Nozze gay, Obama dice no al bando in California
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Nozze gay, Obama dice no al bando in California

Il presidente Usa si appella alla Corte Suprema chiedendo di dichiarare incostituzionale il bando californiano sul matrimonio egualitario

Nozze gay, Obama dice no al bando in California
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redazione Modifica articolo

1 Marzo 2013 - 12.47


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L’amministrazione Obama ha chiesto alla Corte Suprema di revocare il bando dei matrimoni gay in California, bando che «viola i diritti» previsti dal 14mo emendamento. La richiesta, contenuta in una documentazione di 40 pagine depositata, spiana la strada ai matrimoni gay anche negli stati che non li riconoscono. Il presidente americano, tornando così a ribadire il proprio appoggio ai matrimoni fra lo stesso sesso, non si spinge però a chiedere alla Corte di dichiarare bandi come quello californiano incostituzionali a livello nazionale: l’amministrazione infatti non esprime il proprio appoggio al diritto costituzionale per le nozze gay che avrebbe dovuto immediatamente applicarsi in tutti e 50 gli stati, deludendo parte delle attese della comunità gay che sperava in una più dura presa di posizione.

Le argomentazioni presentate dal Dipartimento di Giustizia riguardano infatti solo la “Proposition 8”, il referendum sui matrimoni gay approvato dagli elettori californiani nel 2008 e successivamente dichiarato incostituzionale dalle corti di appello. Secondo l’amministrazione il bando della California “viola” quanto previsto dal 14mo emendamento della Costituzione: «vogliamo cercare di rivendicare l’uguaglianza di
trattamento dal punto di vista legale», afferma il ministro della Giustizia, Eric Holder, sottolineando che le decisioni della Corte Suprema sui due casi che le sono sottoposti sulle nozze gay «non è importante solo per le decine di migliaia di americani ai quali sono negati gli stessi diritti e benefici, ma è importante per tutto il nostro paese».

Il governo non è una delle parti in causa nel caso della coppia californiana sottoposto all’attenzione della Corte, ma i legali e le lobby gay hanno fatto pressione affinche’ l’amministrazione non restasse in silenzio sulla vicenda. «La Proposition 8 viola le tutele di uguaglianza. Il pregiudizio non può essere – si legge nella documentazione – alla base di un trattamento differenziato dal punto di vista legale».

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