Indignados in piazza, ma Rajoy picchia duro
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Indignados in piazza, ma Rajoy picchia duro

In Spagna tornano a manifestare migliaia di persone. Ma il clima è cambiato: teste rotte e un video che dimostra le infiltrazioni.

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27 Settembre 2012 - 10.16


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“Rodea el Congreso” è la nuova parola d’ordine degli Indignati spagnoli, che sono tornati a scendere in piazza martedì scorso, mostrando di nuovo le piazze di Madrid zeppe di persone, e ancora ieri sera, quando intorno al parlamento si sono ritrovate qualche decina di migliaia di “indignati”. Torna l’M15 – che diede vita lo scorso anno a quel movimento dalle modalità di protesta così ferme e pacifiche da diventare un modello mondiale – ma anche gli attivisti di “En Piè” e le sigle della sinistra radicale spagnola.

All’ordine del giorno delle proteste ci sono i tagli voluti dal governo Rajoy. Pesantissimi – la finanziaria che dovrebbe essere varata prevede 39 miliardi di euro tra tagli e nuove tasse – e che stanno già creando le prime conseguenze nel mondo dell’occupazione. Mentre la Borsa e la speculazione finanziaria continuano a fare pressioni sul governo spagnolo affinché si accodi alla Grecia nel chiedere un piano di salvataggio, che legherebbe ancora di piu’ le mani all’esecutivo iberico. Rajoy, su questo punto tentenna, continua a dire che non ce n’è bisogno, anche se ieri le Borse hanno chiuso lasciando la Spagna sull’asfalto, con uno spread rispetto ai buoni tedeschi di ben 320 punti.

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Situazione non troppo dissimile dall’Italia di qualche mese fa. Solo che il governo spagnolo si ritrova con migliaia di persone nelle piazze, dopo aver annunciato il piano da 30 miliardi.

Il clima, però, è cambiato. Non è il marzo del 2011, al tramonto del governo Zapatero. Rajoy ha un’altra gestione della piazza. E dopo le cariche di martedì scorso, ieri sera la situazione si è ripetuta. Intorno alle 23, dopo alcune intemperanze da parte di qualche manifestante, la polizia ha iniziato a sparare pallettoni di gomma “ad altezza d’uomo”, denunciano i manifestanti e ci sono state diverse cariche.

Dopo gli scontri di martedì aveva fatto il giro del mondo il filmato che mostra un manifestante preso a botte dalla polizia finché non grida: “Ma sono uno di voi!”.

Ma non è finita, perché “Rodea el Congreso” chiama ancora a manifestare sabato.

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