erano riusciti a scappare o che sopravvivevano a queste particolari detenzioni erano il più delle volte respinti dalle loro famiglie perché le violenze subite erano considerate un danno all’onore che si poteva “lavare” solo ripudiando le figlie.