Lo spauracchio dell'Islam anche quando non c'entra
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Lo spauracchio dell'Islam anche quando non c'entra

Sin dal primo momento in cui è stato sferrato l’attacco terroristico dal norvegese di destra, Anders Behring Breivik, si è parlato molto di integralisti.

Lo spauracchio dell'Islam anche quando non c'entra
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30 Luglio 2011 - 16.24


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di Osman Mirghani

Per averne una conferma personale, basti inserire nei motori di ricerca i termini “Breivik” o “Norvegia” a fianco al termine “Islam”, e riceverete centinaia di siti internet e articoli di risposta su questo terribile episodio. La brutale natura dell’attacco, l’elevato numero dei feriti e i motivi che hanno spinto i perpetratori hanno inorridito la Norvegia e tutta l’Europa, generando ondate di shock in tutto il mondo.

Sono stati immediatamente fatti riferimenti all’Islam mentre le notizie dell’attacco stavano andando appena in onda, e già si paventava che fosse opera di un gruppo terroristico “musulmano”. I musulmani hanno comunque tirato un sospiro di sollievo non appena è stato dichiarato che l’artefice di tutto era un estremista di destra norvegese -che non aveva nulla a che fare con alcun gruppo terroristico islamico- le cui azioni macchiavano la reputazione dell’Islam. Inizialmente si era evinto che l’Islam non aveva alcun tipo di collegamento con questo orribile attacco terroristico dove più di 76 persone sono state uccise e dove un altrettanto numero è rimasto ferito, perlopiù giovani autoctoni. Questa opinione, però, ha avuto vita breve, e i media sono tornati subito sull’ipotesi “musulmana”, soprattutto dopo che l’identità dei veri responsabili e il movente erano stati accertati.

Breivik, responsabile dell’attacco, ha reso note le sue idee estremiste e le motivazioni dietro il suo gesto in un manifesto, che aveva iniziato a compilare molti anni fa e pubblicato sul web. Questo manifesto comprende anche un diario che egli aveva iniziato a scrivere nel maggio scorso, annotando piani e preparativi nella corsa al suo attacco terroristico. 1.500 pagine di manifesto dove mostra anche le sue idee di estrema destra, dettagliando la sua idiosincrasia radicata nei confronti dell’Islam, che egli descrive come un “pericolo per la civilizzazione occidentale” e “per l’identità cristiana europea”. Egli ha criticato fortemente anche il “multiculturalismo”.

In molti continuano a parlare del pericolo della retorica anti-islamica e del collegamento Islam-terrorismo a causa delle azioni di alcuni membri di questa religione che conta più di un milione di seguaci in tutto il mondo, sottolineando che gli attacchi mossi da queste minoranze hanno colpito i paesi musulmani tanto quanto quelli non-musulmani. […] Serviranno molti sforzi e un coordinamento internazionale per confrontarsi con il terrorismo, e nessuno trae vantaggio nel criminalizzare l’Islam e nel dichiarare, in modo falso, i suoi legami con il terrorismo, noncuranti dell’identità di chi commette l’atto: che sia un estremista o un fanatico orientale o occidentale.

L’attacco in Norvegia ha confermato tutto ciò e ha rivelato l’estensione del pericolo causato dall’intensificazione delle retoriche anti-musulmane e anti-immigrazione.[…] Il dramma reale, tuttavia, risiede nel fatto che vi sono alcuni leader regionali come il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il Presidente francese Nicolas Sarkozy, che avviano programmi e pronunciano frasi che nutrono queste paure e intensificano i sentimenti di ostilità [nei confronti dell’Islam]. Tali leader fanno affermazioni sull’Islam, l’immigrazione, l’identità occidentale e il pluralismo culturale. Ad esempio, la controversia sul niqab e l’hijab –questi simboli islamici sono visti come un attacco alla civiltà e all’identità occidentali – è ancora fresco nelle menti. Inoltre, le parole di Merkel ai giovani del suo partito Unione Cristiano-Democratia, secondo le quali affermava che il multiculturalismo aveva completamente fallito in Germania risuonano ancora nelle menti di chi si era interessato della questione dell’immigrazione musulmana in Germania, soprattutto dalla Turchia.

[…] Le parole della Merkel sono state precedute e seguite da frasi di molti altri politici tedeschi che criticavano gli immigranti musulmani e, in alcuni casi, la stessa religione islamica. Secondo uno studio, il 60% dei tedeschi era a favore della “imposizione di restrizioni sulla pratica dei rituali musulmani”, mentre il 13% dei tedeschi crede che la loro nazione necessiti di “un nuovo Fuhrer per guidare il Paese con un pugno di ferro”. Tali sentimenti non sono confinati alla Germania: i sondaggi riflettono la crescente ostilità nei confronti di immigranti, Islam e musulmani, in modo variabile, anche in altri paesi europei. Questa atmosfera ha rafforzato la destra in Europa, e si riflette anche nella decisione del divieto imposto dalla Svizzera sui minareti e nei divieti di Francia e Belgio per il niqab. Si è generato un clima dove è semplice attaccare l’Islam e ritrarlo come se fosse un pericolo per la “civilizzazione occidentale”.

Nonostante il multiculturalismo americano e la libertà di culto, gli USA non sono rimasti immuni dall’ondata di voci elevatesi dalla destra che si concentrano nell’attaccare l’Islam e i suoi seguaci e ciò si è evinto, in particolare, dalla controversia emersa intorno alla costruzione di una moschea nei pressi del Ground Zero a New York. […] Nel suo manifesto, Breivik ha spiegato che è stato influenzato dagli scritti di molti estremisti di destra americani ed europei che hanno persistito nell’attaccare l’Islam e nel dichiararlo una minaccia alla “civiltà occidentale” e alla “identità cristiana”.

Occorre notare che i media occidentali, accennando all’attacco in Norvegia, non parlano di “terrorismo cristiano”, nonostante i molteplici accenni al fatto che l’autore dell’attacco sia un fanatico di destra che odia l’Islam e l’immigrazione musulmana, e rifiuti il pluralismo culturale. Se Breivik fosse stato musulmano, avremmo visto la maggior parte dei titoli di prima pagina parlare di “terrorismo islamico”, piuttosto che di un “fanatico”. Il terrorismo non è connesso ad alcuna religione; si tratta di un fardello globale che va estirpato. È il nemico dell’umanità, una minaccia per tutti gli uomini, senza distinzione di religione, razza o credo. Cercare di collegare il terrorismo all’Islam non è solo sbagliato, ma è un peccato, perché il terrorismo è qualcosa che tocca tutti e nessuno ne è al riparo, come ha dimostrato l’attacco in Norvegia.

Traduzione di Ilenia Ferrari
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